2001: Odissea nello spazio ha cambiato la mia percezione di esistenza e ha corrotto per sempre il modo in cui guardo i film ambientati nello spazio. Facile dire che film come Interstellar siano dei capolavori, grazie, con tutte le tecnologie a disposizione, ci mancherebbe altro! Ma pensate quanto impegno ci è voluto da parte di Kubrick per girare questo film nel 1968.
Sono ben pochi i film che mantengano quell’essere “in anticipo sui tempi” diversi decenni dopo la loro uscita. 2001: Odissea nello spazio è uno di quelli e la sua presenza all’interno di quella piccola nicchia è tanto più impressionante considerando che sono passati così tanti anni e sono usciti così tanti film sullo spazio.
Stanley Kubrick era un regista importante e Arthur C. Clarke era già una delle leggende della fantascienza quando i due iniziarono a collaborare al processo di incorporazione di alcune delle storie dell’autore nella premessa centrale trovata in un altro dei racconti, The Sentinel.
Odissea nello spazio è una lezione che vale almeno un semestre in qualsiasi scuola di cinema
Nell’era del cinema post-Star Wars, potrebbe essere quasi impossibile apprezzare appieno il rischio che Kubrick stava correndo realizzando il film. La fantascienza come genere e, in particolare, i film sui viaggi nello spazio erano prerogativa dei film hollywoodiani a basso budget e film di serie B o, peggio, dei serial cinematografici. Alcune grandi case di produzione avevano tentato di rendere più rispettabili le cosiddette “opere spaziali”, ma i successi si potevano contare sulle dita di una mano.
Parte di questa avversione era dovuta al costo degli effetti speciali di qualità. Anche quei film che avevano vincoli di budget presentavano effetti visivi da cartone animato e fin dall’inizio Kubrick si ripromise di evitarlo categoricamente. Questo impegno a creare un nuovo standard di qualità negli effetti speciali significava essenzialmente che la sua squadra del regista avrebbe dovuto creare un modo nuovo di generare l’illusione di un viaggio spaziale realistico. I satelliti, le colonie orbitanti, la nave spaziale e la grande stazione spaziale rotante che appaiono all’inizio della seconda parte sono riproduzioni di progetti della NASA mai realizzati. L’elaborazione dei vari modelli di astronavi è stata affidata a ingegneri aerospaziali e non ad artisti.
Verso la metà degli anni ’60, quando il team di Kubrick iniziò a sperimentare le nuove tecniche, la Corsa allo Spazio era in auge e l’entusiasmo per gli astronauti e il viaggio sulla luna stava raggiungendo un livello febbrile. In sostanza, il desiderio di Kubrick di fare un film sullo spazio di alto livello non poteva arrivare in un momento migliore.

Ma cosa vuol dire?
Sono state scritte così tante parole nel tentativo di analizzare 2001: Odissea nello spazio che qualsiasi tentativo di aggiungere qualcosa di nuovo o originale è destinato a fallire. Ma possiamo provare a spiegare alcuni dei temi e simboli principali del film. Il film cerca di spiegare l’indissolubile legame che unisce l’uomo al tempo e allo spazio, l’intelligenza artificiale e l’utilizzo della scienza.
Partiamo dal primo, il Monolito. Simbolo centrale e motivo ricorrente nel film è il grande monolito nero che annuncia importanti momenti evolutivi nello sviluppo della specie umana. Il significato letterale del monolito non è mai spiegato, ma è sufficiente dire che esso è intriso di associazioni simboliche alla conoscenza e al progresso intellettuale. Naturalmente, il monolito è diventato anche un simbolo iconico per i misteri inconoscibili dell’universo.
HAL 9000, il computer incaricato della gestione l’astronave Discovery è diventato anche un simbolo iconico della tecnologia che si ribella ai suoi creatori. Gli astronauti hanno essenzialmente consegnato alla macchina la loro sopravvivenza, hanno letteralmente messo la loro vita nelle sue mani. HAL rappresenta la frustrazione provata da chi non può arrivare a destinazione perché l’auto si è rotta o che non può fornire informazioni vitali a qualcuno perché la batteria del cellulare è scarica.
Lo spazio primitivo
L’allineamento dei corpi celesti accompagna i momenti chiave dell’evoluzione dell’uomo nel film. Il simbolismo del pianeta, del satellite e delle stelle che entrano in contatto tra loro suggerisce l’esistenza di un piano cosmico per l’umanità. L’influenza cosmica può essere divina o forse aliena così avanzata da sembrare divina, ma la danza del cosmo chiaramente non è del tutto casuale.
Una delle immagini più iconiche del film è la trasformazione di un osso preistorico lanciato nell’aria in un’astronave. In un batter d’occhio, l’osso si è trasformato da semplice oggetto di scena a simbolo investito di tutta la storia evolutiva della specie umana.
Ma lo sapevate che la scena presenta una svista? l'ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia.
Lo stesso accade per la trasformazione dell’astronauta Dave Bowman in un feto stellare che fluttua in orbita sopra la terra. Esso rappresenta l’ultimo passo evolutivo presentato nel film. È un simbolo pieno di ottimismo che gli esseri umani sopravviveranno alla loro tendenza all’autodistruzione almeno abbastanza a lungo da fare il salto evolutivo che i loro antenati hanno fatto milioni di anni prima.
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