Parlare del GP del Texas significa parlare più che altro di quel corollario di accessori della Formula 1 che hanno poi scippato un weekend che poteva essere anche piacevole. Bellissima qualifica e una gara che, pur scontata perché Verstappen partiva solo sesto, è stata bella. Peccato che la regia fosse concentrata a seguire le auto di testa, solitarie, che cominciavano a distanziarsi, perdendosi le risse nelle retrovie, dove non ben identificati facinorosi si scannavano per un 15esimo posto. Se alla fine persino Sargeant ha fatto un punto vorrà dire qualcosa?
Molto più soporifera del GP del Texas è stata la sprint di sabato che si è fatta notare solo per il tremendo consumo gomme e le critiche al format. Sembra chiaro: così com’è non piace a nessuno. Avete presente quei trailer di film scarsi che ti fanno vedere tutto subito? Ecco, queste sono le sprint ora come ora. Un anticipo di quello che si vedrà in gara senza una forma propria.
Al GP del Texas, le previsioni del sabato ribaltate poi domenica per i consumi gomme rispetto alla Sprint, hanno sollecitato i team ad osare un po’ per poi cambiare idea per strada.
C’è chi l’ha fatto bene, vedi McLaren. Chi l’ha fatto male, vedi Ferrari. Chi quel tanto da mancare una vittoria che negli ultimi giri sembrava davvero possibile, Mercedes. Per una volta sembrava che la RedBull avesse finalmente qualche noia meccanica, ma il problema ai freni tanto serio non doveva essere. Semmai è riuscito giusto a mandare in sbattimento Verstappen e farlo sbraitare contro il suo ingegnere colpevole di parlargli in frenata.
Finita la gara e passate giusto quelle 7 ore, arrivano due squalifiche. Le vetture di Leclerc e Hamilton erano troppo basse. Per Lewis sfuma un podio meritatissimo dopo un errore di strategia dai box che è probabilmente costato la vittoria. Mercedes si consola giusto con le due posizioni guadagnate da Russell e la certezza dei progressi.
Il Ferrarista era già abbastanza nervoso tra le solite litigate con Xavi (il suo ingegnere) e una pessima strategia decisa anche da lui stesso. Risultato: dalla pole che non dura nemmeno la prima curva, finisce per perdere diverse posizioni anche a beneficio del compagno. Zoppica fino al traguardo e poi arriva la squalifica. Un piccolo record anche per lui, partendo dalla pole le ha ormai viste tutte tra DNF, DNS e squalifica. Un Napoleone non lo avrebbe probabilmente fatto generale. Alla fine si vede arrivare un altro podio, tutto considerato il bilancio a Maranello non è così negativo.
Sull’altra Ferrari, Sainz ha seguito una strategia più ortodossa, non litiga settimanalmente con il suo team ma come Hamilton avrebbe avuto bisogno di qualche giro in più per prendere Norris.
Lui sembra stia già pensando di andare in RedBull e il team papaya qualche preoccupazione dovrebbe averla. Gli aggiornamenti non hanno fatto chissà cosa, Piastri si è ritirato quasi subito e Norris ha fatto il leone giusto al via, poi quando è arrivata la RedBull di Verstappen si è fatto da parte senza troppe storie.
Chiaramente sono partiti troppo male per impensierire la Mercedes nella rincorsa del secondo posto, ma visto che in questo weekend Texano è tornato alla vita pure Perez non si può mai sapere. Non vale per tutti, certo. Sarebbe tornato anche Ricciardo, ma a parte i suoi fanboys non si è visto chissà che. Tsunoda, invece, che ti porta a casa i punti e il giro veloce, ecco magari mi gasa come Alonso al via. Uno che ti parte dai box con una macchina ormai allo sbando e lo ritrovi a punti, ecco che ci siamo. Poi si è rotto tutto e amen, però che cuore.
Quando venerdì hanno cancellato il giro da pole di Verstappen condannandolo alla terza fila ho visto San Cristoforo sopra i semafori del traguardo del GP del Texas.
Una decisione contro i bibitari? Ferrari e McLaren in prima fila, Lewis lanciatissimo? Cose folli. Per un finale di stagione già finita non è mica male. Ci voleva la puntuale burocrazia bizantina della federazione a farmi risalire mestizia e fastidio. Sarà il caso di metterlo negli appunti per l’anno prossimo, se la nuova proprietà non vuole solo essere quella che ti vuole togliere Spa per correre in un parcheggio con il porto finto.
Articolo di Francesco Cazzaniga
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