Un anno fa o giù di lì, mentre surfavo in rete, sono finito in wipe out su youtube a causa di un clip e una band. Gli Spioni era la band e La vera identità era il pezzo della clip… e che pezzo!
Gli Spioni erano una band di Milano attiva nell’arco di 2 anni: 1965-1967. Era composta da Renato Fumagalli (voce e chitarra), Lippo Artusi (chitarra), Artemide Palafrenieri (basso) e Franco Cisti (batteria).
La vera identità de Gli Spioni: batteria in 4/4 con rullate e suono saturo/distorto; testo inquietante, tra Kaos Rock, Gaz Nevada con pronuncia alla Skiantos, e durata di 1 minuto e 40 secondi. É una pacca sul muso. Sentitelo!
Dopo averlo ascoltato più volte ho iniziato a pensare: che il punk potrebbe non essere nato a N.Y.C. nel 1976, ma a Milano 10 anni prima. Abbiamo tra le mani un ordigno sepolto che è rimasto inesploso per quasi 60 anni.
Decido di informarmi meglio. Siccome, a quanto sembra, ascoltando La vera identità, la storia del punk ha le radici nel pleistocene del beat italiano, mi rivolgo ad autentici negromanti del genere, che conosco personalmente. David Pacifici da Firenze, Gianni Fuso Nerini da Piacenza ed Enrico Lazzeri a Milano. Nessuno ne aveva mai sentito parlare.
Così, ormai in fissa, faccio delle ricerche per conto mio. Riprendo a surfare nel cyberspace. Mi intubo subito in Wikipedia in lingua inglese (in Wikipedia in lingua italiana non c’è traccia de Gli Spioni!) che conferma i nomi e cognomi.
Racconta che la band, o meglio il complesso (all’epoca si chiamavano così le band), aveva firmato nel 1965 per la LSDischi (LSD è uno strano nome per un’etichetta). Era il loro primo singolo Mondo capellone con lato-b La vera identità che partecipa al Cantagiro del 1966 con notevole successo.
Dopo il primo singolo Gli Spioni non escono con un altro brano, come sarebbe stato naturale in quegli anni. I 45 giri si vendevano a profusione nel circuito dei juke box e tra i teen ager, ma direttamente con l’album In Mondo capellone, cui seguì un nuovo 45 giri dal titolo Il più bel giorno con al lato-b Perso in un trip (?!). Nel novembre del 1966 uscì un estratto dall’unico album, il singolo Selvaggio. Lato-b L’uomo con un solo braccio. La band si sciolse nel 1967 per beghe interne circa la direzione musicale. Fumagalli e Cisti fondarono il complesso I Capelloni. Le beghe interne, invece, le indagheremo tra qualche riga.
Scendendo nella stessa pagina Wikipedia alla voce Riferimenti troviamo :
- Enciclopedia del rock italiano a cura di Cesare Rizzi ,Milano, Arcana Editrice, 1993, pp. 96, 97.
- Mille canzoni che ci hanno cambiato la vita di Ezio Guaitamacchi. Rizzoli, 2009.
- La mia vita da Spione di Renato Fumagalli. Milano. Mondadori, 1987.
Ci sono troppe cose poco chiare per cui mi metto ad approfondire imbattendomi in cose ancora meno chiare.

Nei primi due libri non c’è traccia de Gli Spioni sebbene Wikipedia circa l’Enciclopedia del rock italiano citi 2 pagine di riferimento (96 e 97).
Circa il terzo libro dell’elenco, La mia vita da Spione, scritto dal leader de Gli Spioni be… non esiste. Non è mai stato stampato né da Mondadori né da nessun altro editore. Ho fatto accurate ricerche sia in Mondadori (quando avevo un contratto come autore) sia attraverso la rete delle biblioteche italiane. Zero. Sopratutto, less than zero circa la partecipazione de Gli Spioni al Cantagiro del 1966! Non c’è traccia alcuna!
Però c’è una, sola, recensione del libro sulla piattaforma Goodreads con 4 stelle su 5 (mica esagerare) da parte di tale Alessandro. Cosa strana è che io avevo letto la recensione in data 10 giugno 2021 mentre andando a verificare oggi in data 15-11-22 l’ho trovata al 19/05/22 e la cosa mi ha mandato in wipe-out e in piena washing machine!
Sempre muovendomi su Wikipedia ho trovato la pagina Mondo Capellone che però è poca roba e rimanda alla pagina di cui vi ho parlato. Non mollo il colpo e cerco info su Renato Fumagalli. Viene fuori che, oltre essere il frontman e l’autore delle canzoni de Gli Spioni, di cui si sottolinea il clamoroso successo (?) , nonché autore del libro di cui sopra (?) risulta essere anche un attore (?) e, qualche riga dopo, viene rivelato che era figlio unico dei milanesissimi Arnaldo Fumagalli, che lavorava alla Ramazzotti, e di Pippa Berichelli che era invece infermiera al San Raffaele… che però è stato inaugurato nel 1971. Si presume, quindi, che avesse fatto la casalinga per poi svegliarsi con la vocazione dell’infermiera in età quasi da pensione. Tra l’altro, il nostro Renato sembrerebbe aver frequentato il Liceo Parini di Milano. A quanto pare, però, nessuno se lo ricorda.
Proseguendo nelle ricerche, emerge che Gli Spioni Renato Fumagalli e Franco Cisti, fido batterista, si spostarono nella Bay Area di San Francisco per darsi agli acidi e ad altre droghe insieme a Ken Kesey (autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo). Qui, i due, incontrarono Anton Szandor LaVey. Va da sé che i nostri conterranei meneghini si unirono alla Chiesa di Satana. Tornato a Milano, il Fumagalli è ormai un tossico. La droga e il satanismo radicale (cit. Wikipedia) portarono al disfacimento de Gli Spioni. Durano grosso modo come i Sex Pistols.
Tornato a Milano, Renato Fuamaglli, visto che a Milàn se stà mai cunt i man in man prende il (tram) 24 che porta in fondo a via Ripamonti e decide di aprire un campeggio nei pressi della roggia Vettabia che chiamerà Ripamonti Beat Camping ma per tutti sarà Barbonia.
Il nuovo complesso, I Capelloni, incise l’album di protesta Hippie triste. Non è dato a sapere se l’etichetta fosse sempre la LSDischi, che per altro risulta non essere MAI essere esistita.
Tra i riferimenti di Wikipedia in questo caso abbiamo:
- Milano, là dove c’erano i capelloni, Barbonia City o l’inizio del ’68
Evitate di cercare. Anche in questo caso non troverete un accidente, né su Gli Spioni, née su Renato Fumagalli. Altri siti che riportano le medesime info bislacche sono il rumeno wikicro.icu; openpolar.no, che è un sito norvegese; rumahsoal.my.id, che non esiste; wikidata.org; de.wikibiref.org che è in tedesco; lo spagnolo hmong.es; il russo wiki5.ru; cieliparalleli.com, uno spassoso sito esoterico/complottista; nonché dbpedia.org, wikirusted.com e wikispro.com.
Spostandomi su discogs.com, che racchiude tutta la discografia dei miei nuovi (e spero anche vostri) idoli, scopro che non si riesce ad a acquistare niente. Trovo fuori dalla discografia il clip della canzone Tre buchi in testa che parla della trapanazione cranica rituale in uso presso gli Incas. Astounding e gruesome questa cosa!

Circa le immagini dei volti de Gli Spioni e del vaporoso Renato Fumagalli che propone internet, appartengono ad una band degli anni ’60 sudamericana, probabilmente peruviana ma di cui non ricordo il nome.
Riconsultando i tre negromanti del beat e l’onnisciente Ettore Gilardoni, sommo medium dei banchi di registrazione, mi è stato confermato che quel sound era impossibile non solo da concepire ma addirittura da produrre negli anni ’60, sia tecnicamente che culturalmente.
Non è mai esistita nessuna band con il nome Gli Spioni, né I Capelloni. Né negli anni ’60, né negli ’80 o ’90, epoca di revival del beat italiano in chiave garage. Le foto, come abbiamo appurato, sono dei tipi di una band peruviana.
Non c’è traccia di alcun Renato Fumagalli nellla Bay Area di San Francisco nel 1966, né in compagnia di Ken Kesey (geniale l’escamotage di tirare in ballo Ken Kesey, autore prolifico e bislacco, ma che ha imbroccato solo il libro da cui è stato tratto il film di Milos Forman con Jack Nicholson), né di Anton Szandor LeVay. Barbonia non è stata fondata da Renato Fumagalli ma dal Mel Gerbino & Co.

Il punk non è nato a Milano nel 1966, ahimè… però chiunque ci sia dietro questa pseudo-band con la sua pseudo storia è un autentico genio che varrebbe la pena di conoscere, cazzo!
Oppure forse è tutto vero e ci troviamo di fronte a un wormhole e magari a un paradosso temporale o qualcosa di dickiano? Un complotto lisergico-satanista? Un tentativo dell‘URSS in piena Coldwar I di destabilizzare il blocco occidentale? O forse può essere che, al contrario, CIA ed FBI abbiano occultato l’esistenza de Gli Spioni per mantenere il primato USA nel punk? Chi può dirlo?