Lara Zankoul, è un’artista interdisciplinare libanese che ha raggiunto il grande pubblico grazie ai suoi lavori al limite del reale. Una dimensione fotografica onirica, dove il vuoto cessa di esistere in quanto assenza, ma diventa parte della composizione. Spinta dalla passione, ha imparato da sola a usare la macchina fotografica e ha iniziato un percorso di crescita che l’ha portata a diventare un’artista a 360°. Cliccate qui per vedere i suoi lavori.
L’abbiamo conosciuta grazie alla sua serie The Unseen. Lara sfida i confini del surrealismo fotografico attraverso i suoi set costruiti a grandezza naturale. Zankoul crea immagini oniriche in cui l’acqua viene utilizzata per rappresentare caratteristiche contrastanti dei personaggi rappresentati. L’artista nei suoi lavori sfida lo spettatore e lo invita a indagare per tentare di determinare dove si nasconde la verità. Ecco l’intervista per RIS8Lifestyle.
Hai imparato tutto sulla fotografia per conto tuo, ma chi ti ha ispirato a iniziare a esplorare questa espressione artistica?
Lara Zankoul: «Ciò che mi ha dato l’input iniziale sono stati tutti i fotografi che ho scoperto quando mi sono unita a flickr, in età adolescenziale. In quel periodo mi dilettavo scattando foto estetiche senza avere una base fotografica professionale. Quindi mi sono detta, perché non prendo coraggio e provo a imparare da sola?».

Diciamo che il risultato l’hai ottenuto, eccome! Da una dimensione dilettantistica sei poi passata a quella professionale: quando hai iniziato a lavorare come fotografa?
Lara Zankoul: «Mi ci sono voluti alcuni anni per passare da hobbista a professionista. Ho iniziato il mio viaggio fotografico a 22 anni e ho iniziato il mio primo lavoro come fotografa professionista due anni più tardi, a 24 anni. Nel frattempo ho iniziato ad esporre in alcune gallerie».
A tal proposito, parliamo del tuo esordio. La tua prima serie The Unseen è strabiliante. Adoro il fatto che il set fosse reale. È stato difficile scattare quelle fotografie?
Lara Zankoul: «È stato difficile pianificare per la prima volta uno scatto così grande e non sapevo esattamente cosa fare, per me è stata una grande sperimentazione! Sono stata fortunata a riuscirci, ma mi sono anche preparata molto bene, ho cercato di ridurre al minimo i rischi».
White Stone è un’esperienza visiva completamente diversa, cosa ha ispirato queste foto?

Lara Zankoul: «Queste immagini sono state scattate durante il mio soggiorno artistico in Italia, dove ho studiato lo sviluppo dell’arte locale. Ho scoperto queste bellissime cave di marmo di Carrara attraverso le immagini surrealiste di Matteo Basile. Mentre facevo delle ricerche su di loro, ho sentito il bisogno di prendere un aereo e andare a visitarle, l’esperienza è stata meravigliosa».
Il tuo approccio sembra essere diventato più minimalista ora, cosa si nasconde dietro questa evoluzione?
Lara Zankoul: «Io e il mio lavoro siamo in continua crescita ed evoluzione, al momento sto adottando un approccio less is more. Il minimalismo stimola la mente a pensare, a creare attivamente ciò che non vede, e questo è un bel processo per lo spettatore».

Alla base della rappresentazione c’è un continuo riavvicinamento alla filosofia taoista di yin e yang e alla natura ciclica di una dualità esoterica. L’interrelazione e la dinamica degli opposti polari sono rappresentate in sette parti come simbolo della natura fondamentalmente divina del mezzo. Sebbene il focus visivo sia principalmente taoista, la serie prende in prestito simboli religiosi, mitologici ed esoterici per rappresentare l’unica saggezza alla base di tutta la conoscenza. La simmetria, il nome del pezzo, è un tema costante nella serie sia nei suoi colori, nel suo genere, nella sua gravitazione attorno al suo fulcro e nel posizionamento degli oggetti nelle foto.
Su cosa si focalizzano i tuoi progetti attuali/futuri?
Lara Zankoul: «Voglio concentrarmi sulle foto animate e sul lavoro 3D. Questa idea nasce dalla mia volontà di entrare a far parte del mondo degli NFT. L’arte digitale potrebbe diventare un modo per avere anche un riconoscimento dal punto di vista economico. Il mio sogno, come quello di tutti, è lavorare facendo una cosa che amo».
Cosa consiglieresti a qualcuno che vorrebbe iniziare a lavorare nel mondo dell’arte?
Lara Zankoul: «Non è un viaggio facile ed è molto competitivo, ma se rimani fedele a te stesso – cosa non facile da capire all’inizio – puoi sopravvivere e avere successo».
È stato difficile trovare ispirazione durante la pandemia?
Lara Zankoul: «All’inizio sì, perché non potevo più fotografare; io amo lavorare con modelli e persone, quindi era infattibile. Ma il lockdown mi ha dato modo di imparare a creare immagini 3D e questo mi ha aperto un nuovo mondo, ed è stato fantastico».
Qual è il tuo sogno più grande?
Lara Zankoul: «Diventare un’artista affermata a livello internazionale».
I social sono utili per il tuo lavoro? Non hai paura che qualcuno copi le tue idee?
Lara Zankoul: «È grazie ai social media che sono entrata in contatto la fotografia e ho fatto conoscere il mio lavoro in tutto il mondo, quindi l’impatto positivo è stato decisamente grande. Non ho paura che qualcuno mi copi, anzi, questo mi sprona a trovare idee sempre nuove e originali».
Cosa rende unico un artista?
Lara Zankoul: «Essere fedele a se stesso e cercare di rimanere originale abbracciando il proprio vero sé».
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