La Nike Zoom Flight del ’95 è una scarpa di cui si parla molto in queste ultime settimane. Il motivo? È semplice. Drake, il rapper, ha una sua versione ispirata allo storico modello in vendita nella sua collaborazione con Nike chiamata Nocta. Ormai quasi tutte le campagne pubblicitarie delle sneakers ma anche dello streetwear partono così. Anche Burberry X Supreme ha usato un’icona come A$AP Nast per annunciare la collaborazione mandando di sabato mattina in tilt l’intero web e social annessi.
Questa nuova versione però si è rilevata al mondo della sneakers culture durante la partita dei playoff NBA tra i Toronto Raptors e i Philadelphia 76ers.
Il mondo del basket non è che ha a che fare con il mondo delle sneakers, l’ha proprio inventato. Come avete già letto in passato non esiste una sneaker che non abbia un riferimento su di un giocatore o sul campo da basket.

Jason Kidd, un NBA rookie nel 1995, indossava la Nike Zoom Flight ’95.
La scarpa di Drake che sta arrivando sul mercato, ha una silhouette completamente nuova ma con una forte incisione dal DNA di quest’ultima.
Queste scarpe sono state le prime ad utilizzare la tecnologia Air Zoom. La tecnologia utilizza aria pressurizzata e fibre estremamente tese che assorbono l’impatto per poi tornare in posizione, assicurando movimenti rapidi e una riduzione delle sollecitazioni su muscoli, articolazioni e tendini.
Il periodo in cui sono uscite queste scarpe è chiamata per gli appassionati di design in materia: l’età dell’oro.
Il designer Eric Avar non ha lesinato sulla creatività quando ha sviluppato la scarpa.
L’idea che combinava chiaramente scienza e arte, ha avuto la sua principale ispirazione nelle forme e nei movimenti geometrici. Ha facilitato le prestazioni e la mobilità della guardia dei Dallas Mavericks e non solo. All’inizio è salita rapidamente alla ribalta tra gli appassionati di basket e sneaker. Il momento era diviso sull’attenzione alle classiche Nike Air Jordan 11, Air Penny 1, Reebok Kamikaze e Fila Grant Hill.

Gli si sono stati dati molti soprannomi a causa delle sue bolle poste ai lati, ad esempio: Bug Eyes e Grasshoppers. Sono state prodotte con diversi materiali come fibra di carbonio, tomaie sintetiche e suola in gomma. Alla fine del 2007 o 2008 la Nike Zoom Flight 95 è diventata retrò.
I suoi Bug Eyes son la sua caratteristica principale all’interno della spessa intersuola della scarpa. Non esisteva letteralmente niente di simile in un precedente modello di scarpe. Quindi puoi solo immaginare cosa stessero pensando le persone la prima volta che videro Zoom Flight sugli scaffali dei negozi. I tuoi stessi occhi stavano spuntando! Era un modello futuristico senza eguali.
Insieme agli occhi da insetto, l’altra cosa che noterai dello Zoom Flight ’95 è l’ampio uso della fibra di carbonio. Altre scarpe avevano utilizzato stinchi di supporto in fibra di carbonio nella parte centrale del piede prima, ma la ZF95 è stata la prima a utilizzare un pannello in fibra di carbonio sottile e flessibile sulla tomaia per un supporto leggero.
Non è ne bassa ne alta, ovviamente ora la conosci con un collo a metà tra una scarpa low e una high ma, originariamente era stata rilasciata anche in una versione high.
L’altezza estesa del collo consentiva più pannelli di supporto in fibra di carbonio oltre a un grande marchio “AIR” sulla caviglia(clicca qui).
La Zoom Flight ’95 sul campo da basket rievoca una nostalgia infinita con un fascino determinato che rispecchia il modo di giocare sul parquet in quei anni. Oltre al campione indiscusso e genio del gioco con la palla a spicchi, Jason Kidd, ci sono altri giocatori coccolati da questa scarpa sul parquet in quei anni.

I Bug eyes che abbiamo citato prima, ovviamente non potevano mancare ai piedi di Tim Hardaway detto bug nel gioco per via della sua stazza. Diffidate però da questo soprannome perché il suo UTEP Two-Step generava un crossover, un cambio di mano, che sedeva i difensori e li mandava al bar, l’ ankle breaker prima della nascita del termine.
Le indossava anche un certo Mookie Blaylock, di cui il suo vero nome è Daron ma 11 persone su 10 non lo conoscono. Se i Pearl Jam hanno intitolato il loro primo disco di successo Ten è per colpa del numero di maglia di Mookie. Pensate che all’inizio della carriera i ragazzi da Seattle avevano anche come nome proprio quello del giocatore. Comunque a parte questi gossip, Mookie, un talento pazzesco in campo con la divisa degli Atlanta Hawks.

Un’altro ad indossare queste scarpe fu Brent Berry. Il suo soprannome fu e lo è ancora: White Man Can’t Jump!
Tralasciando la bellezza delle scarpe in volo verso il canestro… io, aprirei una piccola parentesi su questo giocatore. Prima di vincere la gara di schiacciate come Rookie nel ’96, finì ai Clippers dopo una trade con i Nuggets per portare a Denver Totò McDyess.
Negli anni a seguire divenne uno dei migliori tiratori da tre punti piedi per terra della storia del gioco. Contribuirà poi anche alla vittoria di due anelli ai San Antonio Spurs. Questo era un bianco che saltava con una eleganza particolare ma sopratutto ha saltato due volte con il piede sulla linea del tiro libero!

Due volte con le NZF95 al piede, non 1 alla Michael Jordan o alla Dr.J due volte consecutive! Ovviamente dopo all’arrivo nella lega di Blake Griffin il mito, l’uomo bianco non può saltare, è svanito completamente. Chiusa parentesi.
La Zoom Flight ’95 era una scarpa così in anticipo sui tempi di vent’anni e probabilmente sembrerà ancora futuristica oggi per altri due decenni sia sul parquet che nello streetwear.
Basti solo pensare che Supreme ha appena rilasciato una edizione di 3 colorway differenti a suo stile.







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