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Serie A: parte la rincorsa all’A.C. Milan

Ricomincia la Serie A. Quest’anno comincia anticipatamente, a causa del Mondiale invernale. Comincia nel week end che, d’abitudine, precedeva il Trofeo Luigi Berlusconi, primo vero appuntamento della stagione: la sfida tra Berlusconi e Agnelli, tra il Milan e la Juventus.

Riparte la Serie A solo perché il calendario lo impone. A giudicare le rose, a giudicare le squadre, siamo ben lontani da un inizio reale della stagione.

Le più abituate inglesi, tedesche e francesi, già rodate dalle Supercoppe, non hanno proprio brillato durante la prima giornata, giocata settimana scorsa. Comincia come la Serie A anche la Liga. Il Sud Europa è più caldo. Un giorno, poi, ci spiegheranno cosa cambia una settimana dopo, quella di Ferragosto per giunta.

Ne ha approfittato il Real Madrid di Carlo Ancelotti per vincere la Supercoppa europea contro un Eintracht Francoforte molto volitivo.

Non è bastato. Si erano tenuti, qualche giorno prima, contro il nuovo Bayern Monaco di Julian Nagelsmann. Una squadra che, senza Robert Lewandowski, non offre punti di riferimento agli avversari. Quattro frecce libere di colpire il bersaglio come meglio credono, sostenute da una squadra granitica.

Questo Real Madrid, al contrario, è una squadra compassata. É una squadra che sa vincere, guidata dal miglior allenatore possibile, quando si deve vincere e si ha la squadra per farlo a qualsiasi livello. Ancelotti ha vinto più di tutti e ovunque. I passaggi a vuoto si contano sulla dita di una mano e non le occupano tutte, come gli errori. Non si può che applaudirlo, soprattutto per la semplicità mostrata. Vera o presunta che sia.

Riparte una Serie A che peggiora a vista d’occhio. La camuffano e ce la raccontano ricca e scintillante, ma la polvere sotto al tappeto ormai si fa fatica a nascondere.

Sento parlare di Serie B di livello, praticamente una A2. Io definirei più la Serie A come una B1. Speriamo che queste ultime due settimane di calciomercato possano riservare delle piacevoli sorprese. A oggi, sinceramente, non ci sono grandi motivi per ritrovare entusiasmo.

L’A.C. Milan riparte dalla vetta della Serie A, meritata dopo due grandi stagioni. La squadra è cambiata poco rispetto alla passata stagione.

A parte Franck Kessié, infatti, sono andate via solo seconde linee. Sono entrati Yacine Adli, Divock Origi e Charles De Ketelaere. É rientrato Tommaso Pobega ed è tornato Simon Kijaer. Oggi, a mio avviso, è la grande favorita, per quello che ha mostrato anche durante un pre-campionato, seppur non ricco di scontri probanti. Tutt’altro.

Questo può essere il difetto del Milan all’inizio, anche se partire leggeri aiuta a partire bene. Considerando che a novembre ci si fermerà per due mesi, lo sprint potrebbe essere fruttuoso. Le squadre di Pioli partono sempre molto bene, tra l’altro e lui é sicuro di avere una squadra ancora più forte. C’é da credergli dopo due anni.

Altro difetto, a oggi, dei Campioni d’Italia, potrebbe essere il centrocampo un po’ leggero. Kessié pesava molto da questo punto di vista. É vero che senza di lui la banda di Pioli ha quasi sempre fatto bene, ma quei chili mancano ad Adli, Tommaso Pobega e De Ketelaere. Questo è un pregio, a mio avviso, ma si sa che, oggi, il fisico conta, alla lunga. Soprattutto in Europa, dove il Milan vuole migliorare di più. Per il resto, in Italia sono la squadra da battere. Sono loro quelli da inseguire.

Poco dietro c’è l’Inter, che non si può criticare. É arrivata a 2 punti dal Milan in Serie A e ha vinto due trofei su tre, uscendo agli Ottavi di Champions League. Non ha alle spalle una stagione molto peggiore dei cugini rossoneri.

Il passo indietro, però, delude; il passo avanti esalta. Così, ecco che i ragazzi di Inzaghi si trovano a inseguire. Vale lo stesso discorso del Milan: la squadra è sostanzialmente rimasta la stessa. É partito Ivan Perišić, giocatore molto importante, ma un Robin Gosens ritrovato non lo farebbe rimpiangere e, dopo averlo avuto a disposizione per alcuni mesi, se non sono intervenuti sul mercato, o sono matti oppure sono ottimisti. Comunque le alternative sono aumentate con l’arrivo di Raoul Bellanova, vecchio pupillo rossonero.

É tornato Romero Lukaku, ma non sono partiti i titolari della passata stagione. Questo offre l’alternativa richiesta da Conte qualche anno fa: Edin Džeko. Un bel reparto offensivo, se tutto funziona come sperano dalle parti di Appiano. Si vedrà, al campo l’ardua sentenza.

Il centrocampo si è arricchito con un acquisto che si è presentato come qualcosa in più rispetto al semplice vice-Brozović: Kristjan Asllani. Per il resto, l’Inter si è liberata degli esuberi e si è arricchita di Henrikh Mkhitaryan e André Onana. Manca un difensore, numericamente, sempre che non parta qualcun altro.

I difetti sono quelli che ho accennato: il ritorno di Lukaku non è una garanzia, come non lo è Gosens. Ripetersi è difficile, tornare compatti e ribaltare l’entusiasmo della città lo è di più. Simone Inzaghi ha creato Ciro Immobile Scarpa d’Oro, ma non è detto che i miracoli riescano sempre con il buco… o forse erano le ciambelle?

Le milanesi partono in prima fila. Juventus e Napoli non sono ancora definibili. Sono in fase di rivoluzione. Posso solo dire che mi piace quello che stanno facendo.

Non mi piace giudicare il calciomercato perché voglio sperare che le operazioni abbiano una logica, che non siano improvvisate. Ci mettono mesi e si riducono sempre all’ultimo, ci saranno strategie incredibili dietro, spero che non passino il tempo tra i vari Beach Party estivi, con o senza giovanott*.

A me, dei giovani o dei vecchi, interessa molto poco. Se i vecchi non vengono a svernare e i giovani a timbrare il cartellino, va sempre bene.

La Serie A, ormai, è un cimitero degli elefanti e un campionato di passaggio, Matthijs de Ligt insegna. Prendiamo quello che viene e tappiamoci il naso.

Facciamoci andare bene le squadre che ci sono e giudichiamole con il metro che spetta loro. Ho sentito parlare di progetti e giocatori pronti. Per me sono stronzate.

I giocatori sono buoni o no, il resto lo dice il campo. In Italia ci sono pochi giocatori buoni, come conseguenza di tutti i problemi strutturali che ormai non nasconde più neanche il tappeto.

Seguendo questo criterio, Napoli e Juventus mi incuriosiscono. Vediamo cosa sapranno cavarci le due vecchie volpi toscane. Quando saranno complete, s’intenda. A oggi non sono, francamente, giudicabili. Questo è il difetto: quanto ci metteranno Juventus e Napoli a mettersi in riga?

Fatico a non mettere la Juventus, comunque, in seconda fila. Il Napoli, invece, viene superato da A.S. Roma e S.S. Lazio nelle gerarchie della passata stagione.

Le due romane hanno seguito due percorsi opposti, accomunati solo dal mutismo delle due Società. Qualche sbrodolata del Presidentissimo Claudio Lotito, al solito, e due gioielli di comunicazione da parte dei The Friedkins.

C’è da dirlo: la Roma sta insegnando agli altri cosa significa la comunicazione, sia sui social che in generale. Bellissima la presentazione di Paulo Dybala. Bello anche l’arrivo di Georginio Gregion Emile Wijnaldum. Se funziona, lui è il miglior calciatore di Serie A, a mani basse. Un centrocampista totale. Un calciatore vero. Se funziona.

Se funzionano lui, Dybala, Nemanja Matić (altro super elefante, come Angel Di Maria), la squadra, la società, la città, il tifo, l’entusiasmo, la pancia piena di chi d’abitudine mangia poco, allora ci possiamo divertire. Se parte bene, ecco che la prima fila potrebbe essere a portata.

Quest’anno si tira fino a novembre e poi, da gennaio, chissà cosa potrà succedere.

Passa tutto da José Mourinho. Io le chiavi di casa gliele darei volentieri e così ha fatto Dan Friedkin, che caccia la grana e tace, come Mou fino ad ora. Han fatto i fatti, che sono sempre la miglior comunicazione.

Lo ammetto: sono veramente curioso di vedere la Roma. Potrebbe essere davvero una sorpresa incredibile oppure una ciofeca. A me piace per ora. A me piace Mourinho, non ci posso fare nulla.

La Lazio è quasi completa. Parte a fari spenti, ma attenti a Maurizio Sarri. Il suo lavoro premia sempre. Se si ha pazienza e gli si plasma la squadra su misura; se non gli si affidano troppi Top Player (così faccio il moderno anch’io), Mau Sarri può regalare emozioni. Ha inventato il Napoli dal nulla, non lo dimentichiamo. Non può guidare più di una Punto truccata perché ha sbandato già con la Jeep a Torino, però una bella Rolls Royce, di quelle affidabili, l’ha già guidata a vincere in Europa.

Lo scintillante Mou vs Mau e la rivoluzione sarà un bel Derby, che ci regalerà, forse, l’outsider della nuova Serie A.

Fiorentina e Atalanta, a tal proposito, sono le due squadre indecifrabili della seconda fascia. Un po’ come Napoli e Juventus per il primo quartetto della passata stagione.

La Fiorentina, come la Juventus, ha fatto un mercato scintillante ma ricco d’incognite. L’Atalanta, come il Napoli, ha smobilitato e sta ricostruendo con nomi che, certo, non fanno dormire sereni i tifosi della Dea.

Luka Jović e Arthur Cabral sapranno sostituire Dušan Vlahović? Rolando Mandragora saprà fare meglio di Lucas Torreira?

Sull’Atalanta non so cosa dire sinceramente. Sono curioso di vedere cosa si inventerà questa volta Gian Piero Gasperini. Mi aspettavo altro dalla fusione tra i The Percassis e Stephen Pagliuca.

Per ora han venduto il Capitano Remo Freuler a tre giorni dall’inizio della Serie A. Se volevano far incazzare i tifosi dell’Atalanta, lo hanno fatto da Dea.

Si sono fatti anche scappare Andrea Pinamonti che è andato a quel che resta del Sassuolo. Un ottimo attaccante che ha goduto solo di troppa poca pubblicità rispetto a Gianluca Scamacca e Lorenzo Lucca, ma non ha nulla da invidiare ai due emigrati, anzi!

In bocca al lupo! Sono sempre felice quando vedo talenti che vanno all’estero, non può che far bene a loro e a tutto il calcio italiano.

Le altre 12 squadre aspetto di vederle in azione. A oggi, le amichevoli di Coppa Italia non sono un gran test e, sinceramente, non ho visto molte altre amichevoli. Non amo molto il calcio d’agosto, neanche quando è ufficiale.

Che senso ha iniziare il Campionato con il calciomercato in corso? La stagione inizia a settembre, per ora osserviamo cosa succede.

Mi rifaccio alle parole di Ivan Jurić, che vanno davvero bene per tutte le squadre, oggi:

Penso che la squadra sia incompleta a livello numerico. Sono contento per i nuovi arrivi. Penso che l’andazzo sia quello dell’anno scorso: prendiamo giocatori sulla carta ottimi che hanno fatto fatica negli ultimi anni. Li prendiamo in prestito, come l’anno scorso. Ci auguriamo poi che i vari (inserite dei nomi a caso) riescano a rendere bene e dare il loro contributo. Lo stesso vale per (altro nome a caso). Manca ancora qualcosa, il mercato è lungo ma di certo è che i calciatori non sono figurine che arrivano e li metti subito. Serve lavoro.

Comunque, sono curioso di vedere l’A.C. Monza. Il grande Bunga Bunga di Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. Stanno comprando una squadra nuova. Buona tra l’altro e manca ancora il colpo del Condor.

Ci sono due posti liberi dalla parte sinistra della classifica. Chissà che le elezioni non aiutino. Se li giocano con le solite da metà classifica, non c’é grande fantasia.

I 30 calciatori, circa, che non faranno parte della rosa del Monza sono stati convocati ad Arcore, dove si terrà un torneo di calcio a 5 durante il Mondiale, come diversivo al prossimo cinepanettone: Natale in Qatar.

In coda, lo dichiaro pubblicamente, tifo spudoratamente per l’U.S. Cremonese di Ariedo Braida.

É una squadra che ho sempre amato. Quella del trio Florijančič, Dezotti, Tentoni. Quella che nel 1993 vinse a Wembley la Coppa Anglo-Italiana contro il Derby County.

Seconda squadra italiana di Club capace di espugnare quel Monumento che è Wembley dopo il Milan del 1963. Ho ancora la sciarpa di quella Cremonese, per la gioia dei miei amici di Crema.

Mi piace quello che ha fatto e che sta provando a fare. Mi piace Massimiliano Alvini. É uno che ha fatto la gavetta vera, praticamente un gavettone. Pratico, concreto. L’ho visto a Sky, emozionato per essere il protagonista di quello spettacolo surreale che d’abitudine vedeva dal divano. É in Serie A, se l’è meritato. Il campo, anche in questo caso, dirà il resto.

In chiusura vorrei omaggiare un grande portiere, scomparso ieri. Claudio Garella, il vero portiere bravo con i piedi (perdonatemi la battuta).

Questo mito che paravo solo con i piedi non è vero: paravo con un po’ di tutto, ma evidentemente sapevo usare i piedi più di altri, addirittura una volta parai pure in rovesciata… (Udinese-Cremonese, 1988-89, Serie B)

Claudio Garella

Capace di vincere 2 Scudetti impareggiabili con Verona e Napoli. Eroe di un calcio che non c’è più, in cui a 25 anni sembrava che ne avessero 45.

Oggi Ibra si fa i selfie tutto tirato, a 41, che poi pensi a Maradona o a Pierino Fanna, compagni di Garella, che non avevano bisogno di tutti quei muscoli né per correre, né per creare. Purtroppo ora si esaltano tutti per i pagliacci.

Voi dite che sono brutto, grasso, sgangherato, clownesco, antiatletico, un portiere da hockey eccetera. Io invece dico che sono un portiere vero e non invidio nulla a nessuno

Claudio Garella