Marianna Ambrogi: la mia vita tra le auto storiche

Marianna Ambrogi mi accoglie nella sua cucina con una tazza di tè ovviamente a tema: una mug decorata da tante Lancia Stratos.

Conosco bene Marianna Ambrogi, eppure, per la prima volta riesco a farle la domanda che più mi hanno posto negli ultimi anni: tu, che lavoro fai?

Marianna Ambrogi: «(Risata) Lavoro nell’ambito delle auto storiche assieme a mio padre, le prepariamo per le competizioni come University Motors. Questo è mio il lavoro ufficiale.

Poi c’è la Scuderia del Grifone, che è la mia grande passione. Una delle scuderie più vecchie d’Italia, fondata nel 1958 a Genova, che è la mia città. Famosissima dagli ’70 ai ’90 con Fabrizio Tabaton, famoso pilota dell’epoca, la scuderia è rimasta parecchio ferma dopo il suo ritiro, almeno fino al 2020.

Poi il caso. Un giorno, davanti a una persona, ho espresso il mio sogno di far rinascere la scuderia… non mi aspettavo, però, che la persona con la quale mi stavo confidando conoscesse i proprietari della Grifone. ‘È di Sergio Delfino e Gianni Chiesa’, mi disse. Gianni è figlio di uno dei fondatori e Sergio uno dei fondatori. Detto, fatto! Ho chiamato Sergio e assieme a due miei compagni di avventure li abbiamo convinti: così abbiamo rilanciato la Scuderia del Grifone».

Ma è pazzesco! Tu guarda il caso.

Marianna Ambrogi: «É ovvio che doveva andare così! pensa te se, al bar, durante una pausa dall’officina, una cosa che non diresti mai nella vita: esprimi un tuo desiderio e da lì si smuove tutto!».

Bellissimo. Ma cosa fa, come vive una scuderia storica?

Marianna Ambrogi: «Ai tempi girava con gli sponsor, adesso non è più così, ora vive con le quote sociali di tanti appassionati e grazie al grande lavoro del direttivo. L’attività principale della scuderia è partecipare ai campionati e agli eventi importanti di auto storiche. Questo per il momento, perché ho tanti progetti in mente, ma siamo ripartiti solo da un paio d’anni».

Con University Motors invece, cosa fai?

Marianna Ambrogi: «Siamo un punto di riferimento in Europa per un certo tipo di vetture ma dobbiamo fare un passo indietro. Mio papà, Mauro Ambrogi, negli anni settanta preparava le Lancia del reparto corse che, a quei tempi, era LA macchina da competizione. Lancia in quegli anni faceva riferimento a quattro officine in tutta Italia dove faceva crescere i giovani piloti e una di queste era quella di mio papà che, già dal ’74, preparava le vetture come supporto alla casa madre.

In particolare stiamo parlando di Lancia Stratos, che sono quelle che vedi nel quadro, sulla mia tazza, insomma, c’è un po’ di Lancia Stratos in casa mia…

(Ridiamo, effettivamente dove ti giri, ti giri, in casa di Marianna, c’è una Lancia Stratos, N.d.R.). Mio papà è poi rimasto l’unico che le prepara, tutt’ora, dopo cinquant’anni.

Instancabile! Così, da Mauro a Marianna Ambrogi, perché anche tu sei piuttosto abituata agli sbattimenti! Con quante macchine stai partendo, ad esempio, per il Rallye Monte-Carlo Historique 2023?

Marianna Ambrogi: «Dodici macchine della Scuderia Grifone! Io partecipo con una macchina preparata dalla mia officina. Le altre vetture sono di proprietà dei piloti, macchine private che vengono preparate per le varie gare. Per noi questo è l’evento più importante dell’anno nell’ambito delle auto storiche, lo è per quanto riguarda il moderno ma anche per noi.

Ha un fascino tutto particolare, è una gara strana perché, come all’epoca, parte da varie città d’Europa. Per l’Italia si parte da Torino, quindi noi tutti e dodici partiremo da lì. Ma ci sono partenze da Oslo, Londra, ce n’è una vicina a Francoforte…

Si parte tutti oggi, giovedì 26 gennaio 2023, a parte quelli da Londra e Oslo che sono partiti ieri. Dobbiamo poi tutti raggiungere MonteCarlo entro Venerdì sera. Sabato parte poi il vero Rallye Monte-Carlo Historique 2023 con le prove speciali, la classifica ecc..

Parlami della preparazione, c’è un bel lavoro dietro: road book, assistenza, tutto il necessario per dodici macchine…

Marianna Ambrogi: «Intanto ci si iscrive ad Agosto e si attende Novembre per capire se si è stati accettati, perché hanno un massimo di trecento partecipanti e molte più richieste. Prendono quindi in considerazioni alcuni aspetti per le selezioni. Una volta passate quelle, parte la macchina organizzativa.

Prima di tutto prenoto gli alberghi per dodici macchine, quindi 24 persone in gara più due meccanici per vettura.
Parliamo poi dei dodici mezzi di assistenza, del camper che si ferma nei punti strategici per una pausa caffè, per me femmina pausa toilette per non fermarti per strada… cosa che comunque mi è toccato fare spessissimo! E poi abbiamo una navetta che ci segue con i bagagli da un albergo all’altro, essendo tutto itinerante.

Studio personalmente tutto il percorso, per le assistenze ma anche per tutta la carovana che segue gli equipaggi. Controllo gli orari, studio le cartine per individuare piazzette dove si possa fermare anche il camper, un percorso che sia vicino ai C.O. che sono i controlli orari tra un trasferimento e una prova speciale. Ogni minuto di ritardo è una penalità. E’ un lavoro da svolgere per bene senza lasciare nulla al caso».

Che poi quello che ti piace di più è proprio fare il piano assistenza…

Marianna Ambrogi: «Sì, perché durante i rally storici, anche se un po’ si sta perdendo, l’assistenza è itinerante. Puoi intervenire per strada quando ne hai bisogno, tranne durante le prove speciali. Quindi, per fare un buon lavoro, il furgone con i meccanici deve avere un percorso studiato minuziosamente.

Calcola che in questo caso è inverno. C’è l’incognita neve, per dirne una, quindi partiamo con tipo quindici pneumatici, termici, con i chiodini piccoli, con i chiodi grossi… Metti le gomme, togli le gomme, i veri eroi sono i meccanici dell’assistenza.

Parlami della Marianna Ambrogi che partecipa ai rally

Marianna Ambrogi: «Eh… intanto, fino al 25 gennaio, organizzo. Poi passo lo scettro della macchina organizzativa a Nicola del direttivo della Grifone e corro a indossare i panni della navigatrice».

Il rally più bello al quale hai partecipato?

Marianna Ambrogi: «Il Montecarlo del 2019! Era tutto bianco, siamo partiti da Milano che nevicava e siamo arrivati a Monaco, dopo sette giorni, in cui non ha mai smesso. Non ho visto un centimetro di asfalto, una cosa spettacolare. Ho delle foto di quei giorni che mi emozionano ancora oggi».

Prossimi obbiettivi? Cosa ti manca, cosa vorresti fare?

Marianna Ambrogi: «Un rally nel deserto e il tour auto, che è un rally che si svolge tutto in Francia. Ogni anno parte da Parigi ma cambia destinazione. É un mix di pista e prove speciali, un po’ come ho già fatto nella cento ore Modena che si fa qui in Italia.

Marianna ha due figli, uno dei due, Vittorio, si sta buttando nella passione di famiglia. Vittorio Milani è anche la prima persona alla quale abbiamo regalato il portachiavi da collo FNMKM x RIS8LIFESTYLE.

E Vittorio? ti ci vedi tra qualche anno a correre con lui?

Marianna Ambrogi: «C’è già la promessa, stiamo già preparando la macchina, appena arrivato alla maggiore età, farà la patente e faremo il Montecarlo insieme. Con una Mini, perché mio papà è nato nel 1971, lavorativamente parlando, con le Mini. 

Sai Vittorio è praticamente nato in autodromo, perché l’anno in cui ero incinta seguivo tre macchine in circuito nelle gare di durata e quindi ero sempre lì. Una volta partorito è cresciuto nell’ambiente. Aveva due mesi di vita quando si è svegliato a Digione, in autodromo, in un camper, con le Formula 3000 che gli sfrecciavano non lontano dalle orecchie… e via di cuffioni specifici!

Ha la passione dentro da sempre. Poi, certo, per anni ha giocato a calcio, perché non è uno sport facile. Intanto devi avere una certa età ed è un mondo per pochissimi. Anche il mondo go-kart ormai raggiunge cifre proibitive. Abbiamo quindi aspettato molto prima di assecondarlo e non senza sacrifici.

Ora Vittorio Milani ha 16 anni e grazie all’esperienza delle SmartEq ha potuto finalmente cimentarsi in gara.

Marianna Ambrogi: «Nonostante non abbia mai guidato prima, non sia andato sui go-kart, non sapesse inserire una marcia, il ragazzo si è rivelato bravo, sopratutto dalla terza gara in poi.

Io ho poi deciso che non lo seguirò mai più per uno spavento preso alla prima gara, sebbene sia abituata a tutto di questo ambiente, quando c’è di mezzo tuo figlio è un’altra storia.

Tanto lo segue il papà, quindi…».

Grazie Marianna. Per l’intervista, per il tè, per la nostra amicizia. Buon Rally a te, ma anche a Vittorio, che per la prima volta ti seguirà in loco. Viva la Grifone! Viva University Motors!

Articolo di Justine C.M. Romano