L’unica cosa che non serviva alla Red Bull era la fortuna. Sinceramente pensavo che l’autolesionismo Ferrari fosse sufficiente. Imbelle accarezzavo l’idea di una doppietta Mercedes a Zandvoort, sede del Gp d’Olanda di F1, e invece stavo guardando il remake di Abu Dhabi.
Ferrari avrebbe potuto avere qualche ambizione, ma il Gp d’Olanda si è rivelato solo una grossa sconfitta della Mercedes, in particolare di Lewis Hamilton.
Quella Mercedes che non abbiamo verificato fino in fondo nelle qualifiche è venuta fuori in gara. Purtroppo, ancora una volta, Lewis viene lasciato solo, con una strategia scadente e se lo mangiano negli ultimi giri sia Verstappen alla ripartenza poste safety-car che, poco dopo, il suo compagno di squadra e Leclerc, che le gomme le hanno cambiate.
La prima VSC (Virtual Safety Car) estingue la minaccia Ferrari, la seconda, vera, taglia le gambe ad Hamilton. Tra la macchina di Adrian Newey, la strategia di Hannah Schmitz e quel post-bruciatore che è il DRS di RedBull, Max potrebbe dormire al volante.
Perché strapotere RedBull a parte, il team di Toto Wolff ha perseverato e, meritatamente, nessuno escluso, sta conquistando bei punti. Se prima era un gioco di erosione, in agguato, andando a elemosinare gli errori altrui, adesso se li vanno a prendere. Prima era uno sfottò nei confronti di Ferrari, poi ha iniziato progressivamente a delinearsi come una concreta possibilità.
Dopo il Gp d’Olanda credo ci sia la conferma: la Mercedes è davvero tornata ed è in dirittura per anticipare la Ferrari a fine anno.
Anche alla Mercedes piace sabotare il primo pilota, ma almeno sanno chi è. Magari si dovrebbe indagare meglio su questi errori di strategia che vanno sempre a costare non poco ad Hamilton. Il bilancio di Maranello è decisamente peggiore ma c’è della sincronia. Forse alla fine pagherà questa incredibile regolarità di risultati di Russell più che le indiscusse capacità di Lewis.
Le regole non si dovrebbero cambiare in corsa. Tifo a parte, infatti, c’è il problema dello spettacolo.
Sicuramente non ha aiutato nessuno che la FIA abbia deciso per diversi parametri sul porpoising. Redbull ha proseguito come se nulla fosse. Ferrari è stata gambizzata. Forse, l’unica ad averci tirato fuori qualcosa di buono è proprio Mercedes.
Indipendentemente dal saliscendi, il non cambiare le regole in corsa dovrebbe essere, a mio parere, una regola fondamentale, al di sopra di tutte. Come ci ha confermato Spa sono state le rosse a pagare il prezzo più alto.
Se non può essere la Ferrari che almeno sia la Mercedes a farci sperare in qualcosa che non sia l’immagine fissa di Max soporiferamente in testa.
Per unire l’utile al dilettevole, sono ormai basito dal linguaggio che sono costretto ad ascoltare su Sky Italia.
Parlare di Mondiale o di testa della corsa, dopo aver visto il modo in cui Verstappen ha chiuso la prima metà di stagione in Ungheria e come ha aperto la seconda a Spa, ha del surreale.
Come le interviste a Binotto con la pretesa di essere seri. Se sabato potevo essere quasi d’accordo con Johnny Giustificazione poi è arriva la domenica e si sono persi le ruote. Al cambio gomme. É difficile non prendere le interviste a Binotto come l’intermezzo comico cui ormai è difficile rinunciare.
Red Bull non ha lasciato spazio a manchevolezze di sorta. Forse in qualche problema meccanico, che però è un lontano ricordo.
Non voglio buttare nessuno sotto il treno della depressione però c’è di nuovo una macchina che è inattaccabile. L’unica cosa positiva è che il resto della griglia adesso è almeno guardabile.
Se lo ripeto è perché, ancora, Alonso ha fatto una gran bella gara e gente come Albon conferma di meritare qualcosa di più di un cassonetto come la Williams. Se, un’altra volta, dobbiamo proprio dimenticarci della prima posizione, per lo meno adesso una picconata nel piede non è l’unica opzione rimasta
Il prossimo appuntamento sarà Monza, The Temple of Speed. Non credo ci sarà una festa Rossa, spero in una d’Argento.