John Peel nella storia della musica è arrivato dopo Marco Collins, infatti al contrario del titolo, noi, partiamo da quest’ultimo perché è il perno principale di una storia in cui ci è sfuggito un particolare. Oggi le radio non fanno altro che mandare in onda gli artisti che ha più click su You Tube oppure l’artista che ha più seguito sui social. Prima di tutto questo le radio davano vita a vere e proprie correnti musicali, davano spazio ad artisti innovativi e trovavano quel particolare che riusciva a cambiare per un momento la vita dell’ascoltatore.
Solo qui, il ciliegio fiorisce a febbraio
Il numero 206 a Seattle è molto di più di un semplice prefisso. È il simbolo del talento di una città unica al mondo, sia negli sports che nella musica, sia nel teatro/cinema che nella letteratura.
Tutti conoscono Kurt Cobain e i Nirvana, tutti conosco l’epoca grunge, l’epoca del cosiddetto Seattle Sound con i Soundgarden, i Mother Love Bone, gli Alice in Chains e molti altri. Nessuno però sa’ che la Liverpool americana ha raggiunto l’internazionalità grazie a Marco Collins, dj e conduttore radiofonico di 107.7 FM “The End” (KNDD).
L’altro particolare che a tutti sfugge è la storia di Andrew Wood e quel garage dove ha scritto le prime note del fenomeno più bello degli anni 90. Veder fiorire questi alberi di ciliegio lungo le strade di Seattle che portano all’Easy Street Records è qualcosa di straordinario, soprattutto se da colonna sonora alla nostra storia c’è tutta la Sub Pop Culture degli anni ’90. Procediamo con ordine.
C’era un ragazzo soffocato dal padre con l’etica del punk e la voglia di scappare da un piccola provincia. Questo ragazzo si chiamava Marco e arrivò a Seattle nel 91, era una rockstar senza essere una rockstar.

Chi ha mai detto che devi avere per forza un microfono o una chitarra in mano per spaccare in due il mondo della musica… non è lo strumento a fare l’artista ma è il come si suona e soprattutto che tipo di personalità hai.
Negli anni 90 il binomio “bravo e pulito” in questa città sono senza connessione logica. Appena arrivato a Seattle, Marco, non aveva ancora idea di quali fenomeni musicali popolassero i locali sotto il cielo color rubino. La droga e l’alcool però erano i principali mezzi di comunicazione per conoscerli.
La sua idea era di creare un programma dando spazio a quello che stava nascendo nell’underground dei club. Se amate il rock/grunge segnatevi questa data: 4 aprile 1991.
«D’ora in poi su queste frequenze niente più musica di merda. Basta Michael Bolton. Basta Wilson Phillips. Basta Gloria Estefan. È con grande piacere che voglio presentare al pubblico di Seattle una nuova stazione rock all’avanguardia: 107.7 The End».
Dopo qualche secondo sarebbe partita per la prima volta nella storia Smells Like Teen Spirit dei Nirvana.

Questo è stato l’inizio di tutto e ad agosto dello stesso anno arrivò TEN l’album d’esordio dei Pearl Jam. Da lì in poi non ce n’é per nessuno non è mai successo che quattro diverse band della stessa scena debuttassero direttamente al n° 1 della classifica Billboard 100.
Nel 1993 e nel 1994, i lavori dei Nirvana (In Utero, 21 settembre), dei Pearl Jam (Vs., 19 ottobre), degli Alice in Chains (Jar of Flies, 25 gennaio) e dei Soundgarden (Superunknown, 8 marzo) cambiarono la storia della musica.
Purtroppo però il look di questa nuova tendenza musicale non era proprio “mascolina” e dava fastidio agli skinhead del posto con dei particolari principi di vita. Una sera picchiano Marco e mandano in coma l’amico, però questo non fa’ altro che alimentare l’energia ribelle che Collins ha dentro.
L’America in quel periodo è cambiata grazie a lui, e a Seattle per persone del genere si dice sempre: don’t forget the name and the number of this city.
Sul lato opposto dell’oceano invece… John Peel. WHOo? John Who?? John Peel.
Già chi è John Peel??
Uno dei più grandi giornalisti e conduttori radiofonici della storia musicale. Sono tante le sue sessions andate in onda sulla BBC Radio, googlelatelo subito perché ne sono state pubblicate alcune indimenticabili sul web.
Diretto come pochi, con la visione di gioco che pochi potevano e posso permettersi tutt’ora. Pensate che il London’s Evening Standard titolò l’annuncio della sua scomparsa nel 2004 con: The Day The Music Died, citando Don Maclean con il pezzo American Pie.
Dal suo studio appena ritornato a Londra da giovane, dopo un piccola parentesi americana causata dal trasferimento del padre, John, creò le radici della musica per la regina e quando nacquero i CD-ROM la sua risposta fu:
“Somebody was trying to tell me that CDs are better than vinyl because they don’t have any surface noise. I said, ‘Listen, mate, *life* has surface noise.”

Traduco per gli scettici: Qualcuno sta cercando di dirmi che i CDs sono migliori dei vinili perché non hanno il rumore di fondo. Io gli ho detto, ‘ Ascolta, amico, *LA VITA* ha il rumore di fondo.
Dal vangelo secondo John è tutto, ci vediamo il prossimo mese. Duro con molti gruppi, perché se fai musica devi saper fare musica come te stesso, e non come un altro sound quindi la frase: “I just want to hear something I haven’t heard before.” seguita da “I don’t know what young people want to hear anymore. The first person who comes up and asks me for Bon Jovi risks a ritual disembowelling on stage… and that’s a promise.”, c’è bisogno di tradurre per gli scettici? Altra lettura della parola di John secondo il suo vangelo, ora possiamo andare in pace.
Mentore e fan della band più incredibile, straziante ed inverosimile della storia del rock, i The Misunderstood. Nel 1969 Peel fondò anche la Dandelion Records, prendendo il nome del suo criceto, pubblicando l’album di debutto di Bridget St John. L’etichetta pubblicò 25 album di 18 artisti prima di cessare l’attività nel 1972. Se oggi tutti posso fare “una session” radiofonica in un certo modo, in modo così libero nel linguaggio e nei sound musicali lo dobbiamo a JP, perché la strada che calpestiamo ora l’ha asfaltata lui prima.
Letteralmente il George Best delle radio.