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Hungaroring: Champagne e urne funerarie

Partiamo subito da una breve considerazione su Lando Norris. Lo Champagne lo apriva così un certo Eddie Irvine, maestro di vita, dall’alto delle sue serate maiuscole all’Hollywood. Se Landino vuole proprio copiare, almeno non lo faccia a spese delle urne funerarie altrui. Max non solo vince ancora all’Hungaroring, ma potrà godersi il dubbio gusto del trofeo ungherese rivitalizzato dal Kintsugi. Record di vittorie consecutive infranto, per una volta il suo weekend non è stato la solita passeggiata. Fatica di nuovo il compagno Perez che però sembra essere tornato alla vita domenica con una bella scalata. Sì, non è riuscito a prendere Norris, però un podio dopo le ultime gare è ossigeno per il Messicano. 

Le qualifiche dell’Hugaroring sono state il piatto forte. 

Non è l’unico, perché anche Russell in qualifica non ha brillato. Un po’ il traffico, il nuovo format delle gomme, i track limits, Verstappen ha dovuto sbattersi un pò e all’ultimo secondo è arrivata la zampata di Lewis Hamilton. Per tre millesimi, in apnea ma pole numero 104. Durata nemmeno la prima curva,  sicuramente la visita di Rosberg ai box non avrà aiutato. Russell invece, eliminato in Q1, ha recuperato in gara ben 12 posizioni. 

Direi che il bilancio è comunque positivo. Seppur sempre lontani dalla vetta, come lo sono tutti. Perez con la stessa macchina, perlomeno, nuota insieme agli altri e, almeno, sembra ancora nella stessa categoria. 

McLaren è l’unica che tra i grandi nomi all’inseguimento del team austriaco ha fatto quello che sembra aver fatto un salto di categoria.

Ormai sono quattro gare che hanno svoltato qualitativamente. È da tre sono lì davanti, con tutte e due le macchine. Non mi sembra più il caso di parlare di pista favorevole. Anche con le modifiche apportate alle RedBull le due papaye sono rimaste vicine. L’unica preoccupazione, ammesso e non concesso che la macchina mantenga questa sua ritrovata competitività fino alla fine del campionato, è di Lando. 

Forse è il caso cominci a preoccuparsi di essere oscurato dal nuovo compagno di squadra. In gara, infatti, non solo in qualifica, Piastri ha fatto vedere belle cose e, sopratutto, mi sembra chiaro che il ragazzo abbia carattere. 

Il calendario non guarda in faccia a nessuno dopo l’Hungaroring.

Quelli che, invece, sembrano definitivamente fermi al palo sono Aston Martin e Ferrari. Gli inglesi ci hanno illuso dalla prima gara. Adesso sono tornati a metà griglia. Praticamente hanno scambiato l’inseguire le RedBull con navigare nello stesso mare di mestizia delle Ferrari. 

L’unica nota positiva di tutto il weekend è stato di nuovo il secondo pilota con una partenza della Madonna. Per il resto: dimenticatoio. Unico sprazzo di attenzione va all’ennesima figura da scarsi ai box e alle confuse strategie. Ciliegina sulla torta: l’intervista di Leclerc e a fine gara. Inizierei a preoccuparmi della sua salute mentale se una radio che non funziona passa per scusa plausibile alla mancanza di comunicazione con il muretto. Non sono professionisti, sono presi dalla strada. 

Articolo di Francesco Cazzaniga