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Reboro en Primeur: matrimonio tra Merlot e Teroldego

L’azienda vitivinicola Fratelli Pisoni di Pergolese, nella Valle dei Laghi, in Trentino Alto-Adige, lancia il progetto Reboro en Primeur. Un’operazione che garantisce agli appassionati, che entrano nella community del Wine Club Pisoni, di accaparrarsi una parte del lotto di questo grande rosso prima ancora che sia imbottigliato.

A partire dalla primavera 2024 sarà disponibile il Reboro 2019, con lotti da 6 bottiglie. É già possibile prenotare le altre annate.

La 2022, ad esempio, è considerata l’annata perfetta, per la combinazione delle condizioni climatiche durante le varie stagioni, che vanta grande struttura, equilibrio e una straordinaria potenzialità di affinamento in cantina.

Per ottenere il Reboro En Primeur occorre essere iscritti nella community del Wine Club Pisoni, quindi sposare il progetto di valorizzazione del vitigno Rebo adottandone una pianta. All’atto dell’adesione verrà inviato un Certificato di Affiliazione sia per l’adozione della vite, che per l’acquisto En Primeur del Reboro. Il ritiro del vino potrà essere fatto direttamente in azienda, oppure con spedizione (costo calcolato secondo le tariffe del momento). Un’idea per continuare nella valorizzazione di questo straordinario vitigno dalla storia affascinante.

Dalla tradizione dell’appassimento delle uve trentine, come avviene da secoli per il Vino Santo Trentino Doc, e da un’intuizione di Marco Pisoni nasce, nei primi anni Duemila, il progetto Reboro.

Questo progetto ha coinvolto alcuni vignaioli della Valle dei Laghi, che hanno creduto nella valorizzazione di questo vitigno, capace di dare un vino di grande pregio e serbevolezza, tanto che oggi sono sei aziende a produrlo.

Il Reboro è un rosso da appassimento delle uve, segnato da profumi di confettura, spezie dolci e pot-pourri di fiori, sorso strutturato e complesso, morbido e di lunga persistenza. I migliori grappoli vengono messi ad appassire fino a novembre sulle arele, i graticci utilizzati anche per il Vino Santo Trentino Doc. Dopo la spremitura il vino viene fatto maturare per 3 anni in botti di rovere (barrique), più un successivo riposo di bottiglia di 9 mesi.

Ogni anno presso l’Azienda Pisoni tiene nel mese di giugno il Reboro Days, un evento arrivato quest’anno alla quinta edizione, che celebra il progetto di adozione di una vite di Rebo: «Your Vine, your Wine». Prevede, quindi, la valorizzazione di questo straordinario vitigno. Ogni appassionato che adotta una vite di Rebo, infatti, entra di diritto nella community del Wine Club Pisoni, e durante il Reboro Days ha l’opportunità di collocare personalmente la targhetta col proprio nome sulla pianta, salendo sulla collina di San Siro, a pochi passi dall’azienda Pisoni, in un paesaggio d’incanto immerso tra i boschi.

Il Rebo è figlio di un’avventura enologica degli anni ’50 di Rebo Rigotti, agronomo e genetista, che aveva un destino già tracciato nel suo nome. 

Nomen omen dicevano gli antichi: Nel nome, un presagio. Infatti, il nome Rebo, dato dal padre appassionato di viticoltura, significa proprio vite in tedesco, nella variante grafica Rebe.

Rigotti viene assunto all’Istituto di San Michele all’Adige, sperimenta incroci sia per la vite che per altre colture, fino a quando realizza un incrocio tra Merlot (vitigno francese, la mamma) e Teroldego (vitigno trentino il papà). Era nato il Rebo, nominato incrocio 107-3. Dagli anni ’70 porterà il nome del suo ideatore.

L’azienda viti-vinicola Fratelli Pisoni di Pergolese, nella Valle dei Laghi, in Trentino Alto-Adige, coltiva la propria passione per il vino dal 1852.

Oggi la quarta generazione, formata dai cugini Marco e Stefano Pisoni, continua la tradizione familiare nel segno dell’agricoltura biologica e biodinamica. Lo fa assieme a un team di collaboratori entrati di fatto in famiglia. Un’azienda decisamente fuori dal comune, non fosse altro perché è tra le rare cantine del Trentino specializzata nella produzione del prezioso Vino Santo Trentino Doc, presidio Slow Food. É anche l’unica che, dal 1930, produce il vino per la messa nella Curia di Trento ed è tra le poche aziende in regione a coltivare le varietà resistenti PIWI (con cui produce il vino Mesum).

Cura, inoltre, una linea di prodotti di bellezza a base di vinaccioli da uva biologica col marchio registrato Ampelié, che ne testimonia una volta di più l’eccezionalità.

Un’azienda che ha saputo preservare la tradizione, rinnovandosi grazie a iniziative di valorizzazione del territorio e della cultura viticola. L’ultimo progetto è quello del Reboro En Primeur, un vino da appassimento da vitigno Rebo, legato in primis all’adozione di una vite e riservato alla community del Wine Club Pisoni.

Articolo di Tommaso Lavizzari