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I Tarocchi e il Matto che fa surf

I Tarocchi hanno storia lunghissima, non per forza quella che si vuole raccontare. É intrisa di un esoterismo forzato, legato alle Piramidi d’Egitto però…

Estremamente in voga nelle corti dell’Umanesimo, il vero business si sviluppa tra i cartai europei dal 1700: mazzi su mazzi di Tarocchi stampati e venduti, magari diversi tra loro ma simili nella struttura. Proprio in quel periodo storico, cominciano a sparire dall’Italia per ragioni legate alla religione cattolica.

Mai del tutto scomparse dalla circolazione, è da qualche anno ormai che queste carte dalla forte connotazione iconografica si sono fatte spazio in diversi ambiti creativi. Ricordo una collezione bellissima di gioielli Swaroski, ma anche un mazzo di carte creato da Vivienne Westwood.

Tra moda e design è facile scovare Arcani, così si chiamano alcune delle carte che compongono il mazzo, un po’ ovunque: felpe, poster, ciondoli e chi più ne ha più ne metta.

Io stessa ho avuto il mio primo approccio con le carte durante un salone del mobile a Milano e non dalla nonna di qualche amica, per dire…

Ho conosciuto Clara durante la settimana del design per il progetto Fatto Bene in Italy. Lì spiegava che i primi mazzi erano probabilmente stati stampati in Italia sebbene molti pensino subito a Marsiglia. In un attimo mi sono ritrovata catapultata in un mondo iconografico estremamente ricco di riferimenti storici e artistici.

Se pensavate che avrei scritto di divinazione questo articolo non fa per voi. Potete anche smettere di leggere ora perché è del fermento creativo atto a modernizzare e a trovare un nuovo linguaggio a questi quadrati di carta che mi sono interessata.

Appena mi è apparso per caso davanti questo Matto che fa parte dell’Aletarox Deck, (PREMI QUI)ho pensato immediatamente a RIS8. Se RIS8 fosse un arcano maggiore, sarebbe questo. Così lo vedo io, chiaro e limpido.

Ho anche contattato l’autrice per chiederle se avesse intenzione di stamparci delle felpe: l’avrei comprata al volo. C’è così tanto in queste immagini che non serve in nessun modo conoscere i significati attribuiti ad ogni carta per godere di questo gioco.

Molti creativi, davanti alla crisi della pagina bianca, stanno iniziando a divertirsi coi Tarocchi. Certo, conoscere la struttura, più che i significati, è un bellissimo esercizio di stile e una nuova connessione al proprio inconscio e al proprio intuito.

Non si tirano quindi due carte fuori dal mazzo dei Tarocchi per sapere se l’amore arriverà, ma per riprendere le redini di una storia o scriverne una nuova: queste figure si parlano? Si guardano? Che colori risultano predominanti? Cosa raccontano?

Non me ne vogliano i lettori di Tarocchi ma un alleato creativo così affascinante non mi sembra in nessun modo meno importante della brama di avere consigli su quel che verrà, anzi.

Una curiosità sul Matto: è la prima carta del mazzo, l’unica non numerata. Avrebbe potuto essere lo zero? Forse, ma il concetto di zero non è sempre esistito. Sembra un particolare eppure è già un concetto da esplorare, un esempio concreto di un nuovo utilizzo di non semplici carte da gioco.

Questo primo post dell’anno lo dedico a tutti i Matti che vanno incontro al 2023 liberi e pronti a cavalcare le onde dei mesi a venire.

Articolo di Justine C.M. Romano