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SEX & DRUGS & STEVE BIGLER

Surf & drugs & Steve Bigler

L’abbrivio di questo articolo è il pezzo, degli albori del punk, di Ian Dury & the Bolckheads: Sex and drugs and rock’n’roll. Se penso al punk non posso non pensare che aveva i suoi peggiori nemici in Margareth Tatcher e Ronald Reagan.

Rimanendo nel campo delle associazioni di idee, trovo, da sempre, una certa somiglianza tra Ronald Reagan e il surfer Steve Bigler, non fosse altro che per il taglio dei capelli, la forma del volto e il portamento eretto.

Nulla di più sbagliato in questa associazione. Oggi si parla di Surf & drugs &… ma andiamo con ordine: chi accidenti è Steve Bigler?

Oggi si parla di Surf & drugs, un binomio che nasce negli anni '50... ma andiamo con ordine: chi accidenti è Steve Bigler?

Steve Bigler è, nella foto di gruppo della scuola, la persona che noti, non ti ricordi immediatamente chi sia, ma sai che lo hai già visto spesso .

Bigler pur essendo uno dei surfer più forti dei 60’s, epoca affollata di surfer molto più competitivi, non lo vedremo mai conquistare un primo posto nel campionato nazionale USA. Al massimo conquistò un quarto posto. Rese, però, leggendario il particolare surfboard da lui progettato e promosso per Harbour surfboards. L’innovativo modello genericamente chiamato stepdeck e noto tutt’oggi nel catalogo di Harbour come Cheater model.

Lo stile di Steve Bigler si adattava a qualsiasi situazione: dalle più morbide e lunghe onde della So-Cal alle alte e aggressive onde delle Hawaii; ma non era né sufficientemente fluido ne abbastanza innovativo e peculiare.

Non aveva un’immagine tale da rimanere impressa, come vi dicevo. Dopo il 1968 smise di gareggiare ma non smise di surfare. Per una ventina d’anni surfò in giro per il pianeta; tra Francia, Portogallo, Spagna, Indonesia, Filippine, Afghanistan, senza apparenti preoccupazioni.

Fino a che Steve Bigler non fu arrestato per traffico di droga nel 1996 a Santa Barbara in California e condotto in un carcere dove rimase per 27 mesi. 

Grazie al suo basso profilo Steve Bigler è riuscito a farla franca per 20 anni di fila, ma ad altre surf legend le cose non sono andate così lisce.

Il binomio Surf & drugs viene fatto risalire approssimativamente agli anni 50, con il traffico di marijuana con il vicino Messico.

Si intensifica negli anni a venire con l’arrivo di LSD, eroina e cocaina. Le rotte si modificano, di volta in volta, con il tipo di droga e coincidono con le rotte, sempre più esotiche, delle nuove generazioni di surfer.

É storia nota dei problemi avuti da surf legend come Michael Tomson, Jeff Akman, Montgomery ‘Buttons’ Kaluhiokalami, Anthony Ruffo , solo per citarne alcuni, con il consumo e il traffico di droga. Per Steve Bigler, però, il discorso è diverso.

Steve Bigler, quatto quatto, per 20 anni l’ha fatta franca ed oggi gode di ottima salute e surfa ancora.

Rick Rasmunsen è andata decisamente peggio, entrando nel Club 27 ucciso a pistolettate in un vicolo di Harlem, a NYC. Nell’estate del 1982, a soli 27 anni, dopo una vita tribolata tra surf, consumo e spaccio di droga e giri loschi .