Virgil Abloh ha fatto nella vita reale quello che ognuno di noi dovrebbe fare senza provare ad imbrogliare o a battere qualsiasi algoritmo. Perché forzare una conversazione è ben diversa che conquistare gli occhi delle persone attraverso la pura dedizione come ha fatto Virgil Abloh, la sua onniscienza lo rendeva impossibile da ignorare. Oggi viviamo tra realtà e finzione senza capire quale sia veramente una e quale sia realmente l’altra.
Virgil ha capovolto l’industria della moda.
Ha rivoluzionato il modo in cui pensiamo alla realizzazione dei prodotti e alla creazione di collaborazioni, semplificando la matematica in: «creo; voi pagate».
A dire il vero, il modo in cui ha vissuto la sua vita e si è dedicato a realizzare quanto più lavoro possibile è stata una delle più grandi ispirazioni per le nuove generazioni. Cercava sempre di spingere nuovi talenti.
Uno dei suoi clip più profondi di YouTube è datato 2006 di Midwestern Goodness in cui Virgil Abloh, vestito con la classica maglietta GOOD Music in lamina d’oro, offre alle persone un tour del quartiere alla moda di Bucktown a Chicago. È accreditato come parte di Fort Home e The Brilliance. Il secondo è un blog fondato da Benjamin Edgar Gott e Chuck Anderson in cui Virgil è diventato un prolifico collaboratore. Il primo invece è uno dei primi progetti che Gott ha descritto come un modo per Virgil di fare «pop-up concept shop-esque things with his friends».
La maggior parte dei luoghi in cui Virgil porta le persone sono ancora aperti oggi.
C’è il negozio di streetwear Saint Alfred, Uprise Skateshop, la libreria indipendente Quimbys e l’unico che ha chiuso è Hejfina.
Un concept store di moda sulla scia di altri negozi di Chicago come Apartment Number 9. Tutto questo prima ancora dell’apertura della RSVP Gallery. Nel video compaiono anche grandi teste di Chicago come Jamar Eaton. All’epoca era interpretato da Shannon Sangster creativo d’eccezione che aveva una linea chiamata Fresh & Proper.
Questo video secondo me è la testimonianza del modo in cui Virgil Abloh ha vissuto.
Si è sempre diviso tra due mondi e la sua creatività faceva da collante per crearne uno tutto suo. Un mondo diverso e sopratutto mai visto prima.
I suoi inizi come direttore creativo di Kanye West e il fondatore del marchio di streetwear Pyrex Vision lo dipingono esattamente fuori dagli schemi tradizionali. D’altronde Kanye West l’ha rivoluto fortemente sopratutto per il suo ultimo disco Donda. Pyrex Vision e #BEENNTRILL# del 2010 ci hanno mostrato come iniziare dal nulla. Inizialmente il primo doveva essere solo un film di 10 minuti con di Jim Joe e alcune magliette che Virgil Abloh aveva realizzato con la parola “Pyrex”. Il secondo invece è un progetto insieme a Heron Preston, Matthew Williams e Justin Saunders.
Doveva essere stato un semplice gruppo di Dj in voga arrivò anche l’affermazione nel fashion, con una linea che stracciò l’estetica comune per una particolare che anticipava i tempi di Tumblr con nuovi trend fatti da giganteschi hashtag e font ispirati dai titoli del The Rocky Horror Picture Show.
Per Pyrex Vision invece acquistò delle camicie di flanella di Ralph Lauren a $40, per poi applicarci delle stampe fatte di scritte e numeri e le rivendeva a $550.
Il materiale preferito utilizzato dai due per la creazione di questo video e di richiamo per le stampe fu il numero 23, un riferimento a Michael Jordan. Essendo cresciuto nel centro di Chicago, il cibo masticato da Abloh aveva spesso il sapore di atleti di talento ce l’avrebbero fatta; Il successo di questo video si trasformò in un brand di breve durata.
Off-White è ed è stata una proposta diversa. È il modo di Abloh per reimmaginare lo streetwear in un modo che possa interagire con la moda contemporanea.

Ci sono degli elementi nelle sue collezioni che non avremmo mai pensato di vedere in sfilata a Parigi o in qualsiasi altro luogo nel mondo. Basti pensare all’uso delle virgolette o alle Cross Arrows e le Stripes oppure l’iconica “Industrial Belt“ e le felpe con le stampe ispirate ai quadri di Caravaggio come sia diventati riconoscibili da chiunque. Virgil Abloh si è imposto prepotentemente nella moda senza chiedere, prima tra i più giovani e poi i leggendari marchi della moda di lusso.
È pazzesco pensare che proprio poco tempo fa’ Virgil Abloh fosse ovunque. Era su un aereo, era sulla stories di qualcuno oppure annunciava sette nuovi progetti e contemporaneamente ne svelava uno. La sua onnipresenza digitale e fisica rende la sua assenza, oggi, ancora più palpabile.
Il come facesse determinate cose, Virgil le spiega tramite una pagina web che potrete ammirare cliccando qui. Letteralmente la guida di come creare un brand dalla A alla Z.
Il salto in alto o il punto di svolta della sua carriera è sicuramente arrivato con la prima collaborazione insieme a Nike.
“The Ten”, ossia le dieci rivisitazioni delle scarpe iconiche del marchio fondato da Bill Bowerman e Phil Knight con il logo disegnato per 35 dollari da una studentessa, Carolyn Davidson nel 1971.
I re-mix della silhouette delle Air Jordan I e delle Air Force I andarono Tutto sold out in pochi minuti, divennero un fenomeno social così da creare nuove icone di stile nelle generazioni emergenti e crearono una offesa anche ai collezionisti old school.
La nomina alla direzione creativa della sezione menswear di Louis Vuitton è stata semplicemente l’atto di incoronamento a miglior designer del momento. Ogni sua uscita però ha avuto sia un enorme successo ma anche un enorme critica.
Si parte dal plagio fino all’affermazione che in realtà non era un vero e proprio designer.
Questo poco ci importa perché l’impatto che hanno avuto le sue creazioni negli ultimi dieci anni è stato meraviglioso. Infatti nel 2019 molti dei suoi oggi sono esposti al Museum of Contemporary Art di Chicago insieme anche a prodotti inediti con il nome “Figures Of Speech”.
È Brutto da dire ma lo streetwear non avrà mai più una figura così creativa e rivoluzionaria come Virgil Abloh.
Guardo alla cultura,
Virgil Abloh
vedo cosa indossano i ragazzi intorno a me e vedo uno stile particolare.
Capisco lo spazio tra moda e streetwear.”

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