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Kanye West, 21 anni di riprese e la serie Jeen-Yuhs

Kanye West nel documentario con un episodio nuovo a settimana su Netflix, ha svelato i retroscena di 21 anni di carriera. Jeen-Yuhs è un’ode straziante al vecchio Yeezy. È diviso in tre parti ed offre un resoconto intimo della sua era precedente a star e genio indiscusso della musica, della comunicazione e del marketing.

C’è un bellissimo sguardo anche al periodo pieno di disgrazie che ha dovuto superare, sopratutto all’inizio della sua carriera. Il documentario contiene dei filmati rari e mai visti prima inclusi quelli home video girati proprio da Kanye West nel suo quotidiano.

Jeen-Yuhs è un prodotto dei registi Clarence “Coodie” Simmons e Chike Ozah (alias Coodie & Chike), che gestiscono Creative Control. Negli ultimi giorni abbiamo visto un K West rigirarsi tra messaggi privati resi pubblici all’ormai ex moglie Kim Kardashian; ha salvato un’accusato di stupro dalla disoccupazione certa portandolo sul disco Donda 2 che uscirà tra pochi giorni; la minaccia di ritirarsi dal Coachella a meno che Billie Eilish non si scusi con Travis Scott; per non parlare dell’ultima agonia spirituale che stesse vivendo.

Finalmente si può ammirare attraverso le immagini il Kanye West reale. Se spesso hai avuto dei contrasti con le sue azioni oppure non eri d’accordo su quanto dichiarava o eri contrariato dai suoi testi… questo documentario ti farà capire il perché di tutto.

Qui c’è l’essenza di potercela fare contro ogni previsione.

All’inizio puoi notare questa sua ambizione negli occhi con un misto di insicurezza che pochi hanno, il talento è stato solo coordinato dall’ossessione. L’ossessione a migliorasi, l’ossessione a dover rapper un brano appena scritto dopo un’incidente che gli è costata la ricostruzione di un lato della mandibola.

Nessuno all’inizio si aspettava qualcosa da Kanye, quello che ha ottenuto è stato solo merito suo sopratutto il continuo successo. Il non restare fermo ma il continuo re-inventarsi con ossessione. Ho già ripetuto questa parola su di lui perché è così.

Nell’era moderna solo pochi come lui la hanno e l’hanno avuta addosso come Kobe Bryant o Ronaldo.

È cresciuto in un ambiente particolare, sopratutto dalla mamma una ex professoressa di letteratura inglese. Il padre come spesso accade alla maggior parte dei ragazzi del South Side di Chicago, lo ha abbandonato da piccolo. La cosa curiosa è che il padre era uno il fotografo delle Black Panther, la storica organizzazione rivoluzionaria afroamericana degli Stati Uniti d’America. La pellicola è inevitabilmente rovinata, affascinante e inquietante.

Un videomaker che dal primo giorno filma ogni mossa di Kanye West in un momento in cui non c’è alcuna ragione apparente per farlo.

Si intravede persino la sua prima sala di registrazione fatta in casa dove il microfono era appeso al lampadario. Il suo primo contatto con il leggendario producer No I.D., che lo snobba altamente e lo rimanda indietro affibbiandogli il soprannome Deep House. In pratica Kanye West da ragazzo vestiva spesso con questi pantaloni larghi spugnosi alla Mc Hammer per intenderci e No I.D. lo prendeva in giro ma anche qui Kanye West gli rispose che sarebbe tornato con altri vestiti addosso appena avesse venduto per la prima volta la sua musica.

Quando si arriva nel momento di conoscere la madre c’è qualcosa di particolare, Donda lo diciamo deride un po’ davanti agli amici e lui china testa. Guardando il documentario non puoi non fare il tifo per questo ragazzo serio dall’aspetto bonario che non sa’ ancora come far esplodere tutto il talento che ha dentro per cambiare il suo mondo ma anche di chi lo ascolterà.

Il gigante si guarda allo specchio e non vede niente.

Ci sono alcune scene di cui solo i veri fans ne avevano sentito parlare come quella quando Kanye sta aspettando fuori dallo studio di Ludacris, sperando di convincerlo registrare un hook su The College Dropout. Luda non si trova da nessuna parte, e mentre Kanye aspetta nervosamente nel corridoio, ferma un ragazzino annoiato, chiedendogli se conosce successi come Izzo (HOVA) di Jay-Z. Gli disse: «Ho prodotto tutte quelle joints». Il ragazzino gli rispose: «fantastico»… e andò via. Tenete l’icona aperta perché in realtà poi sappiamo che successe dopo una furiosa litigata con Ludacris a detta di DJ Whoo Kid, l’incidente che cambiò la vita a Kanye.

Su gli altri anni della vita nel documentario vi lascio tutta la curiosità del mondo chiudendo con il party di feste di ascolto di Donda della scorsa estate. La sua nascita, la mancanza di coraggio, la sfortuna, l’essere diverso, l’incidente, l’ossessione, gli obbiettivi mancati e raggiunti, i drammi amorosi, le scelte, gli investimenti, i debiti, i guadagni, i demoni, la malattia mentale, la perdita degli amici, il divorzio…

È impossibile guardarlo e non provare nulla.