Swing Kids – Giovani ribelli è un film drammatico della durata di 114 minuti. Una pellicola di Thomas Carter, con Barbara Hershey, Kenneth Branagh, Tushka Bergen, Robert Sean, Leonard, e un giovanissimo Christian Bale. É stato prodotto in USA nel 1993.
Vidi Swing Kids grazie al professore di lettere delle medie. Una persona illuminata che, un pomeriggio al mese, radunava la classe per mostrare un film e discuterne.
Mi rimase particolarmente impresso, probabilmente perché certa musica, per me, ha sempre avuto un certo significato. Qualche anno fa l’ho acquistato usato, in DVD, presso una bancarella. È un film che ciclicamente riguardo volentieri e consiglio sempre. É una sorta di Attimo Fuggente (Dead Poets Society, 1989) dedicato al Jazz invece che alla poesia. Certo non è un capolavoro, non riscosse neppure particolare successo. Penso, però, sia un film in grado di piacere a chiunque abbia una certa sensibilità e abbia vissuto un’adolescenza ricca di passioni travolgenti, soprattutto per la musica.
Il fenomeno degli Swing Kids è una piccolissima nota a piè di pagina per un evento storico così grande. Apprendiamo, infatti, che nella Germania nazista del 1939, mentre Hitler radunava ebrei e iniziava la Seconda Guerra Mondiale, un piccolo gruppo di ragazzi portava i capelli lunghi e ballava al ritmo della musica swing di musicisti banditi come Benny Goodman e Count Basie. Di tanto in tanto litigavano con le camicie brune delle brigate della Gioventù hitleriana. Inizialmente almeno, non tanto per la questione politica, quanto per la rivalità di visione, che poi scaturirà negli orrori del Nazismo.
Nel 1942 il Nazismo mise fuorilegge la musica jazz, in favore di musiche prettamente nazionali come i valzer o Wagner.
Così alcuni giovani di Amburgo, poco più che adolescenti, appartenenti alla Hitlerjugend, si divertivano ascoltando musica jazz americana e rischiando dure punizioni. L’amore per lo swing si era trasformato in una forma di ribellione.
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Swing Kids – Giovani ribelli è un film diretto da Thomas Carter, ambientato nella Germania nazista della seconda guerra mondiale. Più precisamente ad Amburgo, negli anni Trenta.
Il giovane Peter Müller (Robert Sean Leonard) vive con sua madre (Barbara Hershey), suo fratello Willi e sua nonna. Figlio di un noto musicista – morto in un lager per aver difeso i suoi amici ebrei – Peter è uno swing kid, ovvero un ribelle agli occhi del partito di Hitler, poiché ascolta e balla la nuova musica proveniente dagli Stati Uniti.
Insieme ai suoi amici: Thomas (Christian Bale), Arvid (Frank Whaley) e Otto (Jayce Bartok), la sera si reca vestito all’inglese e con i capelli lunghi al Café Bismarck, dov’è possibile scatenarsi di nascosto al ritmo delle note di Benny Goodman e Count Basie.

Un giorno, dopo aver cercato senza successo di rubare una radio in un negozio, Peter e Thomas si trovano costretti ad arruolarsi nella Gioventù Hitleriana. Il primo non si lascia influenzare dalla insistente propaganda cui è sottoposto ogni giorno. Il secondo, invece, pian piano, viene convinto dal nazista Emil (Noah Wyle), che in fondo Hitler dice cose giuste.
L’amicizia tra gli Swing Kids inizia così a sgretolarsi e Peter si trova da solo a fare i conti con una realtà sempre più amara…
Gli Swing Kids si sarebbero potuti evolvere in un movimento clandestino dedicato al rovesciamento del Nazismo. Invece, un intertitolo alla fine del film, ci informa che alcuni dei ragazzi sono morti per mano dei nazisti, altri sono stati costretti a entrare nell’esercito tedesco e uccisi in battaglia, ma che alcuni sono sopravvissuti. Così, dopo la guerra, rimasero ancora Swing Kids in Germania, seppur si limitarono ad essere semplici ribelli.
Il cast di giovani attori simpatici e di bell’aspetto, elegantemente vestiti da Jenny Beavan, suggerisce immediatamente la Dead Poets Society.
Leonard, che è stato uno dei protagonisti di quel film, conferisce a questa pellicola una gravità accattivante. Il giovane Bale si abbina bene al collega. Sono convincenti come buoni amici, con Frank Whaley scelto in modo memorabile a interpretare il terzo e musicalmente più esperto membro della loro cerchia.
È lui che si dichiara come Django Reinhardt quando la Gestapo lo ferma. É lui che ha l’afflizione più cospicua della storia (il suo zoppicare) e le battute più acute.
Non vedi cosa sta succedendo? Hai paura di guardare?
Purtroppo di Swing Kids, con la sceneggiatura di Jonathan Marc Feldman, ha spesso quel suono melodrammatico che va sempre bene.
Girato principalmente a Praga, Swing Kids ha un bell’aspetto e si sviluppa rapidamente all’inizio. Durante lo sviluppo si impantana nei momenti familiari e annaspa. É notevolmente più debole nelle scene che coinvolgono gli adulti rispetto a quelle incentrate sugli stessi adolescenti. I genitori dei personaggi, infatti, sono disegnati in modo piuttosto sottile. É meglio lasciarli in secondo piano, anche se Barbara Hershey ha alcuni momenti lunghi e terribilmente femminili come madre di Peter. Un non accreditato Kenneth Branagh si presenta come un nazista che la ammira e che desidera interpretare una nuova figura paterna per Peter, dal momento che il vero genitore del ragazzo ha incontrato una fine sfortunata.
Alcuni spettatori riterranno legittimamente che Swing Kids sia un film stranamente incruento nell’ottica dell’argomento trattato. La colonna sonora composta da Benny Goodman, Count Basie, Duke Ellington. ecc. ecc. potrebbe essere una potente confutazione delle credenze naziste, ma i veri orrori del dominio nazista restano impliciti. La ribellione è quasi più adolescenziale che contro la guerra e gli orrori ad essa legati. Resta comunque una pellicola piacevole e in grado di coinvolgere e creare suggestioni a certe latitudini di sensibilità, sopratutto musicale.