GIN

Gin: sofisticato, elegante e dalla pessima reputazione

Il gin è semplicemente un distillato di cereali, normalmente grano o segale. Aromatizzato con bacche di ginepro, erbe e spezie di varia natura. Il termine deriva dall’olandese jenever o dal francese genièvre, che significano ginepro, appunto.

In sostanza, è un tipo di vodka aromatizzata: un distillato di cereali cui è stata aggiunta dell’acqua. Dopo un periodo in cui veniva considerato un alcolico antiquato, sostituito dalla vodka anche per il Martini classico, è tornato di gran moda da qualche anno. Il Gin & Tonic, un tempo servito al sole soffocante dell’estate, o in India, oggi è una bevanda per tutto l’anno, con aromi e abbinamenti sempre diversi.


I’M A SUPERSONIC GIVE ME GIN & TONIC


La cattiva reputazione del gin non è una novità.

Qualcuno ebbe a dire, scherzando:

Non bevo mai niente di più forte del gin prima di colazione.

Tra coloro che vedono nella carriera di un bevitore una sorta di pericolosa inclinazione. Sviluppare predilezione per il gin, insomma, rappresenterebbe il penultimo gradino verso la perdizione. Tutto ciò è quantomeno ingiusto.

È la base di molti cocktail classici comunemente associati a uno stile di vita sofisticato ed elegante.

Fu inventato in Olanda verso la metà del XVII secolo da un farmacista che lo promosse come cura per i disturbi ai reni. É tuttavia agli inglesi che deve il proprio successo internazionale. L’Inghilterra divenne una nazione di grandi bevitori di gin in seguito a una battaglia commerciale.


BUCKINGHAM PALACE GIN


Nel 1689, il nuovo re Guglielmo d’Orange impose pesanti dazi sul vino e sul brandy francesi. Una piccola scaramuccia nell’incessante e sanguinosa disputa tra Inghilterra e Francia. Gli inglesi cercarono, allora, conforto presso i distillatori olandesi, più che felici di risollevare la loro difficile situazione economica.

Fu allora che gli inglesi cominciarono a produrre gin, che acquisì una pessima reputazione.

Costava pochissimo, ce n’era in abbondanza. Potevano berlo poveri e ricchi; se lo scolavano i soldati prima di andare in battaglia: il famoso coraggio olandese. Lo bevevano le donne che volevano interrompere la gravidanza, credendo erroneamente che facesse abortire. Nel XVIII secolo si assiste al moltiplicarsi dei produttori. Un consumo eccessivo e diffuso di alcolici e, di conseguenza, alla nascita di n movimento per combatterlo.


THE GINFLUENCERS UK


É curioso che a salvare la reputazione del gin, inventato come una medicina dalla dubbia efficacia, sia intervenuto nel XIX secolo il suo uso in un vero medicamento. I coloni inglesi che si trovavano ai confini tropicali dell’Impero, in Asia meridionale ad esempio, presero l’abitudine di mischiare il gin con l’acqua di chinina nella speranza di tenere lontana la malaria. Questa mistura, antenata del Gine & Tonic, non preveniva né curava la malaria, ma era utile a tenere i sintomi sotto controllo, grazie al chinino… non al gin.

La maggior parte dei gin in commercio sono dry. Quelli prodotti in Inghilterra o con metodo inglese vengono chiamati London Dry. Questa apparente conformità non deve ingannare. Sebbene derivino dalla distillazione principalmente del grano, la particolare combinazione del ginepro con le altre spezie ed erbe usate per aromatizzarli conferisce ai dry marcate differenze di sapore. Se non ci credente, bevete un sorso di un qualsiasi dry leggero, un Beefeater o un Gordon’s, e confrontatelo con uno più profumato come il Bombay.

Il Plymouth Gin è un dry particolarmente robusto prodotto a Plymouth, in Inghilterra. Il gin addolcito con lo zucchero, conosciuto con il nome di Old Tom – probabilmente la base originale del Tom Collins – è facilmente reperibile solo in Inghilterra. Quello olandese, conosciuto come Genever, è più facile da trovare. Il suo caratteristico gusto di malto deriva dall’impiego di orzo maltato per produrlo. Il Golden deve il suo colore all’invecchiamento in botti di legno. Infine, evitate i numerosi gin aromatizzati in commercio e non dimenticate che lo slo gin è un liquore aromatizzato alle prugnole.