I Suuns sono un gruppo rock di Montreal molto all’avanguardia che tutti dovrebbero conoscere. Non è il primo gruppo canadese che ospitiamo nella nostra Monday Song, abbiamo già dato un spazio ai BADBADNOTGOOD, meglio non dormire sulla loro musica.
Questi quattro ragazzi si sono messi insieme durante l’estate del 2007 quando il cantante/chitarrista Ben Shemie e il chitarrista/bassista Joe Yarmush si sono riuniti per creare dei ritmi che si sono rapidamente evoluti in alcune canzoni. Il duo è stato raggiunto dal batterista Liam O’Neill e dal bassista/tastierista Max Henry per completare la formazione.
La band firmò un contratto per l’etichetta Secretly Canadian nel 2010.
Da quando si sono formati, i SUUNS, hanno dimostrato di essere una band innovativa.
Di disco in disco, il gruppo art-rock ha sempre trovato il modo di rimanere fresch e mantenere il proprio sound in continua evoluzione. La loro musica è istinto puro. La musica dei Suuns suona contorta e schiacciata perché il prodotto raccoglie diverse influenze. Le chitarre si ripetono come tastiere arpeggiate, le percussioni nitide si spingono per lo spazio con le drum machine e le voci ringhiano e tremano come sintetizzatori.

Il frontman del quartetto canadese, Ben Shemie, in studio ha un mantra che recita: «Mi piace questa idea di pressione». la loro musica è una pressione costante sulle note che si uniscono alle sensazioni. La sua voce solista e la strumentazione esageratamente compressa si respingono a vicenda con ogni elemento che sboccia e si riduce come macchie di olio nell’acqua.
Fiction del 2018 è chiaramente il discendente diretto di Felt.
Death riutilizza anche parte di Moonbeams, la penultima canzone di Felt. Le canzoni sono sottoposte a note nervose e turbolente chiuse da feedback balbettanti. La musica riecheggia immagini geometriche chiaramente definite e in primo piano su fondali tenui che regalano uno strano senso di prospettiva. I Suuns attingono a uno stato d’animo specifico non è confusine, ma sbiadimento.
Le melodie di Shemie sempre in Felt possono sembrare improvvisate al punto da essere atonali, ma a volte si sente una splendida cadenza pop.
Cè una tale attenzione nel distorcere la voce che gli effetti sembrano dirigere la voce di Shemie in punti precisi. Spesso si ha la sensazione come se avesse una vita propria.
Sebbene la loro musica sembri dislocata dalla realtà, i Suuns finiscono sempre nella mente con un attitudine reale.

Per esempio Trouble Every Day è un brano parlato tratto da un testo di Frank Zappa, sostenuto da una batteria jazz che si schianta sopra una linea di chitarra stridula.
Qualche mese fa hanno pubblicato il loro nuovo album The Witness.
Nel suo interno si mette in evidenza un gruppo più realizzato, spontaneo, liberato e più in sintonia con i suoi desideri.
Già all’interno del primo singolo Witness Protection, rilasciato a giugno dello scorso anno, c’è la sintesi perfetta del percorso straordinario della band. Centrerà forse il trasferimento di Ben Shemie e la sua nuova vita a Parigi o l’impatto della pandemia e la partenza di Max Henry.
L’atmosfera spettrale che si crea regge l’urto sui richiami di musica elettronica spaziale, con una melodia vocale decisa e matura.
Il brano si avvolge agli accordi sognanti e sensibili, mettendo a fuoco le reali e nuove idee del trio.