Roma e Atalanta

Roma e Atalanta on fire, le milanesi molto meno

Si è conclusa la quarta giornata di Serie A. Lo ripeto allo sfinimento: è presto per trarre conclusioni. Si è appena chiuso il calciomercato, tra due mesi si fermerà tutto per il Mondiale più assurdo della storia. Si vedrà solo da gennaio cosa, effettivamente, succederà. Inutile fasciarsi la testa oggi, com’è inutile esaltarsi. Ci pensa già la stampa e, purtroppo, ci cascano i tifosi innamorati. Consiglio di vivere il presente. Oggi, in testa, ci sono la Roma di José Mourinho, che si lamenta della mancanza di un difensore, e l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, che si lamenta di avere troppi calciatori a disposizione.

Roma e Atalanta hanno avuto un po’ più di continuità rispetto, soprattutto, alle milanesi, che arrivano al Derby della Madonnina con qualche svarione di troppo e una qualità di gioco mostrata solo a tratti.

Il Milan non giocava così male da prima del Covid, ma il Sassuolo non ne ha approfittato. Due pareggi, però, sono peggio di una sconfitta. L’Inter ha vinto 3 a 1 grazie ai singoli, ma a ranghi invertiti la Cremonese avrebbe vinto con uno scarto forse superiore. I Grigiorossi hanno giocato una partita molto migliore rispetto ai Nerazzurri. La Roma si è aggrappata a Paulo Dybala per piallare il Monza, mentre l’Atalanta ha trovato il 3×1 alla Koopmeiners. Tripletta dell’olandese, doppietta della Joya, squadre in cima alla classifica e allenatori scontenti ma dalla parte della società.

Restano molto fiduciosi Pioli e Inzaghi, invece. Sono stati accontentai in tutto e per tutto, e hanno mantenuto quasi tutto invariato. Io non rivedo, però, le stesse Milan e Inter della passata stagione. É certo che saranno protagoniste fino in fondo, ma non saranno sole come l’anno scorso. Non sono solide mentalmente come l’anno scorso.

Juventus e Lazio se la giocheranno con le milanesi, la Roma e anche il Napoli. Proprio i Bianconeri di Max Allegri e i Giallorossi di Mou sono le squadre che mi sono sembrate avere la testa più giusta in queste briciole di calcio d’agosto. Come l’Atalanta.

Vado contro corrente anche rispetto all’opinione pubblica, anche se non è una novità. Reputo, infatti, dall’anno scorso Allegri e Mourinho ancora dieci anni avanti rispetto a tutti gli altri tecnici attualmente impegnati in Italia. Vedo un po’ indietro, invece, la Fiorentina di Italiano, osannato dalla critica, e l’Atalanta di Gasp, idolo della critica. Proprio a livello di organico, ma si vedrà tutto a gennaio, ripeto.

Occorrerà rimanere agganciati alla vetta fino a novembre e poi, a gennaio, a Mondiali conclusi, facendo la conta dei reduci e delle loro condizioni, si partirà con il vero campionato. Questo, temo varrà per tutti.

Non è una variabile stabile neanche l’impegno in Qatar. C’è chi tornerà stanco, chi esaltato, chi al massimo dello splendore, chi si romperà, chi si aggiusterà. Chi avrà tempo per allenarsi e chi perderà la concentrazione e la condizione… Bisogna portare pazienza e osservare le cose giorno dopo giorno.

Buttando un occhio ai principali campionati, ad esempio, si può notare che quella tanto vituperata superiorità di Bayern Monaco e PSG nei rispettivi campionati, non è poi così vera per ora. Classifiche alla mano, infatti, i distacchi sono gli stessi e, se in Germania il Bayern è primo a 10 punti con l’Union Berlin, in Francia il PSG è a braccetto con Marsiglia e Lens. Ricordiamoci che, in Italia, vincono solo tre squadre da vent’anni.

Forse, proprio questa stagione, ci riserverà la svolta grazie alla variabile Mondiale, anche se, per quel che vedo, le squadre da battere saranno sempre le 3 nobili e Mourinho.

Intanto, questo week end ci sarà da divertirsi con Milan vs Inter, Fiorentina vs Juventus e Lazio vs Napoli, con Roma e Atalanta che potrebbero andare in fuga.

Nel frattempo un saluto doveroso va a Josip Iličič che, a 34 anni, lascia l’Atalanta e si prende una pausa per decidere il proprio futuro. Un calciatore fenomenale, a mio avviso, che mai è stato e mai sarà completo. Giocatore dalla classe cristallina e dalla fisicità imponente, ha sempre peccato nella continuità mentale. Gasperini pareva aver risolto anche questo enigma trovandogli un ruolo capace di renderlo decisivo, sia in campo che nella rosa. Sempre che sia importante esserlo. Lui è entrato nel cuore di tutti i tifosi che ha avuto. Lo ha fatto azzeccando dribbling improbabili per la propria stazza e calciando come pochi al mondo. Ha mantenuto vivo il mito dei calciatori balcanici, geniali ma svogliati. Che amo da sempre. Ha certamente reso la nostra serie A un posto migliore. Spero proseguirà a giocare e di vederlo risorgere, per l’ennesima volta, come un cigno nero.