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Fabrizio Ghilardi: ecco il primo Tattoo Club itinerante

Fabrizio Ghilardi è già comparso sulle pagine di RIS8Lifestyle (PREMI QUI). Ha vissuto e vive molte vite e, quindi, capita spesso che faccia qualcosa di interessante e che valga la pena raccontare. Una volta ho anche provato chiedergli di presentarsi da solo e mi ha risposto più o meno così:

Eh, è difficile offrire una propria presentazione. Direi che va bene definirmi un crononauta, con una spiccata tendenza al perdigiorno e al flâneur. Altre volte ho tagliato corto e ho raccontato di aver fatto per anni il pornoattore, tanto nessuno avrebbe mai ammesso di aver visto film pornografici. In realtà sarei dovuto essere uno studioso di Storia dell’alimentazione svedese medievale, sai quelle robe della scuola della Nouvelle Histoire, espressione della École des Annales, metodologia storiografica francese… Ecco, ho fatto altre scelte nella vita. Ma forse avrei fatto bene a continuare quel filone di studi.

In effetti conobbi Fabrizio Ghilardi più di 10 anni fa, quando scrisse Wembley in una stanza (PREMI QUI) e già lì non era facile definirlo. Chiaramente siamo diventati molto amici. Le basi da perdigiorno sono comuni. Scrivere è rimasta la sua costante, come la mia, il resto muta attorno a lui alla stessa velocità della sua penna. La scrittura è sì un mestiere, ma anche il suo laboratorio. Quello in cui crea le idee che poi cerca di trasformare in realtà. Spesso ci riesce. Basta scavare nel suo passato anche recente.

Avete presente quando si dice: la realtà supera la fantasia? Ecco, lì troverete Fabrizio Ghilardi. Che passeggia ovviamente, da flâneur, quale ama definirsi. Surreale ma molto concreto, ha creato interi universi, come quello di Enomoto Takeshi, suo compagno d’avventure e alter-ego letterario. Forse. (PREMI QUI)

L’universo di Fabrizio Ghilardi nasce dalla sua necessità di vivere profondamente la relazione personale che ha con il Bello, con l’antichità, con il viaggio, con la Fede.

Darwin Pastorin, un suo caro amico e soprattutto eccellente giornalista e scrittore lo ha descritto così:

Fabrizio Ghilardi è uno scrittore. Non solo: è un ribelle, un sognatore, un fuggitivo. Un cantastorie, un bracconiere di memorie, uno che affronta il presente recuperando coriandoli e bagliori del passato.

Darwin Pastorin

Era inevitabile, quindi, che la sua passione per il viaggio e i tatuaggi, dimensione strettamente correlata, lo avrebbe presto fatto tornare a girare il mondo, non solo immergendosi nel calamaio.

Ho sentito che sei tornato a occuparti di tatuaggi.

Fabrizio Ghilardi: «La novità è che è nato il primo Tattoo Club itinerante. Per questo sono tornato a occuparmi di tatuaggi. Dunque, hai sentito bene».

Mi sembra una novità molto interessante, forse ce ne puoi parlare. In realtà siamo qui per questo, quindi…

Fabrizio Ghilardi: «Volentieri. Si tratta di un’idea di Enomoto Takeshi che possiede una collezione di strumenti improbabili.

Il nome del tattoo club è Dynasphere Psychotic Tattoo Club e si ispira a un veicolo monoruota inventato negli Anni Trenta in Inghilterra che a sua volta prende l’ispirazione da uno schizzo di Leonardo da Vinci.

Velocità, rapidità di pensiero, di movimento. Come sai, Enomoto Takeshi è l’inventore de L’Acernatore… Senza ispirazione non c’è fuoco e senza fuoco non c’è ispirazione».

L’Acernatore è un macchinario molto importante. Ci puoi spiegare a cosa serve? Sempre che tu l’abbia capito, ovviamente.

Fabrizio Ghilardi: «Certamente. È una sorta di potenziometro di intensità che va collegato al Phonoakustischer Repeater tramite un adattatore e un convertitore di onde elettromagnetiche, costituito da un antenna simile a un dipolo hertziano, collegato a delle sfere metalliche che fungono da serbatoi per le cariche. Ma non ho capito bene a cosa serve. Credo serva a realizzare i propri sogni».

É tutto molto chiaro in realtà. Dopo questa parentesi culturale, di cui ti ringrazio, torniamo al Dynasphere Psychotic Tattoo Club. Motivo dell’intervista.

Fabrizio Ghilardi: «Sì, torniamo alla nostra ruota dentata velocissima.

Il Dynasphere Psychotic Tattoo Club ha avuto il suo battesimo a Next House, il luxury hostel di Copenhagen, in occasione del  Copenhell, il festival Heavy Metal che si è tenuto dal 15 al 18 giugno 2022.

Posso dirti che il primo tatuatore del Dynasphere Psychotic Tattoo Club è Eloy Antequera Lopez de Quintana, ovvero Kaiten_Noctae, il resto lo dovete scoprire da soli. E no, Enomoto Takeshi non ha tatuato. Lui non è capace».

Interessante. Sono da poco tornato da Copenhagen anch’io, ero là per Mikkeller Beer Celebration (PREMI QUI). Una città all’avanguardia, in continua evoluzione.

Fabrizio Ghilardi: «Ho vissuto a Copenhagen, come ben sai, e tornarci è per me una grande gioia. Portare un tatuatore al Next House, è un progetto molto ambizioso. Un posto tutto da scoprire. Ma quello che mi interessa di più è sviluppare l’idea di studio di tatuaggi in movimento. C’è bisogno di tornare a essere dinamici. Sarò di ritorno a Next House tra il 15 e il 21 agosto, credo sia uno dei posto più interessanti che abbia mai visto. Ha delle potenzialità incredibili».

A proposito di viaggi, in estate hai delle presentazioni de Le avventure romane di Enomoto Takeshi, giusto?

Fabrizio Ghilardi: «Sì, l’8 e il 9 luglio sarò al Festival giapponese di Roseto degli Abruzzi, poi il 12 settembre sarò alle Antiche Fonti di Cottorella dove L’Acernatore presenterà il mio libro e organizzerà un concerto di musica jazz, proprio come avveniva nello stesso luogo negli Anni Venti, quando d’estate la domenica si andava alle fonti per depurarsi con l’acqua di Cottorella. Alla fine di settembre, invece, presenterò Le avventure romane di Enomoto Takeshi a Todi, in occasione della seconda edizione del Festival  letterario. Ovviamente si parlerà anche del crowdfunding (PREMI QUI) de L’Acernatore che serve a creare una piccola casa editrice specializzata in letteratura estravagante e si parlerà dei tre détour che compongono il libriccino intitolato Tre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto Takeshi. Intanto sto scrivendo nuove storie dedicate alla Calabria, ma te ne parlo la prossima volta. Ecco, questo è dinamismo. Il resto è rimanere imbalsamati».