A questo pensavo guardando il GP di Montreal. Ancora vivi perché praticamente tutti quelli che stavano sudando, tra un aggiornamento e l’altro, per mantenere vivo l’inseguimento a RedBull, da un anno a questa parte, si stanno avvicinando ai campioni e, probabilmente, quest’ultimo weekend l’ha mostrato più di altri. Chi con una palla al piede, chi con un po’ d’incompetenza, chi mostrando qualche leggerezza o veri e propri errori. Però, chi poteva inseguire lo sta facendo nel modo giusto e chi si doveva risollevare lo sta facendo con costanza. Non c’è solo questo, però. C’è una bella lista di numeri due (e persino numeri uno), che non si stanno mostrando all’altezza della macchina che gli è stata data e non solo a causa di “giornate no”.
Ancora vivi a Montreal, ma ognuno per conto proprio. Una bella gara, soprattutto nel finale, che mi ha fatto riflettere sulle disparità tra i piloti all’interno dei team.
Forse ieri, più che tante altre volte, si è accentuata la visibilità del pilota alla guida di una macchina che, in genere, siamo abituati a vedere come dominante nel decidere le sorti del campionato. Il pilota sembra, ormai, di secondo piano, eppure dopo Montreal si sono palesate le spaccature, abissi in certi casi, tra compagni di scuderia.
Fernando Alonso, ormai è inutile dirlo, è sempre lì ed è sempre sul pezzo. É proprio da un’Aston Martin tornata di giustezza ai vertici della F1, però, che comincia lo stillicidio degli assenti all’appello.
Bellissimo rivedere Nando con Hamilton, anche lui in grande spolvero. Fra poco, come con Verstappen, inizieremo a ignorarlo. Però l’altra macchina verde dov’è? A malapena a punti, giusto perché uno è stato penalizzato e un’altro si è ritirato. Altrimenti zero. Lance Stroll si è ritrovato nella magnifica posizione di essere un pilota molto criticato per i soldi di papà che, un bel giorno, ha tra le mani una macchina valida e può finalmente far vedere che animale è. Nel caso di Stroll, uno stercoraro. Alonso non accetta meno del podio, l’altro ci mette 69 giri per passare Bottas.
Mi sembra evidente che una certa qualità del pilota faccia effettivamente differenza.
Anche De Vries sta facendo schifo ma ha iniziato ieri e guida una Alpha Tauri, sebbene il compagno Tsunoda si giochi spesso dei punti. E possiamo continuare lo stillicidio di Montreal passando all’altro leader del campionato. Verstappen, infatti, si è fatto un’altra gita domenicale, mentre Perez ha registrato l’encefalogramma piatto. Ha un problema con il caldo, immagino, perché potrebbe tranquillamente pascolare dietro al compagno, a sprazzi preoccupandosi di Alonso, e invece a metà gara stappa una bollicina perché ha passato Magnussen. Alla fine lo mandano a fare il giro veloce perché anche prendere le Ferrari parrebbe chiedergli troppo.
Ferrari in grande spolvero, tra l’altro. Su una pista non proprio amichevole come quella di Montreal, hanno dato, invece, ottima prova di sé. Il passo gara c’è, il degrado gomme è precipitato e se non fosse per le solite scene da baraccone durante le qualifiche chissà. Leclerc di nuovo fuori dalla top ten e stavolta tocca a Sainz rovinare le qualifiche agli altri. Penalizzato. Siamo a due di fila, secondo me alla prossima qualcuno si incazza. Però, anche qui, stessa storia. Due piloti, due pianeti diversi. Leclerc con l’aggravante che un anno fa non apriva mai bocca. Adesso come con Gené, togli l’audio appena prende la parola.
Potremmo continuare con Alex Albon. Guida una Williams, stava facendo il miglior tempo e poi è partito tra i primi 10. Ha tenuto dietro Ocon per mezza gara, anche se con un alettone che stava per staccarsi. Per me il Gran Premio del Canada è suo. Il suo compagno è arrivato a malapena in Canada e dopo 7 giri si è ritirato di nuovo. Come non averlo.
Senza dimenticare McLaren, con Norris di nuovo protagonista. Grazie a una macchina che sembra essere tornata in palla dandogli i mezzi per esprimersi, anche ieri ha fatto vedere gran belle cose. C’è stato un momento della gara che guardavamo solo lui e Piastri. Sono sicuro che in Alpine si stanno mangiano le unghie guardando cosa sta facendo Gasly, che sembra ancora non aver capito come si guidi quella macchina.
Se c’è un pensiero che questo weekend del Canada suggerisce è sicuramente che, qua e là, si inizia a intravedere la differenza che fanno certi piloti.
Ecco perché Perez è in un momento di buio e parte in fondo e quell’altro è fisso in pole position. Parliamo di Aston Martin solamente perché c’è Fernando Alonso. Mercedes, al contrario, è l’unico team con una coppia solida. Anche McLaren, ma Piastri è ancora acerbo, ma non lo contiamo ma per poco. A dispetto dei TiFoSi Ferrari, i numeri danno ragione a Sainz.
Leclerc è con i vari Stroll, Gasly e Perez, tutta gente che è troppo lontana dal risultato che gli dovrebbe dare quella macchina. Questa lista si sta solidificando e in F1 è un attimo fare la fine di Ricciardo. Oppure si possono fare i bagagli nel 2026 e andare tutti e due in Audi-Sauber, magari con Binotto tecnico, Vettel come Team principal. Farei il tifo per loro domani mattina, però, fino a quel momento, mi spiace: sveglia!
Articolo di Francesco Cazzaniga