Nel 1963, JFK fu il primo presidente della storia degli USA a recarsi ufficialmente alle Hawaii. Sebbene l’intento di includere l’arcipelago delle ex isole Sandwich fosse partita dal presidente Ulysses Grant nel secolo precedente. Sì. Grant è lo stesso che, in veste di Generale, aveva sconfitto il Generale Lee ponendo fine alla guerra civile americana, di cui abbiamo accennato nell’ articolo sul bourbon Old Crow (PREMI QUI).
JFK ad Ohau, Hawaii, incontrò Duke Kahanamoku, capostipite eletto dei surfisti, e parlarono di surf.
John Fitzgerald Kennedy, in arte JFK, aveva fatto parte del team di nuoto agonistico dell’Università di Harvard ed era un eccellente body surfer. Surfava in modo amatoriale presso il Beach Club della famiglia di sua moglie, Jacqueline Lee Bouvier Kennedy, a Bailey’s Beach, a Newport, nel Rhode Island.
JFK si rivolse a Duke chiedendo quale surfboard acquistare. Duke gli consigliò il brand Surfboards Hawaii di Dick Brewer.
Brewer era considerato l’Einstein del surf in fatto di design e shape di surfboard. Qualche anno dopo avrebbe fondato il suo brand Dick Brewer Surfboards.
Dopo quell’incontro, non a caso, partì una lettera dall’ufficio della presidenza degli USA indirizzata a Surfboard Hawaii, alla cortese attenzione di Dick Brewer per commissionargli un surfboard.
Dick Brewer fece il surfboard, un modello Semi Summer, ma JFK non fece mai in tempo a riceverlo perché fu assassinato, a Dallas, 5 mesi dopo.
Mi sto servendo di – spero – un interessante espediente per entrare nell’argomento: dinastie. Una sorta di crossover di vite il cui perno è Dick Brewer, che in sostanza è il surf-mondo.
Nel surf-mondo, infatti, ci sono le dinastie come nel real-mondo.
Dick Brewer ha innovato il design dello shaping dei surfboards per le grandi onde con modelli come il pipeliner e il mini-gun. Queste sono l’evoluzione pratica del gun surfboard usato grazie anche all’antesignano dei big wave rider Walter Hoffman – che non ha nessuna parentela con l’Hoffman dell’acido lisergico – a cui faceva i surfboard.
Walt Hoffman, come JFK, aveva servito durante la WW2 nella US Navy. Era a Pearl Harbour durante l’attacco giapponese che decretò l’entrata in guerra degli USA.
Un’altra cosa che collega, per certi versi, i Kennedy con gli Hoffman, a parte la comune propensione all’acqua, è che sono due american dynasty, seppur in ambiti diversi e di due coste opposte, e non sono WASP (White Anglo-Saxon Protestant ). Infatti, i Kennedy sono irlandesi, mentre gli Hoffman sono ebrei. Walt, con il fratello Flippy, aveva implementato l’azienda manifatturiera di famiglia.
La California Fabrics, una viva realtà, che ancora oggi è tra le più rappresentative aziende del surfwear. Produce, tra gli altri, per fare due nomi noti anche a chi di surf ne mastica poco o nulla, Quiksilver e Billabong.
La figlia di Walt Hoffman, Joyce, è stata una delle più abili ed impavide surfer della storia. Una autentica surfargette. Una conclamata icona! Era anche un autentico diavolo nelle competizioni di motocross!
L’altra figlia, anch’essa surfer di gran livello, invece, si sposò con, il mai abbastanza considerato, Herbie Fletcher.
Un ottimo surfer, eclettico e big wave rider, nonché tra i primi a contribuire allo sviluppo dei down rail nello shaping dei surfboard e, non ultimo, proprietario del brand Astro deck.
La mela non casca lontano dal melo e, infatti, Herbie e Dibi sono i genitori di Christian e Nathan. I terribili fratelli Fletcher che surferanno con radicalità estrema sia le pool che le spesse e spietate onde di Thaipu, portando il punk nel surf.
Christian e Nathan Fletcher sono stati dei veri rivoluzionari del surf e si devono a loro gli aerial, ormai diffusissimi nel surf, derivati dai trick nelle pool con gli skateboard che, a loro volta, prendevano spunto dalle manovre di surf.
A parte Joyce, che ha vinto parecchi contest nei 60’s, e Herbie, quando i contest erano una questione più che altro di soddisfazione personale e non una sorta di Wild West Show, anche il nonno Walt e i nipoti Christian e Nathan si sono, per lo più, tenuti alla larga dalla sempre più crescente commercializzazione del surf competitivo.
Sì, nel surf-mondo ci sono le dinastie ma sono meno tragiche e più meritocratiche, forse per via di quell’atavico spirito hawaiiano che riaffiora, ogni tanto, anche in questa strana epoca.
Un’epoca in cui non contano tanto i patrimoni o le linee di sangue. I legami si costruiscono di generazione in generazione e si tramandano con le linee che una persona traccia, a rischio della propria vita, su montagne liquide in movimento. That’s all mates!