GP Ungheria

GP Ungheria: meglio ridere per non piangere

L’immagine simbolo del GP d’Ungheria del 2022: Max Verstappen, Lewis Hamilton e George Russell che ridono della Ferrari guardando il replay della gara. Ridono della gomma dura che hanno montato a Charles Leclerc. 

Primo e secondo al GP d’Ungheria. Max e Lewis non partivano nemmeno tra i primi 5. Su una pista dov’è difficile sorpassare e dove il meteo è stato incerto sin dal mattino.

Red Bull porta a casa un risultato pesante e inaspettato, con il valore aggiunto di averlo fatto con il loro primo pilota, perché sanno benissimo chi è. Ed è uno che fa un testacoda ed è ancora abbastanza vicino da usare il DRS. Chiude con una vittoria, partito decimo, davanti a un grande Lewis Hamilton, ancora una volta su quei podi che più gli appartengono. 

Portandosi al traino un Russell che in questo weekend sperava di portare a casa una doppietta come Sainz a Silverstone. In Ungheria, però, ha dovuto chinare il capo a quei due che per l’ennesima volta hanno dimostrato di essere i migliori. 

Quelli che i Mondiali li hanno vinti davvero, al Gp d’Ungheria hanno guidato ancora una volta dimostrando di essere oltre.

A cominciare dal sorriso a 64 denti di Toto Wolff che, considerati i problemi della macchina nelle libere, sarebbe andato a casa contento con la pole del giovane nudista. Invece, non solo si riprende il posto dalla Ferrari di Leclerc ma l’altra giovane promessa Mercedes si fa una cavalcata dalla settima posizione fino al secondo gradino del podio. Due podi di fila, appena superati i 300 GP disputati, questo Lewis promette bene.

Invece, il Max dell’anno scorso sembra lontanissimo. Quello che prima ti sale sulla macchina e solo dopo considera il sorpasso? Quello che piuttosto si schianta ma la curva la deve finire davanti a te non esiste più . 

In Ungheria Verstappen non parte nemmeno con il turbo, vede la ressa davanti a sé e calma i bollenti spiriti. 

Poi dal muretto arriva la decisione per l’undercut su Hamilton per un cambio gomma anticipato e lì cambiano passo e gara. Il terzo sul podio è uno che d’esperienza e mestiere ci ha abituato a vederlo sempre tra i primi 5 e adesso ha superato Sainz in classifica piloti. E Lewis è 10pti dietro con 5 podi nelle ultime 5 gare… evidentemente non era solo una questione di macchina. Se al GP d’Ungheria, difendendosi da Leclerc, ha magari regalato un bello spettacolo, l’unico a cui ha fatto un favore è stato Verstappen. 

Certo, bisogna dire che la Mercedes ha fatto passi da gigante rispetto a quello che avevamo visto a inizio di stagione.

Al resto hanno pensato gli strateghi del muretto Ferrari. A partire dalle libere, decidendo di non tenersi un set di medie a favore di un set di Hard. Come dire: «Porta tutto che non si sa mai».

Per l’ennesima volta, sono loro i protagonisti di questa tragicommedia che è la stagione 2022 delle Rosse. Settimana scorsa, Nico Rosberg ha espresso dubbi sulle responsabilità di Leclerc in Francia, questo weekend per togliere qualsiasi dubbio, gli hanno montato le gomme dei Flintstones. Unico alibi il calo prestazionale a fine gara: Sainz finisce con uno stint di rosse e finisce la sua gara dietro Russell, esattamente come l’ha iniziata. 

Ferrari, da tempo, ha ormai introdotto i suoi tifosi a un processo psicologico completo. Parte gonfiando speranze rigorosamente prive di solide basi, per poi dar loro dispiaceri a dosi regolari. Infine, li fa incazzare bimestralmente, mandandoli in bestia a più riprese solo inframezzando con singoli successi.

Dopo Monaco pensavo di aver visto il fondo. Un conto è sfogarsi dopo una pessima prestazione e si possono usare parole pesanti, ma qui siamo oggettivamente all’incompetenza.

Il titolo della Ferrari è ufficialmente un miraggio, solamente in Italia ancora si chiedono quanti errori ci si possa ancora permettere per raggiungerlo.

Al di là di qualche momento d’ombra RedBull è sempre stata la macchina da battere tutto l’anno. Già dall’inizio, invece delle boiate sentite in italia sulla Ferrari non al 100% del motore (come se gli altri team facessero diversamente), il team Austriaco ha messo in campo l’auto più veloce ma affidabile. Ovviamente hanno avuto il loro share di problemi ma non hanno rinunciato a finire le gare.

A Maranello andava benissimo la campagna pubblicitaria del sabato in Pole, per poi lasciar esplodere la macchina di domenica. Possibilmente prima di metà gara, per evitare il traffico in uscita dal circuito.

Abbiamo perso letteralmente il conto di tutte le follie perpetrate dal team che sta (ha) regalando il Mondiale alla Red Bull. Una sequela di masochismi assortiti da sospettare spionaggio industriale e le unghie di Binotto sullo specchio di turno.

La scelta della gomma più dura nell’unico weekend senza 40° è solo l’ultima gag. Che un altro team durante la stessa gara ha bocciato, e in ogni caso per una sola sosta, non tre. 

Chiedete a Nando, vi confermerà. Possibilmente prima che vada a parlare con Ocon vista la brillante difesa dal suo stesso compagno di squadra, per farsi superare entrambi da un Ricciardo in stato di grazia. 

A proposito, questo weekend abbiamo già dovuto affrontare la notizia dell’addio di Vettel alla F1.

Anche lui ne sa qualcosa di gestione Ferrari, soprattutto i suoi capelli. Un team che mastica e sputa gente come Fernando e Seb, sfiorando solo due Mondiali, ha qualcosa che non va. Stavolta c’è anche la macchina, ma è chiaro ormai non basti e mi pare evidente che certi armadi non li abbiano aperti dal 2012.

Dopo il GP d’Ungheria siamo arrivati alla pausa estiva, Ferrari non ha ancora deciso chi sia il primo pilota e Verstappen ha 80 punti di vantaggio.

La macchina continua a fare su e giù con prestazioni e affidabilità altalenanti, mentre le Mercedes non si rompono mai. I piloti a malapena parlano con il loro ingegnere, figurati replicare alla strategia. 

Adesso c’è una necessaria pausa estiva per arrivare in Belgio a fine agosto. Ho bisogno io stesso di non vedere queste scene per un pò. 

Ferrari deve andarsi a cercare qualcuno veramente in grado di dare un senso all’attuale presenza in F1… e non mi stupirei se iniziassero a parlare di 2023.