La cucina del San Domenico è stata inaugurata il weekend del Gran Premio di Imola del 1992. Da allora, l’ambiente del ristorante è deliziosamente fermo nel tempo, custode e tempio della Grande Cucina Italiana. Arte contemporanea, cuoio scuro, argenti e cristalli. Mentre la proposta enogastronomica, guidata da Max Mascia, cambia e matura dolcemente.
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I piatti iconici di Bergese e Valentino Marcattilii sono presenti da sempre e per sempre, insieme a quelli di alta cucina contemporanea firmati Max Mascia.
La cantina storica è sapientemente assortita e coordinata da Francesco Cioria, sommelier pluripremiato al fianco di Max da 10 anni; un professionista fuori dal comune che riesce, con la sua genuina passione e la sua cultura, a gestire e migliorare una cantina storic;, immensa, rendendola sempre più ricca, colta e variegata. La sala, della quale Giacomo, figlio di Natale, sta prendendo le redini, è in perfetta sintonia con la cucina di Max.
Nella filosofia, nel pensiero rapido ed in un servizio giovane, elegante e sorridente senza essere mai ossequioso.
Il cuore pulsante dell’intero San Domenico sono da sempre le cucine, fin’ora deliziosamente tradizionali, decorate di piastrelle dai colori caldi; con stampi e pentole in rame appese alle pareti; gli strumenti, fotografie ed attrezzi storici che trasudano storia, tradizione, artigianalità. Le stesse cucine che stanno per cambiare radicalmente nei materiali, nella tecnologia, nei colori, nella fruizione. Il 24 Aprile 2022, esattamente 30 anni dopo la loro inaugurazione, durante un weekend di Formula 1 come allora, le cucine del San Domenico porteranno a termine il loro ultimo servizio prima del rinnovo.
San Domenico e l’Autodromo di Imola: una vita in Formula 1
La storia del San Domenico è strettamente intrecciata a quella dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Due icone italiane, uno per il mondo dell’alta cucina e uno per il mondo dei motori. Sin dagli anni ’70 hanno lavorato fianco a fianco scrivendo la storia di un paese curioso, in continuo fermento, che si avvicinava con un interesse sempre maggiore a un pubblico internazionale. Valentino Marcattilii è il primo a respirare a pieni polmoni l’aria internazionale di Imola, che dal 1980 al 2006 ha ospitato ben 27 Gran Premi di Formula 1. Inevitabilmente, i motori hanno fatto la storia anche del San Domenico. Durante ogni gara, infatti, il ristorante ospitava personaggi di spicco da ogni parte del mondo; oltre a piloti e staff a cui consegnava i pranzi direttamente in Autodromo e per i quali riservava le sale per grandi feste private.
In quei giorni tutto ruotava attorno al Gran Premio e due mondi apparentemente distanti, improvvisamente si univano e si guardavano con estremo interesse reciproco.
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Con la complicità di un evento di portata mondiale, il San Domenico si è fatto conoscere, fin dal principio, per la sua eleganza, diventando una colonna portante per tutti i momenti più significativi del Gran Premio. Era il ristorante dove festeggiare la vittoria o rinfrancarsi dopo una sconfitta. Il legame del San Domenico con le corse di Formula 1 all’autodromo imolese è ancora oggi molto stretto e Max Mascia è il punto di riferimento in occasione di tutti gli appuntamenti più importanti del circuito.
Sento la necessità, oggi che il San Domenico compie 52 anni, di donare le mie forze e i miei sacrifici alla Casa che mi ha accolto, cresciuto, formato; che mi ha dato e che mi dà ogni giorno la possibilità di esprimere me stesso attraverso una cucina semplice, attenta, precisa, vera. Il progetto della nuova cucina è un sogno che si realizza. Sintetizza la volontà di migliorarsi ogni giorno, di non accontentarsi; di non dare niente per scontato perché nella vita, non solo nel lavoro, le cose scontate non esistono. Esistono l’impegno e la passione che tutte le ragazze e tutti i ragazzi, ogni giorno, mettono a disposizione dell’ospite; che è e rimane il fulcro del nostro lavoro. Questo progetto è una dichiarazione d’amore per il San Domenico, per la sua storia che ammiro e rispetto e per il futuro che voglio scrivere.
Max Mascia
Max Mascia e San Domenico: storia di casa
Max Mascia cresce al San Domenico fin da adolescente. É un luogo che sa di casa. Le giornate sono accompagnate dal profumo del pane fresco pronto per essere sfornato. É lì dove assapora, per la prima volta, i grandi piatti dello zio Valentino Marcattilii, che aiuta quotidianamente in cucina. Innamoratosi del mondo della ristorazione, Max è pronto per passare sette anni in viaggio, lavorando in alcune delle più grandi cucine del mondo. Ducasse a Parigi e al Plaza Athénée in Costa Azzurra, ad esempio. In questo periodo il giovane Max osserva, sperimenta e continua a crescere, tanto da ricevere dagli zii Natale e Valentino la piena fiducia. Così, nel 2010 torna a Imola dove prende le redini del ristorante e della sua intera gestione a soli 27 anni.
L’idea di Max è chiara fin da subito. Il ristorante emblema dell’età d’oro dell’Italia; il luogo stellato ritrovo di grandi scrittori e attori; star americane; piloti di Formula Uno e grandi industriali, deve conservare i suoi valori e rimanere sé stesso, elegante, unico e caloroso.
Max porta avanti la grande storia del San Domenico alla quale aggiunge la sua magia, la sua generosità.
Il suo particolare senso della cura per il tempo, per le stagioni e per tutte le persone che partecipano quotidianamente alla vita del ristorante, creando il suo equilibrio perfetto. Gli appassionati ragazzi e ragazze della sala e della cucina; i piccoli produttori che si occupano delle materie prime e, naturalmente, i suoi ospiti. Attento e altruista, Max accoglie assieme alla sala i suoi clienti.

Voglio conoscere le loro storie per curare al meglio ogni dettaglio della loro esperienza al San Domenico. Renderli partecipi dell’atmosfera calda e ospitale del ristorante non appena varcano la sua soglia.
Il Grande Cambiamento al San Domenico
Arriva l’impensabile. Arriva la tecnologia 4.0 al San Domenico di Imola, attraverso nuove cucine interamente rinnovate, volute, ideate e disegnate da Max Mascia. Un progetto completo, maturato in oltre 2 anni di lavoro assieme ad architetti e tecnici; che riflette e traduce la sua visione imprenditoriale.
Max ha studiato il progetto perché possa entrare nelle campagne degli incentivi statali; affinché le cucine diventino sostenibili con introduzione dell’induzione e il controllo globale dei flussi energetici, delle eccedenze.
Il progetto coinvolge tutto il territorio attraverso aziende e maestranze italiane e locali, tra cui De Manincor di Trento che ha affiancato Max nello studio e la progettazione, le ceramiche di Imola e molti altri artigiani. Per la prima volta al San Domenico, i commensali entreranno in cucina con la chef table. Una sala privata proprio di fronte alla brigata al lavoro, un ambiente contemporaneo dove pasteggiare vicino allo chef; dove pranzare o cenare in estrema privacy, osservando in diretta lo spettacolo della grande cucina.