Non sarà Mad Max, ma Andrea Stella mantiene la promessa. Il Team principal McLaren l’aveva detto e a Silverstone si sono presentati con tutte e due le auto nella nuova configurazione e fanno paura.
Norris ha sfiorato la Pole, con il newbie Piastri a seguire, e per un attimo abbiamo assaporato una novità lì davanti. Sarebbe stato già un successo così. Invece, se non fosse stato per la Safety Car, avrebbero potuto portare entrambe le auto sul podio.
C’è solo da ammirare il veloce progresso dalla Spagna ad oggi. Avevamo avuto un’anticipazione in Austria ma a Silverstone hanno fatto vedere il resto. Russell si è trovato dietro Piastri con una gomma dura senza poterlo avvicinare troppo. Hamilton è riuscito a scavalcare Piastri solamente grazie a un pit-stop. Poi in gara, dopo la Safety Car, ha messo in difficoltà Norris un paio di volte, ma a una certa non ne aveva più.
Se, invece, dai un’unghia a Mercedes, puoi stare certo che si prenderanno almeno tutta la mano. Il bonus Silverstone sembra sempre assicurare ad Hamilton un buon risultato. Magari ieri non hanno fatto il colpaccio, ma si sono sbarazzati delle Ferrari più per l’ennesimo errore del muretto che per la performance. Hamilton si è preso un podio con un indovinato pit-stop che l’ha portato davanti a Piastri. In ogni caso, non ha sbagliato nulla, non ha perso tempo dietro a certa gente come Leclerc, che ci ha messo un’infinità per passare uno come Stroll. Russell ottimo in partenza su Sainz poi si è defilato. Bene ma non benissimo.
A Silverstone una Safety Car a doppia lama ha permesso a Mercedes di prendersi un podio, mentre Ferrari soffre ancora di attacchi epilettici ad ogni imprevisto, ma la gara delle due rosse non era esattamente persa in partenza.
In qualifica la macchina è tutt’altra cosa. Gli aggiornamenti hanno prodotto buoni risultati nelle piste giuste. Sicuramente una nota positiva per loro, ma la loro forma migliore inizia e finisce lì.
Adesso sembra che ci sia persino una certa animosità tra i personaggi del box. Non mi sembra il caso di farsi ridere dietro per bisticci da pollaio su chi è il primo pilota di una macchina che si suda il quarto posto, almeno si giocassero il titolo! Dovrebbero concentrarsi sulla propria evoluzione, ma ho paura che stiano ancora pensando a vincere almeno una gara nel 2023. Nel mentre, qualcun altro si sta preparando ad andarsene da Maranello, ma tanto al popolino interessa solo che Leclerc rimanga, per non dover affrontare la realtà di quanto lavoro ci sia da fare.
A questo proposito, una parola sul salto di qualità della Williams in egida Vowles. Testimone di quanta differenza faccia provenire da un team altamente professionale e capace come quello Mercedes quando si passa a un team (al momento) inferiore.
James Vowles gli ha ribaltato casa, e li ha messi nella condizione di andare a punti, ormai regolarmente. A Silverstone la macchina era favorita per la sua conformazione che spinge sulla velocità, ma non c’era solo il solito Alex Albon.
Così come Piastri, Albon mi piace molto. Ricordo quando lo vidi sulla RedBull la prima volta mangiarsi Ricciardo in un incrocio a Spa. Ho pensato immediatamente che di stoffa ne avesse.
Se c’è però una nota dolente in tutto il bello che è stata questa Silverstone, non è tanto Ferrari quanto Alonso. Perché Aston Martin sembra aver finito la benzina. Sembra aver perso un po’ di verve, però dobbiamo anche tenere in considerazione il passo in avanti, soprattutto in qualifica, della Ferrari e di Mercedes. Esclusa la novità di McLaren ci sono adesso due macchine in più con cui fare i conti. Sia chiaro, non li vedo già fuori dai giochi, però ho avuto un brutto avvertimento.
Ci stiamo avvicinando alla pausa estiva, quindi tanti rinunceranno agli aggiornamenti della macchina e potremmo stabilizzarci su questo status quo con, speriamo, quattro team dietro Verstappen.
Perché, purtroppo, la situazione rimane questa là davanti. C’è uno fisso al comando e dietro cambia tutto a ogni gara. C’è poco margine tra le varie auto se guardiamo i distacchi, e ogni gara favorisce l’uno o l’altro.
Sembrerebbe bastare per far sopravvivere l’interesse nei confronti del campionato. Ha ragione Toto Wolff, se non fosse per l’anomalia Verstappen sarebbe veramente appassionante.
Articolo di Francesco Cazzaniga