L’Acernatore ha intervistato Fabrizio Ghilardi ed Enomoto Takeshi per Ris8Lifestyle, in occasione della recente uscita del romanzo Le avventure romane di Enomoto Takeshi. Ne è nata una conversazione che offre numerosi spunti di riflessione.
LE AVVENTURE ROMANE DI ENOMOTO TAKESHI
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Durante la presentazione che si è tenuta a Terni presso la Biblioteca Comunale, evento patrocinato dal Comune di Terni al quale ha partecipato anche il sindaco Leonardo Latini, si è parlato di come temi importanti affrontati nel libro siano trattati con grande leggerezza e anche un certo disimpegno. Ci spiega il motivo, Fabrizio Ghilardi?
Fabrizio Ghilardi: «Come dicevo durante la presentazione, faccio mie le parole di Boris Vian, scrittore, paroliere, drammaturgo, poeta, trombettista e traduttore francese, nonché membro del Collège de ‘Pataphysique:
Dunque, dire idiozie, oggi, quando tutti riflettono profondamente, rimane il solo mezzo per provare la propria libertà e indipendenza di pensiero.
Per questo motivo i tanti temi di carattere storico, filosofico e religioso sono affrontati con una certa originalità e stravaganza di linguaggio. Lo stesso Acernatore ricorda strumenti surreali come il pianococktail di Vian o la bicicletta di Flann O’ Brien che, secondo la famosa teoria atomica, incorpora ‘atomi di biciclettità’ nelle persone che vanno in bicicletta per lunghi anni».
Durante la presentazione ha citato Tognazzi…
Enomoto Takeshi: «In realtà l’ho citato io dicendo che:
‘rivendico il diritto alla cazzata’. O quantomeno rivendico il fatto che Fabrizio Ghilardi si serva di me per dire cose che non vuole dire apertamente».
Cos’è la Patafisica per Fabrizio Ghilardi?
Fabrizio Ghilardi: «Potrebbe sembrare una scelta di comodo come azzarda il mio personaggio Enomoto Takeshi, ma non sono d’accordo. E per questo motivo in un prossimo racconto lo ridicolizzerò al punto giusto da fargli smettere di azzardare ipotesi. Magari gli farò inavvertitamente pestare un escremento di cane.
Piuttosto per me la ‘Patafisica (con l’apostrofo in questo caso) rappresenta il rifiuto delle logiche imposte, è una forma di libertà assoluta attraverso il nonsenso, l’ironia e l’assurdo».
Signor Enomoto, può dire ai lettori di Ris8 qualcosa di più della sua invenzione? Cos’è l’Acernatore?
Enomoto Takeshi: «Come ho già più volte spiegato, è una sorta di potenziometro di intensità che va collegato al Phonoakustischer Repeater tramite un adattatore e un convertitore di onde elettromagnetiche, costituito da un antenna simile a un dipolo hertziano; collegato a delle sfere metalliche che fungono da serbatoi per le cariche. Serve per parlare con l’aldilà insieme all’Occhiale Traslatore Linguistico di Secondo Livello, che mi permette di leggere qualsiasi lingua; all’Apparecchio Transcomunicatore Fono-Strumentale che serve per registrare le voci provenienti dall’aldilà (il mio è un modello pioneristico che assomiglia a un pantelegrafo mosso da elettromagneti) e al succitato Phonoakustischer Repeater; modello tedesco di Ripetitore Acufonico che di solito collego a un prototipo di Rilevatore di Presenza a Onde Radio.
Se Fabrizio Ghirardi mi fa pestare una cacca (si può dire cacca?) vorrà dire che poi entrerò con le scarpe sporche a casa di Monsignor Gherardi».
A cosa serve l’Acernatore?
Enomoto Takeshi: «Serve a interpretare i sogni, a parlare con l’aldilà. Serve a dar sfogo all’immaginazione. Un tocco di surrealismo e un omaggio alla laboriosità e all’ingegno dell’uomo che vuole scoprire i misteri dell’universo e di Dio. D’altronde Ghilardi mi ha messo alle calcagna Monsignor Gherardi che mi parla sempre di Dio e io personalmente sono molto affascinato dall’ultraterreno».
Fabrizio Ghilardi, ci può spiegare chi sono Enomoto Takeshi e Monsignor Gherardi?
Fabrizio Ghilardi: «In parti uguali sono io in entrambi i casi, forse sono parte del mio bipolarismo, ma ci convivo abbastanza facilmente. Che poi, non è vero. Enomoto Takeshi è la mia parte più libera, quella che cerca risposte. Monsignore, invece, è la voce della mia coscienza. Sono gli anni di studio, è la mia fede cattolica.
Potremmo dire che Enomoto è il bisogno di porsi domande, mentre Mons. Gherardi è il bisogno di ottenere risposte.

Gramsci lamentava nella cultura cattolica gli effetti del brescianismo, ovvero di quella tendenza apologetica molto presente negli scritti del gesuita padre Antonio Bresciani. Il romanzo Le avventure romane di Enomoto Takeshi si iscrive in quel filone che Gramsci contestava nei Quaderni dal carcere. Mi piace difendere la fede cattolica. Soprattutto dagli effetti del Modernismo, ovvero degli errori del mondo moderno. Volevo solo aggiungere una cosa: l’Acernatore ora è un blog (premi qui per visitarlo) nel quale si parla di tanti argomenti, sempre in chiave surreale. Anche di fede».
Signor Enomoto, provi a darsi una definizione.
Enomoto Takeshi: «L’ha fatto Ghilardi recentemente. Ha detto che sono un esperto di paranormale, subnormale e anormale. Io, eh! Invece lui…».