shelter

La leggenda dello Shelter

Lo Shelter era a Colturano. A 2km da Mediglia, dove abito. Inizio della Bassa Milanese. O, meglio, era a 2 km da Mediglia, da dove abito io. Perché adesso non c’è più ed è difficile farsi una idea di come abbia potuto esistere un locale del genere, in un posto del genere, per gente del genere, in quel luogo. Andiamo in ordine.

La prima volta che misi piede allo Shelter avevo 16 anni e si chiamava Stereo Discoteca.

Erano gli anni in cui chi aveva uno scantinato o un garage apriva al volo una discoteca che raccogliesse torme di teenager. Lì avevano un ampio scantinato, sotto la Trattoria Sarda per camionisti. Sorgeva come una roadhouse alla fine di un paese seicentesco, abbastanza diroccato, con immancabile cava di ghiaia&sabbia e lago per la pesca sportiva. Un grosso edificio in stile geometra/capomastro inconsapevolmente brutalista con piazzale ampio e polveroso in estate/pantano in inverno che poteva accogliere parecchi bilici e ancora più motrici. Il grosso edificio non  ha mai avuto una veranda esterna. Chi mai si siederebbe a mangiare la polvere e la nafta dei camion? All’interno ha sempre avuto un bancone dietro il quale era celata una cucina, bar-bancone lungo e molti coperti e se non ricordo male anche un biliardo dei F.lli Rossi di S.Giuliano Milanese.

Poi aveva un piano sopra, con 3 balconi/veranda incassati, perchè affittava anche camere. Un piano sotto, dove avevano, appunto, ricavato lo Shelter.

Prima era la Stereo Discoteca che era un postaccio in stile 80s ma con strascichi 70s fatto di tavolini e divanetti con disco e italo-disco diffusi a manetta. Risse continue tra bifolchi di varie bande di vari paesi. In quegli anni vi erano diverse bande su è giù per la Bassa. Randas a San Donato, K2 a San Giuliano; B73 a Melegnano; Kings a Mediglia e TNT a Dresano e via così. 

Dal lato opposto della Trattoria c’era una zona di sterpaglie e bosco che diradava sulle anse del fiume Addetta. C’era una pista da motocross dove trascorrevo le giornate spaccando il Caballero con i mie amici (ognuno spaccava la proprio motocicletta). A volte andavamo a finire proprio nella Trattoria Sarda, a bere una birra, magari a giocare a biliardo. Se non ricordo male c’era un biliardo e se c’era ci giocavamo.

Nella disco nel basementl, la Stereo Discoteca, ci sarò stato 3 o 4 volte al più. Se dovevo stare in zona invece che venire nella city preferivo il Viridis a San Giuliano o a San Colombano al Lambro, dove facevano concerti della madonna e dj set r’n’r, new wave, ecc. ecc.

Un giorno, di punto in bianco, passando di lì qualche anno dopo, sempre all’ingresso della discesa, verso lo scantinato, che con tutta probabilità era una ex rimessa per camion, visto che c’era la pesa pubblica, notai una scritta gotica: Shelter.

Non ci feci molto caso. Dopo un po’ di tempo, però, mi accorsi che, sotto quella Trattoria, sulla SP Cerca, alla fine di un paese secentesco diroccato e con tanto di cava estrazione ghiaia/sabbia /pesca sportiva la Stereo Discoteca era stata sostituita da un tempio goth-dark chiamato Shelter.

Cioè, mica una robina così! Roba con goth girl e darketteria varia e assortita. Venivano dalla city o dagli altri suburbs satelliti della city e non solo, da tutta Italia o almeno da quella settentrionale. Ecco, a dirla tutta, pur non avendo nulla da dire contro la scena dark – anzi ho buoni amici nell’ambiente – i goth, i dark, non sono mai stati la mia cup of tea. Quindi, allo Shelter sarò stato circa 4 o 5 volte in tutto, però, a dirla tutta, mi è dispiaciuto quando ha chiuso. 

Lo Shelter stava aperto fino all’alba. I tipi e le tipe goth che si aggiravano a fine nottata nel piazzale della SP Cerca e lo sgangherato paese di Colturano sullo sfondo di New Holland, John Deere e BCS, guidati da stolidi redneck che iniziavano nel mentre la giornata lavorativa, suggerivano un’atmosfera a metà strada tra Dal tramonto all’alba e Nosferatu.

Le volte che ci sono stato ho trovato, al di là del buio pesto che celava un arredo malmesso. Gli accoliti all’interno erano tutt’altro che cupi e molto eterocliti nelle varie tonalità di nero.

Va detto che, dietro l’apparenza da cral di becchini, i frequentatori erano molto divertenti e simpa. I/le goth che conosco sono persone garbate e gentili. La musica andava da Bauhaus, Cure & darketteria assortita, al punk, fino all’ EBM. A una cert’ora, dalla Trattoria Sarda, tramite il piccolo montacarichi per le vivande, scendevano cibarie nostrane: pastasciutte, pizzette e via discorrendo. Utili ad assorbire l’alcol negli stomaci.

Come ho premesso, lo Shelter ha chiuso. Sono passato di lì un giorno ed aveva chiuso. Non ho mai capito il perché. Forse a causa delle proteste dei redneck o a causa degli alcol test con ritiripatente-au-go-go che hanno causato la chiusura di centinaia di locali e discoteche. Più probabilmente lo Shelter chiuse perché non era in regola. Probabilmente non lo era nemmeno ai tempi in cui si chiamava Stereo Discoteca, ammesso che nella Bassa Milanese, in quegli anni, ci fossero delle regole in proposito…

Magari poi a contribuire alla chiusura è stata anche la mancanza di ricambio generazionale nella scena. Chi lo sa?Tuttavia è un peccato. Certo che a vedere l’insegna cancellata a spray, sotto la Nuova Trattoria che adesso ha una bizzarra insegna retro-illuminata senza nome e con uno strano pattern, si ha un sensazione davvero di gotica melanconia.