pat curren

Good Bye, Pat Curren!

Phil Edwards e Greg Noll erano in piedi con lo sguardo rivolto verso la pozza d’acqua in cui precipitava la cascata Wailua falls e, da un po’ di tempo meditavano sulla possibilità ed eventualità di tuffarsi da quel salto di 85 piedi (più o meno 26 metri, gente!). Nel mentre li raggiunse il silenzioso e impenetrabile Pat Curren, con una Marlboro in una mano e una lattina di Kona, nell’altra. Salutati i pards diede uno sguardo rapido al precipizio affidò la Marlboro a Noll e la Kona a Edwards e si tuffò.

Questo aneddoto definisce la figura di Pat Curren, surf legend che ci ha appena lasciati, all’età di 90 anni.

Pat Curren nacque a Carlsbad in So-Cal ma crebbe a Mission Beach, a San Diego. A 16 anni lasciò la High School e, dopo un paio d’anni, si trasferì a La Jolla, sempre a San Diego. Lì cominciò a fare surf come uno dei primi membri del prestigioso Windandsea Surf Club.

A 23 anni volò alle Hawaii e, insieme ad Harry Scurch (cognato di Robert August), Greg Noll, Mike Stange, Fred Van Dyke e il teen ager Mickey Munoz surfò la malevola onda di Waimea.

L’onda di Waimea del 1957 è stata capitalizzata principalmente da Greg Noll ma, in effetti, quello che la prese meglio fu Pat Curren.

Nessuno della crew era un big wave rider, né si sarebbero cimentati in seguito nel surfare onde gigantesche, tranne Pat Curren che presto lo diventò. Capì subito che i surfboard usati fino a un istante prima erano ottimi per le piccole onde lunghe e glassy del California meridionale ma non per Waimea e Makaha, per cui creo il gun, il surfboard adatto.

Pat Curren era un surfer che sceglieva le onde più impegnative e si dedicava a creare i surfboard adatti a cavalcarle. Era un uomo di qualità e non di quantità.

Rifuggiva il soldi e la fama. Ricercava il surf. Ha lasciato una traccia nel surf per chi intende il surf nel modo più puro e semplice, senza compromessi e compromissioni. Era l’antitesi del suo amico Greg Noll.

Lasciò le Hawaii, quando tutti andavano alle Hawaii, per tornare a San Diego. Si dedicò ai suoi ineguagliati surfboard gun. Nel 1961 tornò alle Hawaii e si sposò con Jeanie, dalla quale ebbe due figli: Tom Curren (1964) l’inventore del surf moderno!) e Joe Curren (1974), che dal padre hanno ereditato carattere, amore per il surf e talento. Tornato in California riprese a fare surfboard e si dedicò alla pesca subacquea.

Negli 80s divorziò da Jeanie e si trasferì in Costarica. Dopo 5 anni, esasperato dal turismo e dalla commercializzazione del posto, se na andò in Baja. Lì visse in una roulotte agganciata a un Chevy Thaoe. Un’esistenza errabonda tra spot ed essenziale con la nuova moglie Mary.

Non avendo mai inseguito i money e avendo preferito la vita libera del surfer agli affari si trovò, un paio d’anni fa, senza soldi, con gravi problemi dentari e una figlia con problemi particolari:

Pat era un tipo che se trovava qualcuno senza maglietta gli dava la sua senza preoccuparsi di dargliene una altra.

Jeanie Curren

Pat era un tipo schivo e non chiese aiuto ai figli Tom e Joe. Lo shaper Paul Schmidt di Rockaway (yeah, lo spot di N.Y.C. celebrato dai Ramones nella omonima canzone) lo incontrò nel parcheggio di Swami (San Diego, Cal) e decise di organizzare per lui un crowdfunding che, in breve, raccimolò 100.000$. I surfer non si sono dimenticati di chi ha dato tutto sé stesso al surf, senza chiedere nulla indietro. Anzi, Pat evitò sempre di commercializzarlo.

Il vecchio irlandese scuro, divenuto canuto senza perdere né il fisico muscoloso e longilineo, né il secco sense of humour e l’onestà intellettuale, ci ha lasciato.

Goodbye Pat! We love you!

P.S. se volete vedere Pat Curren surfare cercatevi:  Surf Crazy, Barefoot AdventureCavalcade of Surf Gung Ho! 

Articolo di Francesco Aldo Fiorentino