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Pendleton plaid board shirt: una vera uniforme

Prima che nascesse il surfwear vero e proprio, i surfisti avevano già una loro uniforme. Come in tutte le uniformi non mancava la camicia. Non erano ancora capi nati dai surfer per i surfer, ma cose scelte dai surfer per loro stessi. Scelte più per praticità che a scopo di uniforme. Certo, in breve tempo lo sarebbero diventate… d’altronde l’uniforme è pratica. Se i pantaloni, quindi, erano i jeans Levi’s bianchi o i pantaloni da lavoro color khaki, le camice erano Pendleton.

I surfer tra la fine dei 50′s e l’inizio dei 60’s avevano sostituito la parola camicia con la parola Pendleton (PREMI QUI).

Pendleton non è una azienda trend nata nel nuovo millennio. É un caposaldo dell’industria manifatturiera USA. Fu fondata 153 anni fa da Thomas Key. Il tessitore, emigrato da UK agli USA, insieme al cognato Bishop fondò l’impresa, la cui proprietà si è tramandata, fino ad oggi, attraverso sei generazioni. 

Pendleton favorì l’allevamento delle pecore pagando la lana a un prezzo vantaggioso per gli allevatori e stabilì reciproci commerci con le tribù dei Nez pierce, Walla walla, Cayuse, Hopi e Navajo principalmente inerenti alle coperte.

Dai nativi americani, Pendleton apprese il gusto nel decorare e colorare le coperte. Così ruppe gli schemi e innovò, poiché le camice di lana, prima, erano esclusivamente grigie.

Le coperte erano molto preziose tra gli indiani ed i pionieri e servivano, oltre che ad abbellire, a isolare dal freddo le hut e i tepee. Poco dopo, la ditta Pendleton passò alle camice e, come spesso accade negli USA, la praticità e la qualità si diffusero rapidamente. Si consolidarono, diventarono moda e, successivamente, un evergreen. Questo ci riporta al titolo e alla Pendleton board shirt che si diffuse tra i surfer californiani come un’uniforme.

Ok, può sembrare strano a chi non è un surfer che una camicia di lana, di flanella, possa rientrare nell’outfit di un surfer.

Vi garantisco, però, che, se vi trovate a ciondolare e bivaccare sulla costa di qualsiasi oceano all’ora del down patrol o gentlemen hours vi troverete ad affrontare un considerevole sbalzo termico. Solo una Pendleton può garantirvi un confortevole riparo e può garantirvelo per anni e anni visto che si passano in famiglia, dai genitori, ai figli, ai nipoti.

Tuttora potete trovare in vendita in internet le Pendleton degli anni ’70 del secolo scorso che sembrano appena uscite dal negozio.

La Pendleton board shirt l’avranno vista almeno un milione di volte anche i non surfer. La indossava Matt Johnson all’inizio di un Mercoledì da leoni. La indossava Sandra Dee che interpreta la protagonista di Gidget. Anche Jay Adams la indossa in Lords of dogtown, poiché in So-Cal non vi è la distinzione tra surfer e skater e la si vede sovente indosso a greaser che scorazzono su hot-rod.

La prima band a cantare la camicia preferita dei surfer e a legarla a loro furono le Majorettes con la loro hit White Levi’s e quelle voci che adesso nessuna ragazza sembra avere più:

My boyfriend’s always wearin’ white Levi’s… his surfin’ hat and a big plaid Pendleton shirt…

Saranno i Beach Boys, però, a conclamare nella mitologia del surf la Pendleton board shirt indossandole nelle foto di copertina degli album Surfin’ safari Surfer girl.

I Beach Boys erano dei tali estimatori di quelle camicie. Non a caso, prima di prendere il nome che li rese leggendari si chiamavano The Pendletons.

Nel 2002 ha messo in catalogo un plaid con la stessa trama blu e antracite che i fratelli Wilson e il cugino Jardine indossavano nei famosi due  album degli esordi.

Quattro anni dopo, Levi’s e Pendleton hanno ufficializzato con una collaborazione quello che le Majorettes avevano spensieratamente cantato 43 anni prima.

Distinguere un surfer da un poseur nel caso indossino entrambi due camicie Pendleton uguali nello stesso istante e nello stesso luogo non è difficile. Il poseur indossa la nuova versione fitted con le due tasche davanti chiuse mentre il surfer indossa la classica boxed con le due tasche occupate dalla wax, da un avanzo di hamburger morsicato e riavvolto nella sua carta e dalle chiavi di una macchina che, data l’età, non potrebbe legalmente circolare. Catch a wave!