Verstappen vince il GP di Francia dimenticato dalla regia. Abbandonato al comando della gara da un testacoda di Leclerc che finisce a muro. Il campione in carica ha dovuto di nuovo gestire una gara da una posizione di comfort, senza una minaccia concreta alle spalle. La puntuale SC gli offre cambi gomme gratuiti e deve solo godersi il paesaggio del Paul Ricard fino alla bandiera a scacchi.
Se RedBull era tornata sui suoi passi dopo gli ultimi aggiornamenti, per l’ennesima volta qualcosa o qualcuno si impegna per regalarle punti. Solo che, stavolta, sanno di Mondiale. Redbull a dispetto dei ripensamenti si è vista regalare dei punti pesantissimi al GP di Francia.
Unica nota negativa per loro è la prestazione deludente di Perez che ci aveva abituati a grandi difese e bei salvataggi. Nemmeno il duello con Sainz lo salva questo weekend. Non è sul pezzo.
Charles ottima partenza al GP di Francia, magari aiutato dalla nuova frizione. Max subito alle sue spalle, in attesa del DRS per cominciare la caccia alla Rossa.
Subito sale la tensione e Max non perde tempo ma il DRS sembra non bastare mai. Poi, dopo 13 giri serrati finché Verstappen non esce dalla finestra del secondo, senza DRS. Fort Leclerc ha resistito. Dietro di loro le infinite onde blu del Paul Ricard. Sull’orizzonte, la Mercedes di Hamilton, anche lui lasciato solo, inviso ai suoi stessi inseguitori.
Box Verstappen, cambia per le Hard e ricompare la pugnalata della domenica. Leclerc, finalmente solo, finisce nelle gomme. Si pensa a un errore meccanico, magari l’acceleratore, di nuovo. Leclerc invece, intervistato, glissa sul suggerimento della giornalista e lo dice chiaramente: ho sbagliato io.
Ver – Ham – Per – Bot… ah no, Russell! Solo RedBull e Mercedes davanti. Traditions.
Unica gioia rossa è Sainz. Rimonta prima lenta ma inesorabile, poi da tachicardia. Fino al sorpasso pazzesco su Russell a Signes, all’esterno.
Poco dopo, stessa curva sempre all’esterno su Perez, stavolta il messicano è sveglio. Un balletto folle per 6 (SEI) curve, poi l’inserimento di Carlos davanti al rettifilo del traguardo. Fianco a fianco tutto il rettilineo, poi Checo abbassa lo sguardo. Sainz è terzo. Mentre il muretto lo chiama ai box per il cambio gomme.
Ci sarebbe da chiedersi se, a parte suo cugino, qualcuno della Ferrari stesse guardando la gara. Qualcuno giustamente si chiede se non volessero buttare via anche un terzo posto. Tanto, peggio di così…
Mercedes, di nuovo beneficiaria di problemi altrui nonostante la gara perfetta del Sir Lewis che conoscevamo. Corre quasi da solo per tutta la gara con un mantra da Hammertime. Gran partenza, dove scippa il terzo posto a un Perez che dorme, e da lì non si muove più, finché l’errore di Leclerc non lo mette al secondo gradino del podio.
George dietro di lui protagonista di un bel duello con Perez, ma in generale di tutta una gara. Come sempre.
Gara ben gestita dal team Mercedes che ha mantenuto a distanza di opportunità le due frecce d’argento. Irraggiungibile Verstappen, ma non il suo compagno che, all’ultima VSC, riesce ad addormentarsi una seconda volta e Russell lo frega con istinto da killer, grazie a uno strappo brillante.
L’altra partenza arrogante è di Nando. Alonso Mr. 40 anni e non sentirli. Si piazza subito al via dietro i soliti noti. Bello da vedere. Finirà sesto dopo aver subito il sorpasso del connazionale della Ferrari alla seconda rimonta. Ocon ottavo in mezzo alle McLaren ci conferma che i due team se la giocano ancora. Sicuramente il ritrovamento di Ricciardo contribuisce, di nuovo al traino del compare Landino. Lui veramente uomo speranza dopo il quinto posto in qualifica.
Aston Martin a punti giusto con il daddy’s boy, puntualmente paga le qualifiche a pedali e riesce quasi a incidentare le due auto davanti alla bandiera a scacchi. Buio Alfa Romeo, il ritiro di Zhou influisce poco. Dispiace per il trend che sembrava perlomeno su una tangente positiva, soprattutto per la crescita del pilota Cinese.
Gli fanno compagnia la coppia glamour di Alpha Tauri: chez Gasly non riesce a invertire il trend negativo.
Il pilota di casa finisce fuori punti, mentre le buone premesse di Yuki sabato sono stroncate da un contatto prima e un DNF poi. Williams ormai esiste solo con Albon, mentre Latifi aspetta solo qualcuno azioni finalmente la catapulta.
Cos’è successo veramente, alla fine, in questo GP di Francia?
Red Bull ancora una volta può lasciar zampettare fino al traguardo il buon Max, assistito ancora una volta dai competitor nel suo esercizio zen. Non più kamikaze a ogni curva, più controllato e freddo.
Mercedes si è resa conto che, per fare bella figura, basta star davanti alla plebaglia, perché qualcuno davanti una boiata la farà. Potranno aspettare le nuove regole a testa alta.
Probabilmente la Ferrari ha perso il mondiale qui al Paul Ricard, perché l’unica cosa che dice il contrario, a questo punto, è la matematica.
Mancano 10 gare, dovrebbe vincerle tutte solo per andare in pari e finire come l’anno scorso giocandosela all’ultimo giro. Possibilmente in modo più pulito. Sarebbe anche una cavalcata della Madonna sovvertire questo pronostico. Nell’interesse dello spettacolo e dello sport, ovviamente, mi auguro che si possa posporre il più possibile il calcolo matematico.
Ma quel NO di Charles, dalla macchina, inchiodato in mezzo alle gomme, non lascia molte speranze neanche a lui. Inaspettato e sofferto, quanto sincero purtroppo. Perché in TV c’è la F1|75 di Charles Leclerc al Paul Ricard, ma qualcuno ci vede la SF71 di Vettel a Hockenheim.