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GP Canada: è stato davvero un gran premio

Siamo partiti da lontano per questo weekend di GP del Canada, con le disposizioni FIA per il porpoising e le inevitabili polemiche su modifiche al regolamento in corso d’opera. Si è tornati a parlare di sospensioni attive, messe fuorilegge anni fa e, sicuramente, non finiranno qui.

Nonostante questo abbiamo seguito leccardi le libere del GP del Canada, immaginando chissà quali tragedie per i team più vulnerabili a queste nuove direttive.

Invece Alonso primo tempo, Vettel terzo. Siamo nel 2012? Questo, per arrivare a una qualifica che weekend dopo weekend sta diventando una vera gara 2. Alonso in prima fila, Hamilton quarto, Verstappen tempo incredibile; un Sainz gasato che quasi quasi… a quel punto il tifo era cosa del passato. 

Weekend partito alla grande e domenica non siamo rimasti delusi. Non so voi ma siamo rimasti incollati fino all’ultimo giro ripetendo come un mantra: «Non succede ma se succede…».

Bisogna, prima di tutto, confermare che, perlomeno in questo momento, Red Bull è una spada e Verstappen sta imitando il miglior Hamilton. Gran guida, metodico, maturo, a gestire il distacco senza strafare e alzando l’asticella quanto basta per avvisare l’inseguitore di turno che ti molla quando vuole. Forse l’unico timore (speranza, N.d.R.) è stata la rottura del cambio di Perez.

Ferrari (finalmente) come Mercedes: stavolta non si rompe nulla. Ormai sembra superfluo e ripetitivo ma questo weekend di Gp del Canada c’era Hamilton davanti e alla fine a podio.

Russell non ha deluso, anzi ha rinnovato l’abbonamento alle prime 5 posizioni, ma è stato bello rivedere Sir Lewis di nuovo in gioco per posizioni che più gli si addicono. Per non parlare di quel ruota a ruota con Verstappen nel finale di gara. Sapore di duelli passati.

Non sono mancate le delusioni e penso soprattutto alle Haas. Purtroppo fanno parte del gioco. A partire da quel Sainz che tanti hanno gratuitamente infamato appena finita la gara perché non sanno leggere i tempi. La verità è che ha fatto una gran gara e se il team di Maranello deve rimproverarsi qualcosa, allora dovrebbe guardare il pit-stop, non certo impeccabile. Né per lo spagnolo né per Leclerc ma tutto considerato non credo ci fossero vere possibilità di fare di più.

L’inseguimento di Carlos dopo la SC ha rivitalizzato il finale del GP del Canada per le prime posizioni; proprio quando la Red Bull #1 se ne stava andando per conto suo.

E a quel punto è salita l’ansia perché forse poteva farcela, forse Verstappen poteva sbagliare qualcosa… ma non è successo. La Rossa ha combattuto e lo spagnolo, ancora una volta, è arrivato secondo. Eterno secondo? vedremo, però non lo ridurrei a un’occasione mancata. Il divario con il design di Newey c’è ancora e si è visto

Anzi, credo Ferrari oggi possa ritenersi soddisfatta di non essere oggetto di meme e aver portato a casa dei bei punti. Soprattutto dopo che Leclerc ha dovuto sostituire un componente del motore che gli ha imposto la penalità di 10 posizioni.

Come sempre il Monegasco (predestinato è inascoltabile per me) ha guidato alla grande in questo GP del Canada, producendosi in una rimonta mica da ridere, trovando solo in Ocon un vero ostacolo. 

Alonzo, infatti, non è stato solo l’exploit inaspettato del weekend canadese. Entrambe le francesi hanno confermato l’ottimo progresso delle ultime gare; prima in qualifica e poi in gara terminando 6 e 7. Certo la delusione per il principe delle Asturie rimane, ma effettivamente la competizione in gara non è ancora ottimale.

Alpine la considero la vera quarta forza di quest’anno e spero di non essere smentito, a dispetto della simpatia per Norris. Perché Landino sia finito laggiù non lo so. Il Canada ha lasciato poco di positivo alla McLaren. Sinceramente potremmo anche ignorarla se non fosse che Ricciardo è quasi arrivato a punti, ma siamo lontani in ogni caso dai risultati sperati dopo una qualifica perlomeno ottimistica.

É l’Alfa Romeo con Zhou che mi ha piacevolmente stupito in questo weed end. Il Cinese mi ha fatto vedere un sorpasso mica male su Stroll e, se non fosse stato tradito dalla macchina, già a Baku avrebbe portato a casa altri punti.

Il suo compagno Bottas è, invece, di nuovo arrivato tardi.  In senso buono: ancora qualche giro e avrebbe potuto dividere le Alpine. Segno, io credo, che il boscaiolo si sta trovando bene sulla ex Sauber e se non ci sono problemi lui i punti se li va a prendere. 

Un’altro che ha rinnovato l’abbonamento, ma alla 16a posizione, è Latifi che, a casa sua, arriva penultimo, ma la macchina è intera.

Albon, invece, sembra aver esaurito le potenzialità della tinta rossa ai capelli e la Williams si deve accontentare del suo 13o davanti a un Gasly che, di nuovo, sembra litigare con l’impostazione della sua Alpha Tauri. Tsunoda invece non arriva nemmeno alla bandiera a scacchi. Saliscendi imperterrito.

La vera mazzata psicologica sono le Haas. Magnussen e Schumacher in qualifica hanno illuso, qualcuno si è anche lasciato andare, guardando Mick, nella pioggia, arrivare a un improbabile sesto tempo. Domenica la macchina si è rotta e ci siamo rimasti male. Io capisco e apprezzo Steiner, ma se entrambe le americane non finiscono le gare, gli ultimatum ai piloti hanno poco valore. Magari non è solo il giovane Schumi ad aver bisogno di più tempo per farsi valere.