Eccovi a voi una serie di invenzioni in ambito surf che hanno furoreggiato a cavallo tra gli 80’s e i 90’s e che si sono dissolte senza lasciare traccia.
Sono invenzioni che ricordano ai surfer-vet di quando erano grommet e kook, magari anche un po’ poseur. Sono sconosciute agli attuali grommet e kook, magari un po’ poseur, per cui è divertente ricordarle.
Era una idea di Jim Van Vleck, la cui company fu acquistata da Herbie Fletcher, che ha fatto un restyling fighissimo e una operazione di product placement incredibile. In sostanza, si tratta di un deck da applicare sui surfboard e specificatamente sui log. Negli 80’s ha avuto una ampia diffusione per poi sparire nel tempo di asciugare il surfboard.
Probabilmente perché causava abrasioni un po’ ovunque al momento del take off oppure perché, tra i logger, l’astrodeck era visto un po’ come mettere le scarpe marroni di sera tra i dandy… a certe cose ci si bada. Oggi è sopravvissuto sui kick degli shorty.
B-MAX surf gants
Era un guanto palmato che lasciava fuori parti delle falangi e favoriva il paddling con un appeal chiassoso di estro molto 80’s. Per lo più in uso tra i bodyboarder ma anche tra i surfer. In effetti era anche utile, ma a un certo punto è sparito per poi ritornare in forma leggermente modificata nel nuoto.
TURBO TUNNEL
Oh wow! La turbo tunnel salta fuori con la longboard renassaince per idea di Richard Deese e Bob Bole (vi dice nulla Greek surfboards?). É sostanzialmente una pinna con tubo a metà che consente un effetto aliscafo favorendo il nose riding sul log.
In voga tra i late 80s e gli early 90’s sparisce negli 00’s . Insomma, la sua funzione la faceva ma penso che anche in tal caso si tratti di un discorso di scarpe marroni di sera.
NOSE GUARD
Era una protezione di gomma da applicare sulla punta degli shortboard che, negli 80’s, avevano un nose particolarmente appuntito e fragile. Ne esisteva una versione adatta anche ai long.
Ad un certo punto avevano messo in produzione anche i tail-guard che, come dice il nome stesso, servivano a proteggere il tail. Lo si trova in commercio anche oggi ma è più facile trovare uno spot nel deserto che un nose guard sul nose di un surfboard.
Articolo di Francesco Aldo Fiorentino