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6 febbraio 1958

6 febbraio 1958: il sogno distrutto dei Busby Babes

Il 6 febbraio 2023 ha segnato i 65 anni dal disastro aereo di Monaco. A Monaco, alle 15:04 del 6 febbraio 1958, infatti, persero la vita 11 membri del Manchester United, tra cui 8 giocatori. Un incidente in cui morirono 23 persone delle 44 a bordo del British European Airways diretto a Manchester. Una tragedia che privò la storia e il mondo del calcio di una giovane squadra entusiasmante, che avrebbe potuto sfidare il dominio globale del Real Madrid dell’epoca.

Un sogno infranto il 6 febbraio 1958. Un dolore che sarà parzialmente confortato solo da Bobby Charlton che, 10 anni più tardi, sollevò la Coppa dei Campioni sotto il cielo di Wembley, porgendola simbolicamente agli amici scomparsi.

Sotto il loro ispiratore, l’allenatore scozzese Matt Busby, dopo la guerra, il Manchester United diventò, infatti, una delle squadre di calcio più brillanti ed emozionanti d’Inghilterra. Lo United aveva vinto tre scudetti in sei anni, dal 1952 al 1957, e aveva sfidato i desideri della FA partecipando alla nuova Coppa dei Campioni.

I Busby Babes, come la squadra fu soprannominata dal proprio allenatore, erano di rientro in Inghilterra dopo essersi assicurati un posto nelle semifinali di Coppa dei Campioni per il secondo anno consecutivo. In particolare, il Club aveva scelto di utilizzare i servizi aerei di linea in modo che i giocatori non soffrissero la fatica dei lunghi viaggi su strada, ferrovia o mare, per giocare le trasferte di Coppa dei Campioni.

Busby, i suoi giocatori e lo staff erano, per questo motivo, a bordo di un aereo BEA che, da Belgrado, avrebbe fatto scalo a Monaco di Baviera, per far rifornimento prima di dirigersi nel Regno Unito. Il tutto con una tempesta di neve in arrivo.

Il volo da Belgrado a Monaco era stato ritardato di un’ora perché Johnny Berry non era riuscito a trovare il suo passaporto. Quando l’aereo atterrò a Monaco, purtroppo, le condizioni meteorologiche erano estremamente sfavorevoli, con un vento gelido che turbinava intorno all’aeroporto che, poco prima dell’istante del decollo fatale, si era trasformato in una forte nevicata.

Furono due i tentativi di decollo prima che l’aereo si schiantasse, quel 6 febbraio 1958. Il pilota James Thain, ex tenente della RAF, durante la prima operazione, infatti, avvertì un rumore insolito…

Chiese, pertanto, un nuovo OK alla torre di controllo per effettuare una nuova manovra, che fu abortita immediatamente. A quel punto, i 38 passeggeri complessivi vennero fatti scendere per raggiungere il terminal dell’aeroporto di Monaco, da cui diversi giocatori del Manchester United mandarono un telegramma per avvisare le famiglie del ritardo.

Dopo due tentativi di decollo falliti, i giocatori e gli altri passeggeri, già molto nervosi, risalirono sull’aereo. Il pilota, infatti, aveva rifiutato il pernottamento, preferendo optare per un terzo tentativo, nonostante la neve cadesse ormai copiosa.

Alle 14.59 l’aereo si mise in moto. Raggiunse i 217 km/h, insufficienti per alzare l’aereo. Il motore si surriscaldò e il velivolo non prese quota, finendo sulla parte della pista in terra battuta, ormai abbondantemente innevata. La velocità scese a 194 km/h. Pochi per decollare, troppi per frenare. L’aereo scivolò sul fango e sulla neve, sfondò la recinzione della pista, si schiantò con l’ala sinistra su una casa e finì contro un un capannone, al cui interno si trovava un camion contenente pneumatici e una cisterna di carburante. Esplose tutto.

Le vittime furono 23. 21 furono i sopravvissuti allo schianto del volo 609 della British European Airways all’aeroporto di Monaco-Riem.

Geoff Bent, Eddie Colman, Mark Jones, David Pegg, Liam ‘Billy’ Whelan, l’attaccante Tommy Taylor e il capitano Roger Byrne morirono sul posto, mentre il grande Duncan Edwards, il miglior talento della squadra, decedette in ospedale 15 giorni dopo, tra atroci dolori. Matt Busby rimase gravemente ferito. Bobby Charlton, futuro nazionale inglese, fu tra quelli portati in ospedale. Charlton si era ritrovato fuori dall’aereo, ma ancora legato al sedile.

I medici sono venuti e mi hanno fatto un’iniezione nella parte posteriore del collo e sono semplicemente crollato. Non mi sono svegliato fino al mattino seguente. Un ragazzo tedesco era lì e aveva dei fogli. Aveva una lista di tutti i giocatori e li leggeva e se erano vivi diceva ‘sì’ e se erano morti diceva ‘no’. Per giorni mi sono chiesto perché mi fossi salvato. Mi sentivo in colpa verso quei miei cari amici che avevano perso la vita. Si è trattato solo di fortuna, ero seduto nel posto giusto. Ma quell’incubo mi accompagna da allora e ha cambiato la mia vita”.

Bobby Charlton

Harry Gregg fu un altro dei 9 calciatori che si salvarono. É considerato uno degli eroi del disastro aereo di Monaco che decimò la sua squadra 65 anni fa. Dal disastro, infatti, salvò diverse persone, tra cui Bobby Charlton e Jackie Blanchflower, dello United, e un bambino.

Harry Gregg era il portiere dei Red Devils. Fu acquistato nel dicembre 1957 per 23.500 Sterline. All’epoca fu il trasferimento più costoso della storia per un portiere. Ebbe una straordinaria carriera. Durante i Mondiali del 1958, ad esempio, venne votato come miglior ultimo difensore della competizione, ma non ha mai dimenticato quel drammatico giorno. Harry Gregg è morto il 16 febbraio 2020.

Lo United completò la stagione con una squadra ricostruita, sotto la guida dell’assistente allenatore Jimmy Murphy.

Sorprendentemente raggiunse la finale di FA Cup, ma la squadra venne battuta 2-0 dal Bolton Wanderers a Wembley.

Matt Busby tornò ad allenare lo United e vinse la Coppa dei Campioni nel 1968. Proprio 10 anni dopo che il destino li aveva cancellati dalla storia. Sotto il cielo di Wembley fu proprio Bobby Charlton, il Capitano, a sollevare quella Coppa dei Campioni, quasi porgendola, simbolicamente, agli amici scomparsi a Monaco.

Articolo di Tommaso Lavizzari