Nimbus Surfing Club

Nimbus Surfing Club e Surf Jam 2022

Eccomi a parlare del Nimbus Surfing Club di Marina di Pietras. Nessun refuso, noi surfer milanesi chiamiamo così Marina di Pietrasanta. Marina di Carrara la chiamiamo Marina D.C.. Andora diventa Andorange, Diano Marina la abbreviamo in Dian’O, ecc. ecc.

Parlare del Nimbus Surfing Club (PREMI QUI) di Marina di Pietras significa parlare della storia del surf italiano, che spesso è stata divisiva. Qui, invece, è condivisibile e tramandabile.

Il Nimbus Surfing Club, con quel logo che richiama vagamente quello delle Instinct, esiste formalmente dal 1993. Cioè,  tra una rava e una fava, sono 30 anni. 30 anni che tra i lidi della Versilia c’è quello che sembra essere un lido – ha il parcheggio ampio gratis e una visibile insegna, ha le gabine e i bagni – ma non è un lido.

Nel parcheggio non ci sono né Porsche né Ferrari, ma van e crumple car tenuti insieme da sticker di surf club, surfboard brand e surfwear. Surfboard e skateboard sono ovunque e i proprietari sono boomer, gen Xer, millenial e gen Zer… tutti surfer. Uomini e donne da qualsiasi parte d’Italia, d’Europa e del Mondo. Soprattutto nei giorni in cui si organizza l’annuale evento che è il Surf Jam, intorno alla seconda metà di settembre. In questa occasione il Nimbus Surfing Club si trasforma in una club-house  aperta a tutti i/le surfer .

Anche quest’anno, il 16 e 17 settembre 2022, il Nimbus Surfing Club si è riempito di surfer di tutte le età e di tutti i tipi per Surf Jam.

Tra i gazebo che ospitavano gli stand si potevano trovare realtà come Surfrider Foundation in collabo con il brand Reef per un clean up della spiaggia. Son of the Oceanspropulsiva realtà diffusa in tutto il territorio nazionale che si occupa di protezione dell’ecosistema e delle coste. Surf for allche si occupa di inclusione e adaptive surf.

Accanto a tutto questo, ecco le vere leggende del surf-shaping italiano quali  Marco Rizzo di Dr.Ank floating sticks e Michele Puliti di Ola Surfboards. Brand come Surfer’s Den daily surfboards e Float surfboards che hanno portato il design nel surf (o viceversa) e i geniali ragazzi dell’Abbruzzo Nomade surfboards che fanno surfboards in legno. I surfboards di legno stanno avendo un forte rilancio e, infatti, un altro pioniere nel campo è Paliloa che produce blank in balsa con blank di foam con stringer modificati.

Tra gli stand si aggiravano surfer che correvano verso la battigia e la line up e surfer che rientravano. Bambin* che ti sfrecciavano con gli sketeboard tra le gambe.

In tutto ciò, con il sottofondo di surf-music, punk e r’n’r si è tenuta la presentazione dell’ultimo romanzo di Alessandro Dini. É ambientato sulla linea gothica, negli ultimi giorni della WW2, tra Buffalo soldiers gay e surfer, generali razzisti dell’Alabama, nazisti e surfboard-relic.

Non ha mancato di stupire la suggestiva performance painting dell’artista surfer Ricky Brotini. Calato il sole si sono esibiti i formidabili The Magnetics , nuova band di Holly Riva, con del superbo ska old school.

A seguire il djset, mentre ebbri di surf, sole e birrette molti surfisti si abbandonavano tra le braccia di Morfeo nei loro sacco a pelo in spiaggia, nei loro van o nelle loro crumple car. Così da recuperare le forze per il down patrol del giorno che si appropinquava.

Anche quest’anno il rito si è compiuto grazie all’impegno del Nimbus dawgs che sono l’indistruttibile founder Alberto Il colonello Frugoli, il presidente Giovanni Briganti, l’imperturbabile Filippo Cera Ceragioli e l’ineffabile Marco Barsey Barsella.

Bene, la stagione delle onde è stata battezzata con il Surf Jam. Alla prossima dudes and betties!