T&C SURF

T&C surf: stoke & aloha dal 1971

Un surf-brand iconico degli 80’s è, senza dubbio, Town&Country, conosciuto anche come T&C surf designs Hawaii.

T&C surf designs Hawaii (PREMI QUI) era molto diffuso anche fuori dall’ambito del surf, a causa dei personaggi da cartoon disegnati da Steve Nazar.

Ricordo che, questi personaggi, Thrilla Gorilla, Joe Kool e Caveman, li trovavo sugli inviti alle Allnight di musica House che facevano a Milano, al vecchio Rolling Stone. Anche le t-shirt T&C surf designs Hawaii andavano a ruba, quando gli 80’s si avviano alla seconda metà e l’epoca dei paninari iniziava a declinare.

T&C fu un primo esempio di surf-cultcha che deflagrava nell’immaginario dei non-surfer.

Quando si parla di T&C surf designs Hawaii non è una iperbole parlare di surf-culture. Questa è la storia poi giudicate voi.

Town & Country nasce a Pearl City nel 1971 grazie allo shaper Craig Sugira. Pearl City si trova a metà strada tra Oahu e la North Shore, lungo la Kamehameha: l’unica autostrada di collegamento tra la città e  la campagna. Meglio, la zona non urbana, da qui il nome: Town and Country.

Siamo nel 1971 e le influenze hippie nel surf  sono molto forti. Non da meno lo sono la diffusione dello yoga e delle arti marziali orientali. Il logo, quindi, diventò, inevitabilmente, il Tao con lo Yin e lo Yang. Quello a Pearl City era un piccolo negozio con poche t-shirt, boardshort, sticker e surfboard.

La produzione dei surfboard di T&C surf designs Hawaii fu, sin dall’inizio -e lo sarà fino alla fine- il core-business. Non meno del ready to wear, che avrà una diffusione mondiale solo qualche hanno dopo. Craig Sugira, da surfer e shaper calato in piena corsa nella shortboard revolution, coinvolse altri shaper in grado di interpretare il  cambiamento in corso. Una rivoluzione che, pur iniziata dall’Australia, ebbe come epicentro le Hawaii.

Chiamò a sé Glenn Minami e Denis Pang che, insieme a Craig, produrranno i surfboard T&C surf designs Hawaii per la nuova era.

I nuovi surfboard che gestiranno il passaggio da single fin a thruster avranno estimatori tra i protagonisti del surf 70’s ed 80’s. Stiamo parlando di surf-legend quali Daniel Kealoha, Larry Bertleman, Barry Kanaiaupni fino a Sunny Garcia, Johnny Boy Gomes e Matt Archbold, Martin Potter e Christian Fletcher. Questi  ultimi soprannominati la Air Brigade per le manovre aerial che introducono nel surf. Oggi sono la regola ma, in quegli anni, erano l’infrazione alla regola.

Nel 1979 Tal Kawara entrò in comproprietà in T&C surf designs Hawaii. Il piccolo negozio di Pearl City diventò, a quel punto, una realtà world wide.

É in quel periodo che, dal surf brand OP (Ocean Pacific, N.d.R.), in T&C surf designs Hawaii approda il leggendario illustratore Steve Nazar che ci riporta all’inizio del nostro excursus.

Steve Nazar portò nel brand un immaginario illustrato che usciva dall’ambito dei comics per tracimare in quello dei cartoon.

A propria volta troverà la sua dimensione sul retro delle t-shirt. Secondo la regola aurea, infatti, il frontside della t-shirt deve essere vuoto, a parte l’unico spazio per il logo sul taschino a sinistra lato cuore. Il backside/shoulder, invece, è totalmente illustrabile.

Sulla schiera di surfer, primi raver e ultimi paninari, nonchè punk-skater della scena Hardcore, su t-shirt gialle, rosa, rosse, azzurro colore pastello -in alternativa al fluo Gotcha di cui abbiamo già parlato (PREMI QUI)-, quindi, trovarono spazio vere e proprie storie autoconclusive di cartoons character come Thrilla Gorilla, Joe Kool e Caveman.

I character sulle t-shirt erano veri e propri archetipi che, su ogni t-shirt, raccontavano una storia…

un po’ come la parte interna illustrata dell’involucro delle cicche di Rin Tin Tin, che i boomer che staranno leggendo ricorderanno con la memoria rettiliana. Se chi è estraneo al surf percepisce queste illustrazioni  come archetipi del surf chi  invece è un surfer riconosce in Thrilla Gorilla ,Dane Kealoha; in Joe Kool ,Shaun Tomson; in Ken Bradshaw, Caveman. 

T&C intorno agli anni ’90 è scomparsa. Per quel che ne so io, è scomparsa di colpo, senza passare dal purgatorio/oblio che porta all’ annacquamento del brand nella GDO dei mall e senza  neanche avere il tempo di entrare nell’Olimpo irraggiungibile del fashion&luxury. 

A mio ultra modesto parere, T&C è stato talmente rappresentativa iconograficamente di una era e di un immaginario che, con il cambio di era e di immaginario appunto, ha cessato di esistere ma… a quanto pare è tornata. Seguiamone le gesta con la speranza che sia un grande ritorno!