Numeri impietosi. A Spa, ottava vittoria consecutiva di Max Verstappen. Perez sembra uscito dalla carestia di questi ultimi tempi e chiude con una doppietta RedBull il primo tempo di questa stagione.
Dietro continua, invece, il settimanale sorteggione degli inseguitori. Stavolta è Leclerc a salire su l’ultimo posto disponibile del podio. Seguono i soliti noti a fortune alterne.
Dopo sei mesi di gare, fondamentalmente nessuno si è veramente avvicinato a Max Verstappen. Se non in qualifica, giusto Hamilton gli ha strappato una pole. Ma in gara la macchina è di un’altra categoria, anche a Spa.
Avevamo abbandonato definitivamente le speranze sulle verdissime Aston Martin e le abbiamo sostituite con le papaye di Norris e Piastri, che però inciampano proprio qui a Spa, dopo una grande qualifica e una grande prova del giovane NeoZelandese nella sprint di sabato. Continuo a vedere Ferrari e Mercedes come due team che non capiscono l’auto che hanno costruito. Almeno a Brackley non sono in mezzo a un trasloco continuo del personale. I saliscendi delle Rosse saranno anche dovuti a questo, e ancora non si parla del contratto di Sainz. Non è l’unico pilota in discussione e il primo è già tornato a casa.
Le uniche due sorprese cui avevamo affidato le speranze di non sentire l’inno olandese si sono bruciate entrambe in fretta anche se credo (spero), il Gp di Spa di McLaren sia stato un passo falso e nient’altro. C’e poco da fare se vieni spremuto contro il muro da un lampo suicida di Sainz che elimina entrambi dalla gara. Meglio Norris, nonostante le impostazioni per una pioggia che non è mai arrivata, pur andando a tre cilindri alla fine ha portato a casa qualche punto.
Rimane una certa delusione. Volessimo vagare con la mente ed escludessimo il noiosissimo Max, c’è un magnifico universo alternativo dove ogni weekend ci potrebbe essere un podio diverso e la battaglia per le varie posizioni sarebbe accesissima, tra continui saliscendi in classifica.
C’è una cosa che è vera anche nella nostra realtà: metà griglia corre nello spazio di mezzo secondo. Spesso anche meno. Vogliamo vedere anche questo dato come un falso positivo? Potremmo, certo, ma preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno. Sicuramente uno spunto di discussione più edificante di certe voci che hanno ricominciato a circolare.
Ci attendono tre settimane di stop prima tra il Gp di Spa e il GP d’Olanda, dove temo si ricomincerà a insistere progressivamente sulle nuove indiscrezioni del Budget Cap.
Una volta arrivati a Monza queste voci potrebbero divenire molto più insistenti perché poi, entro ottobre, dovrà essere tutto nero su bianco. A quel punto non ci importerà più del campionato che è già deciso da un pò di tempo.
Vedremo quanto ci sia di vero a cominciare dai nomi, che per il momento sembrano essere recidivi dall’anno scorso. Ricominceranno soprattutto le invettive reciproche che già adesso hanno bersagli precisi. Salvo sorprese, il mio timore è che l’accusato principale passerà nuovamente in sordina mentre il tifo comanderà l’indignazione generale tra blaterazioni di squalifiche, invidie e sfottò.
Uno degli aspetti più affascinanti della F1 è sempre stato quella zona grigia che gli ingegneri possono sfruttare accarezzando i limiti del regolamento, creando innovazione. La F1 è la categoria che ci ha portato auto con i ventilatori, alettoni appesi e 6 ruote. Abbiamo visto lo scorso anno quanta differenza ci sia tra fare 30 e 31. Dovrebbe essere stata una lezione sufficiente per la Federazione.
Dovrebbe essere stata una lezione sufficiente per la Federazione.
Potrei argomentare sul budget cap che se questa fosse la linea che si vuole mantenere, sarebbe il caso di eliminarlo. Il corpo che dovrebbe regolamentare ha infatti dimostrato che se sai spendere i tuoi soldi, è più sensato rischiare per ottenere un’auto estremamente performante, piuttosto che cercare di stare dentro nei conti ed evitare multe che poi non pesano. Soprattutto se il regolamento ti strizza un’occhio.
È ancora tutto in forse, però con quasi un anno di ritardo e un altro campionato già deciso. L’unico cambiamento è stato quadruplicare i controllori sul budget dei team.
Articolo di Francesco Cazzaniga
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