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Il Basket nel Soul In The Hole ’97

Nel basket ci sono storie che fanno il giro del mondo.
Ci sono storie che vengono filmate.
Ci sono storie che vengono raccontate, narrate dalle  persone e tramandate da generazione in generazione. Questa settimana a New York ci siamo capitati spesso, sopratutto quando abbiamo annunciato la nuova Nike Air Force 1 dedicata proprio ai tornei estivi newyorkesi.

La storia che vogliamo raccontarvi oggi non è come quella del leggendario Vincent Vince Francis Papale, ex giocatore di football americano statunitense che ha dato vita anche al film Imbattibile. Il nostro protagonista Ed Smith, detto “Booger”, non è nella Hall of Fame di questo meraviglioso sport.

La sua storia è una di quelle storie che non viene associata a nessun altra. Uno dei pochi giocatori non “pro” a finire sulla copertina di Sports Illustrated. King indiscusso di quei campetti che hanno plasmato da sempre l’espressione artistica di questo sport.

 “If I don’t make it to the NBA, I’m gonna be a drug dealer. 
Somehow I’ve gotta get me a Lexus.  Whatever it takes.”

A 17 anni fu immortalato in questo documentario, perché obiettivamente il talento e le skillz erano fuori da ogni immaginazione.
Se siete a NYC e volete giocare a basket per entrare in squadra su di un playground e ottenere il rispetto degli altri dovete effettuare una “rep” (o rip).
Una schiacciata clamorosa in faccia al vostro avversario o un cambio di mano facendo sedere letteralmente il difensore oppure vi basta anche una stoppata che manda la palla oltre le prime file della tribuna. 

Ed Booger, era un play che faceva sedere chiunque con un palleggio.
Il cambio di mano di Iverson che batte Jordan?? naaa…
Il suo era meglio eseguito al doppio della velocità scaricando la palla con una creatività fuori dalla concezione umana.

In una partita durante i playoff del Rucker ’03, ha preso un lungo rimbalzo e ha volato sul campo verso l’attacco. Indicando a due compagni di squadra dove correre lungo entrambi i lati di lui finché entrambi non hanno avuto angoli per ricevere un passaggio. 
Due passi oltre la linea del tiro libero. Booger ha simulato un passaggio al compagno di squadra aperto alla sua destra, è saltato in aria, ha simulato un altro passaggio al corridore aperto alla sua sinistra e, prima di atterrare, ha scaricato la palla al suo centro che arrivava da dietro, che tutti si erano dimenticati. Slam dunk e solo un altro assist per Booger.

In questo documentario si vedo alcuni campetti che un appassionato di basket deve visitare almeno una volta nella vita, come il pellegrinaggio a La Mecca: Rucker Park ad Harlem legato al nome di Holcombe Rucker, Soul in the Hole a Brooklyn, St. John’s Recreation Center sempre a Brooklyn e Lost Battalion Center nel Queens, the Goat Park tra Harlem e Manhattan, dedicato a Earl Manigault.

Soul In The Hole è la casa di ED, un ragazzo molto speciale con un anima divisa, sempre in bilico tra il basket e la vita del ghetto.

La frase che vi ho citato su prima, a grandi linee è: «Se non dovessi farcela nella NBA, diventerò uno spacciatore, io voglio avere per me una Lexus, comunque vada la prenderò».

Queste parole vi fanno capire della sua mentalità. Diciamo è la classica storia di un giocatore che poi approda nella NBA. Vedi Carmelo Anthony, proveniente dal quartiere soprannominato The Pharmacy (provate ad indovinare il perché) oppure John Starks, Iverson, Ron Artest, e molti altri. Booger c’ha provato tra i pro ma come poi vedrete nel video la sua storia è finita in un altro modo.

È un documentario che non può mancare nella bacheca di un appassionato di basket. Non può mancare neanche la sua colonna sonora ad un appassionato di rap.

Questo disco rappresenta proprio il forte legame che c’è tra il basket e l’hip-hop.

La sua OST è uscita nel 1997 per la label LOUD RECORDS. Dentro ci sono artisti come: Organized Konfusion (Pharohae Monch & Prince Po), Cocoa Brovaz(Tek & Steele o meglio Smif-N-Wessun) Brand Nubian (Grand Puba, Sadat X, Lord Jamar and Alamo); M.O.P. (Billy Danze and Lil’ Fame), Wu tang Clan (The RZA, Raekwon, Ghostface Killah, Genius/GZA, Method Man, Ol’ Dirty Bastard, U-God, Masta Killa, and Inspectah Deck. Ol’ Dirty Bastard and Cappadonna) O.C. (membro dei D.I.T.C. e dei Crooklyn Dodgers) Common, Mobb Deep (Havoc and Prodigy) e Dead Prez (Sticman & M-1).

Tutti i pezzi hanno un filo conduttore come le difficoltà che ci presenta la vita di ED nel documentario e le risposte per superarle.

Quattro, sono i pezzi che possono impressionare al primo ascolto. Dead Prez con The Game Of LifeScore, this ain’t no game this is war”…

È il primo pezzo che fa capire le tonalità del disco. Against The Grain di Sauce Money singolo uscito per la Roc-A-Fella Records prodotto da Dj Premier. Poi Common che descrive la vita e le sensazioni di Booger, con il suo cuore e i suoi stessi occhi in High Expectations.

Altri tempi…
Chiudiamo con uno dei tanti classici di O.C. Your Life.
I back in da day sono belli da fare e questo signori miei… è un capolavoro!

Don’t Sleep on ThiSsssS!

Streaming Documentary

Original Soundtrack


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