Kendrick Lamar: leggenda in un live show teatrale ma c’è molto di più

Kendrick Lamar in concerto nel bel paese ci è venuto poche volte, non si arriva a contarle sulle dita di una sola mano. In Italia abbiamo sempre difficoltà a portare artisti grandi, non per questione di budget e nemmeno come risposta del pubblico. Smettiamola di dirci bugie o giustificare il tutto. Ieri, a mio parere, che sono un amante del genere dal 1997, il pubblico era uno spettacolo. Se avessimo avuto questo pubblico nel 2000 durante l’inizio della grande depressione Hip-Hop, avremmo avuto altri 10 dischi d’oro dei Sottotono o degli Articolo31 o di Neffa e altri ancora.

Non ho mai vissuto una situazione hip-hop/rap così compatta e così preparata sull’artista che si sta per esibire. La fascia di età era larghissima. Andava dal ragazzo di 20 anni incrociato durante la fila per entrare, che mi ha raccontato i pezzi più significativi per lui, alla coppia con figlio di 8-9 anni, entusiasta della situazione.

Sono 5 per me le meraviglie della vita: il cioccolato, Kobe Bryant in campo aperto, Michelle Pfeiffer, il fascino storico di New York e Kendrick Lamar, nei dischi e sul palco.

Volendo potete cambiare anche l’ordine di scelta, non m’importa.
Diffidate dei report che vi diranno che lo spazio dell’Ippordromo scelto non era pieno. Ovvio se tu giornalista vai alle 17 con il concerto che inizia alle 21… non puoi aspettarti da subito il pienone.

Vi assicuro che alle 20:30 il pubblico arrivava quasi alla fine dell’area chiusa dai chioschi di ristoro. Per una data infrasettimanale, quasi come se fosse una data zero del tour di Kendrick. Infatti, per ora, pare che tornerà poi in Europa ad ottobre, nella Venezia del Nord: Amsterdam.

Kendrick Lamar

Chi l’avrebbe mai detto di vedere il rap o la black music in un live show teatrale? Il risultato è cinque stelle extra lusso, grazie a Kendrick Lamar, nel 2022 a Milano.

Alle 21:30 è iniziato il primo atto di quello che poi sarebbe stata una delle performance più bella mai viste a Milano. Ho detto “una delle” non la migliore su tutti gli artisti che sono passati per la città meneghina. Scusate lo spoiler, ma guardare il palco vuoto, senza un dj, una band o una coreografia scenica fa davvero… non strano, di più! Effetti speciali? Spari? Spara fiamme da palco? Niente di tutto questo.

Si notano solo 3 schermi in verticale a fondo palco, alti fino alla copertura, quella classica americana da grande palco con le luci sopra.

Si parte. Entrano i primi ballerini sui violini della versione strumentale di Savior (interlude) dal suo ultimo disco. La tipologia di ballerini scelti è la stessa che lo hanno accompagnato durante l’esibizione del Superbowl LVI per Dr.Dre. Esibizione che lo ha visto condividere il palco anche con Snoop Dogg, Eminem, Mary J Blige e 50 Cent. Vestiti come se facessero parte di una confraternita, con molti passi e movimenti presenti nelle coreografie di stepping afro-americano.

Già quest’intro dimostra come l’artista possa catapultarti nella sua cultura in pochi secondi. Quando i ballerini si sono aperti sul lato destro del palco facendo intendere l’ingresso di qualcuno, tutti si aspettavano un’entrata… passatami il: BOMBA! Magari con la musica che parte e Kendrick saltellante sul palco urlando a mille… No!

Se sei entrato almeno una volta nel suo mondo, celato dietro ogni disco che ha pubblicato, non ti saresti mai aspettato un ingresso così. Piuttosto quello che realmente è accaduto.

Kendrick è entrato camminando fino al centro del palco e ha iniziato a recitare le sue rime al microfono proprio come un poeta o un predicatore avrebbe fatto davanti al suo pubblico.

Era lo spargere benzina sulla scena che poi avrebbe incendiato appena sarebbe partito Money Trees. Non ho visto una persona attorno a me nel raggio di 2-3 metri, mancare una strofa del brano e non saltare al ritornello. Eppure stiamo parlando di una base che ha un ritmo di 72 battiti per minuto.

Il ritornello non ha nemmeno il rullante che scandisce il tempo!
Le persone saltavano sul ritmo delle parole di Kendrick. Capito?! Questo è uno dei pregi, ed è quello che poi ha cambiato totalmente nella musica questo ragazzo di 35 anni da Compton, California, Stati Uniti.

È un oratore, stiamo parlando del secondo musicista in grado di vincere un Premio Pulitzer. Un profeta che sia dal palco, che nel suo ultimo disco, di cui vi abbiamo scritto qui, mostra il bisogno di parlare alla sua gente in questo modo. Accende le luci sulla realtà che noi tutti stiamo vivendo oggi.

Non si ferma, non c’è un “buona sera come state?” al microfono. É un susseguirsi di rime, beats e coreografie, con il corpo di ballo in cui si è inserito anche il lato femminile, vestito tutto in rosso. Su Poetic Justice rappa anche la parte di Drake egregiamente, cosa che farà anche dopo, su un altro pezzo. Le vittime saranno Rihanna e Baby Keem.

È incredibile ammirare quanto la sua cultura e le sue espressioni verbali arrivino a tutti, indistintamente dal colore della pelle o dal ceto sociale.

AllRight, inno della cultura afro-americane di questo secolo per le battaglie ancora vive sullo sfondo razziale che domina gli Usa, è percepita da tutti, è una fonte di energia per qualsiasi persona. Chi avrebbe mai immaginato che il brano prodotto da Pharrell Williams, così complesso e forse così radicato nel concetto Black Lives Matters, sarebbe stato cantato da una folla assurda, fatta per lo più da bianchi. Ogni vita è importante e le discriminazioni di razza o etnia nel 2022 non devono più esistere.

Gli schermi dietro al palco proiettano delle immagini sia di Kendrick che dei versi dei suoi brani, a sottolineare l’importanza della scrittura nella sua arte.

Il suo show è stato un percorso di 3 dischi da good kid, m.A.A.d. city a DAMN, da To Pimp To Butterfly a Mr. Morale & the Big Steppers.

Il concerto si è chiuso intorno alla 22:50 senza una pausa, con una sola e bellissima interazione col pubblico, che ha risposto in coro con un inglese quasi perfetto. Il finale mi ha fatto capire che questa data era forse fuori schema dal tour o una data zero. Si è chiusa un po’ in maniera improvvisa, senza un bis ma con un sentito: ritornerò per voi.

Non vi ho detto, all’inizio, che la data fa parte comunque di un festival annunciato, la rassegna Milano Summer Festival, quindi diciamo che ci potrebbe stare. Non ci possono stare, invece, l’organizzazione e la gestione per un artista così importante. Continuiamo ad avere il bar a prezzi assurdi con poca scelta, in questo caso o birra o spritz rispettivamente a 8 e 10 euro.

Contando che per entrare il prezzo più basso del biglietto era 80 euro, di giovedì sera.
Non ho avuto la possibilità di scoprire se l’acqua era gratis visto il caldo e la marea di gente: almeno come al Mi AMI Festival.

Note a Margine:
Chiudendo in bellezza… pollice su per le persone: dal modo di vestire al modo di stare al concerto fino al modo d’interagire.

Tu ragazzo che avevi la canotta numero 23 di riferimento a Michael Jordan con il nome sostituito in IBIZA e il tatuaggio mascotte di Kanye West interpretato da George Condo per la cover del singolo Monster, hai vinto tutto.

Personalmente ho aiutato un gruppo di ragazzi di Padova che non avevano dove dormire a trovare un ostello libero e altri a raggiungere i mezzi disponibili per tornare, visto lo sciopero dei taxi e l’eccessivo prezzo di Uber. Piccolezze e cortesie per eventi di cui la città vive e che forse Milano ha dimenticato dopo il blocco covid degli eventi. Voglio dire, insomma… non eravamo tre gatti. Comunque, in Italia, stiamo inseguendo e portando avanti uno show business elevato con la trap/rap che s’immischia al ritmo latino o reggetton… questo concerto deve far pensare a quanto una performance rap possa trasformare lo spettatore in un’emozione unica e indimenticabile.

I Vip/artisti privilegiati che erano sulle gradinate in bella vista si sono accorti di quanto un palco può essere sfruttato a livello creativo anche con un budget discreto senza contare l’artista? Speriamo!

Oh! Se vi ricapita di beccare un concerto di Kendrick nella vostra città, non fatevelo raccontare.


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