Monica Vitti nacque Maria Luisa Ceciarelli, a Roma, il 3 novembre 1931. Terzogenita e unica figlia di Angelo e Adele (Vittilia) Ceciarelli. Abbreviò il nome da nubile di sua madre per usarlo come nome d’arte. Sensuale, affascinante e ironica, Monica Vitti ha lasciato il segno sulla scena mentre una nuova registi stava rivoluzionando il panorama cinematografico.
Visse un’infanzia travagliata, colpita dalla povertà, sotto genitori severi che la tenevano isolata a casa, mentre permettevano ai suoi fratelli la libertà della città; aspetto di cui si risentiva amaramente. L’esperienza, dichiarò, la rese diffidente nei confronti del matrimonio e poco incline ad avere figli.

In parte per sfuggire alla sua casa infelice, iniziò a recitare da adolescente. Quando aveva 18 anni, i suoi genitori e fratelli emigrarono negli Stati Uniti in cerca di una possibilità. Rimase a Roma, dove si diplomò all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, nel 1953:
Ho usato la loro assenza per diventare un’attrice. Quando sono tornati, i miei genitori hanno dovuto chiamarmi Monica. Hanno dovuto riconoscere quello che era successo.
Addio a Monica Vitti, la regina del cinema italiano
Monica Vitti, la cui fredda sensualità e approccio cerebrale ai ruoli hanno animato una serie rivoluzionaria di capolavori cinematografici degli anni ’60 diretti da Michelangelo Antonioni, tra cui il tanto dibattuto L’Avventura, è morta oggi a Roma. Aveva 90 anni e, da molti anni, combatteva contro il morbo di Alzheimer.
La morte di Monica Vitti è stata annunciata dallo scrittore, regista e politico Walter Veltroni a nome del partner della signora Vitti, Roberto Russo. In un comunicato stampa, Dario Franceschini, ministro della Cultura italiano, ha scritto:
Addio alla regina del cinema italiano
Streaming Film
Un po’ di Monica Vitti
Monica Vitti emerse sulla scena internazionale mentre una nuova generazione di registi visionari stava ricostruendo il cinema, in particolare in Francia e in Italia. I suoi lineamenti e la sua algida eleganza, condite da una grande ironia, fornivano un contrappunto visivo e stilistico alle attrici italiane dell’epoca, tra cui Sophia Loren e Anna Magnani.
I primi ruoli cinematografici di Monica Vitti risalgono al 1954; in quel periodo era meglio conosciuta come attrice teatrale e televisiva. Incontrò Michelangelo Antonioni nel 1957, ma lui aveva difficoltà a raccogliere fondi per fare film in quel momento. Fu solo con L’Avventura, quindi, che riuscì a mostrare la sua nuova star e amante.

Durante le riprese de L’Avventura, infatti, sbocciò una relazione sentimentale tra la signora Vitti e Antonioni, che si rafforzò negli anni a seguire. Prima che la loro relazione diventasse di dominio pubblico, la signora Vitti viveva in un appartamento appena sotto quello di Antonioni, a Roma, dove il regista aveva installato una botola e una scala a chiocciola in modo che potessero vedersi ogni volta che volevano, senza destare l’attenzione.
Il ruolo da protagonista della signora Vitti in L’Avventura arrivò, più o meno, nello stesso periodo in cui Federico Fellini svelò il suo film più influente, fino a quel momento: La Dolce Vita. I due film condividevano un pessimismo sulla vita moderna, seppur in modo diametralmente opposto. Il film di Fellini abbracciava il pubblico con la sua seduzione; quello di Antonioni era esasperante, incapace di soddisfare le aspettative del pubblico, ignorandole.
Monica Vitti e Michelangelo Antonioni
Durante l’apice della propria fama, dopo l’uscita de L’Avventura, Monica Vitti lasciava spesso ad Antonioni il compito di spiegare ai giornalisti cosa intendesse dire con il film, soprattutto perché si rifiutava di risolvere il mistero della scomparsa di Anna.
Solo in un’intervista del New York Times, a Manhattan, pochi giorni prima dell’uscita del film a New York, la signora Vitti rilasciò un’enigmatica dichiarazione:
Questa è l’unica domanda che il pubblico non dovrebbe porre. Non è importante. Ciò che è importante è che Anna aveva con sé due libri prima di scomparire: la Bibbia e Tender Is the Night di F. Scott Fitzgerald. Uno suggerisce la nostra preoccupazione per la moralità; l’altro era un esperimento letterario in cui l’eroina scompare a metà del libro e viene sostituita da un altro protagonista.
La Vitti recitò in altri due film di Antonioni: La Notte (1961) e L’Eclisse (1962), che secondo il regista avrebbero dovuto formare una trilogia con L’Avventura, sull’alienazione nel moderno mondo. Rimangono il cuore dell’eredità della signora Vitti come attrice cinematografica. Insieme al primo film a colori di Antonioni, Deserto rosso (1964), che molti critici hanno descritto come un quarto film della serie Alienation.

Sulla scia della trilogia Antonioni, la Vitti è diventata una delle figure più glamour della scena cinematografica internazionale, una presenza fissa a Cannes e ad altri eventi internazionali. La sua celebrità è continuata, almeno in Europa, dopo essere passata alle commedie leggere negli anni ’70. Dopo che la sua relazione con Antonioni si concluse, nel 1967, infatti, smise di fare film con lui e decise di reinventare tutta la sua carriera, passando alle commedie leggere. Sfruttò la propria naturale ironia per soppiantare la predominanza di star maschili nel genere. Il pubblico e la critica italiani rimasero sbalorditi dalla sua facilità di comica, che molti sono arrivati a credere fosse la sua vera vocazione.
Iniziò una relazione nel 1975 con un altro regista italiano, Roberto Russo. Hanno vissuto insieme per molti anni prima di sposarsi definitivamente, dopo 25 anni. Le sopravvive, oggi.