2046 è sicuramente un’altra faccia del cinema che non finisce e non finì sui tabloid più gettonati del mondo. Dal 2004 ad oggi di anni ne sono passati e questo film non hai mai ceduto il suo fascino a qualcos’altro o ad un’altra pellicola.
Città piovose immerse nella notte, luci al neon, storie d’amore senza tempo sotto l’estetica perfetta del regista Wong Kar-wai. All’epoca la libertà produttiva e artistica di cui godevano i registi di Hong Kong li portò a esprimere uno stile e una qualità ancora oggi difficili da ritrovare in altre cinematografie. Stiamo parlando del sequel di Days of Being Wild e In The Mood For love, quest’ultimo è considerato anche uno dei film più romantici di sempre. L’estetica che andrete a vedere è diventata parte indelebile della storia del cinema in anni in cui Hong Kong era dietro solo ad Hollywood e Bollywood come mole di produzioni.
2046 è un posto, un tempo, un libro e il numero di una camera d’albergo.
Il filo conduttore del film è una rete di ricordi perduti corteggiati da una seduzione sublime intrecciata su mille umori mutevoli, il tutto è avvolto da una narrazione passata necessaria per comprendere l’avvenire.
Il numero che dona l’origine al titolo, 2046 oltre ad essere il futuro narrato negli scritti del protagonista, rappresenta la stanza d’albergo dove i due amanti si incontravano durante le assenze dei propri coniugi, ed infine una data ancor più rappresentativa per il regista: l’anno in cui la città che lo ha accolto da proscritto, Hong Kong, ritornerà definitivamente sotto il controllo di Pechino.
La fotografia che ha contribuito in modo determinante al successo del film, sono ancora una volta affidate a Christopher Doyle, collega di sicura rendita con le sue luci calde ed a volte acide, così come l’umore del protagonista.
La mutevolezza degli umori dell’uomo, che combaciano perfettamente con gli sbalzi temporali adottati dal regista e che rappresentano i capitoli del libro, sono tutti escamotage per colmare la Waterloo emotiva lasciata in dote a Chow Mo – Wan.

Le donne frequentate per svago rievocheranno sempre per forza di cose Su Li-zhen/Maggie Cheung, che compare in un breve fotogramma. L’ossessione morbosa per il passato e di conseguenza l’irripetibile, è fonte profonda di inquietudine che devia nel desiderio di riprodurre minuziosamente le azioni vissute con soggetti differenti e che molto spesso lascia insoddisfatti.
Nell’anno 2046, una vasta rete ferroviaria attraversa il mondo. Ogni tanto un treno misterioso parte per il 2046. Ogni passeggero che va nel 2046 ha la stessa intenzione: vogliono recuperare i ricordi perduti. Perché nulla cambia mai nel 2046.
Ciò significa che devi andare nel futuro per tornare al passato. È quello che fa Chow: scrive un romanzo sul futuro per dare un senso al passato mentre è sulla sua strada verso il 2046, cercando di recuperare i ricordi del suo amore perduto. Le cose sarebbero potute essere diverse? Oppure, come dice Bai Ling, una delle donne che incontra: Perché non può essere come prima?.

L’insoddisfazione è una delle maggiori pulsioni umane che può portarci alla distruzione. Nel film però si percepisce che può essere alimentata positivamente come stimolo per cercare di cambiare il nostro destino.
Questa storia d’amore è condita da una colonna sonora che incita la fiamma della malinconica da The Christmas song di Nat King Cole a Dean Martin con la sua Sway. Riesce ad omaggiare anche famosissimi temi musicali che riguardano il gotha del cinema europeo come Truffaut e Kieślowski. Prima di schiacciare play preparate i migliori pop-corn che avete in casa ma non dimenticate dei fazzolettini perché non si sa’ mai… una lacrimuccia potrebbe scendere all’improvviso.
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