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Hiroshi Fujiwara, chi è? Come ci riesce?

Hiroshi Fujiwara non può essere spiegato in poche parole. Prima di continuare a leggere, armatevi del vostro miglior street outfit e indossate la vostra sneaker preferita. Perché? Perché ci troviamo davanti al padrino dello streetwear giapponese. Ha scoperto lui il potere delle collaborazioni branded che attualmente dominano il mercato stagionale del fashion. Basti pensare all’ultima sorpresa fatta da GUCCI con adidas® e oltre ad essere un designer pazzesco è anche un musicista e un produttore discografico. È uno dei pionieri della linea HTM di Nike, quella fondata proprio da Hiroshi Fujiwara (H), Tinker Hatfield (T) e Mark Parker (M).

È il progetto più innovativo del mondo delle sneakers, insieme hanno dato vita a più di 32 realease dal 2002 ad oggi. I tre insieme sono nella moda urbana sono stati come ammirare una sessione di jazz, musicisti che compongono un riff costruito l’uno sull’armonie dell’altro.

Sono partiti dalla Nike Air Force 1 passando per la Nike Sock Dart, remixato le Nike Air Max 1, Air Trainer 2, linea ACG, Air Jordan e molti altri includendo la tecnologia Flyknit. Gli stili e le prestazioni non hanno mai avuto un equilibrio così affascinante nella storia della moda, prima o esisteva l’uno o predominava l’altro.

Hiroshi Fujiwara è il padrino dello streetwear mondiale e il pioniere delle collaborazioni branded nate dal suo semplice acquisto di un taccuino di Tiffany & Co..

L’episodio è molto interessante e tutto questo avvenne prima che inventassero Google Calendar. Nel libro The New Luxury, lui stesso dichiara che quel taccuino è stato il suo primo bene di lusso che ha comprato e entrando in negozio si accorse che Tiffany avesse prodotti co-branding come le penne Montblanc e persino gli orologi Rolex. La domanda che si pose fu: perché un marchi così stimati e redditizi non potessero produrre solo penne o orologi soli…

Ha intuito che sarebbe stato meglio realizzare un prodotto migliore e raccontare una storia più profonda, elevando i rispettivi punti di forza di tutti e due i brand coinvolti.


Ha preceduto e inventato la moderna sneakers mania.

New York, Los Angeles, Parigi, Londra. Decine e decine di viaggi portarono Hiroshi a costruirsi un network di amici e di interessi incredibilmente vario, tanto da avere una colonna dedicata all’interno di magazine locali giapponesi.

Street culture, abbigliamento, skateboard e DJing sono solo alcuni dei mille argomenti di cui diventa esperto. Questo tipo di output avvicina a lui giovani come NIGO, che diventa poi il suo assistente, e Jun Takahashi di UNDERCOVER. I due giovani, grazie all’aiuto di Fujiwara, danno vita nel 1993 al loro store Nowhere nelle vie di Harajuku a Tokyo.

Conosciuto per essere il punto di partenza della cultura streetwear giapponese, la zona di Harajuku diventa terreno fertile per tutto quello che Hiroshi ha importato dai suoi viaggi. Anche Shinzuke Takizawa, il fondatore di NEIGHBORHOOD, inizia la sua carriera grazie a lui, dopo aver trovato lavoro come designer all’interno dell’etichetta discografica Major Force.

Prima di lui le sneakers erano concentrate solo sulla sua costruzione con materiali di qualità o con trame sottili.

Capovolgere uno Swoosh sulla Air Jordan 1 era impensabile prima di Hiroshi Fujiwara. Vi sto parlando della sneakers realizzata per Travis Scott di Fragment Design che portano la sua firma. Ci sono dei tocchi speciali sulla parte superiore dell’intersuola invecchiata con lacci abbinati in Sail, dettagli in Military Blue coprono tallone, collare e suola interna hanno un tocco di novità alla silhouette classica. Come già detto in precedenza lo Swoosh in Sail: è davvero al contrario!

Oltre a Nike ha lavorato davvero con tutti, da Louis Vuitton a BVLGARI, Supreme, Apple e Starbucks. Ma in un certo senso, pochi hanno riconosciuto in Fujiwara il diritto di incassare il suo sudato patrimonio di vendita al dettaglio. In effetti, probabilmente l’impronta di vendita al dettaglio più importante che ha fatto è stata quando Porter Yoshida & Co. gli ha consegnato le redini per fondare HEAD PORTER (ora RAMIDUS) e collaborare con Stüssy per aprire una sede a SoHot sopra il loro negozio.

Hiroshi Fujiwara

Sotto la sua impronta Fragment Design, noto per il suo logo a doppio fulmine, è riuscito a fare l’impossibile in modo coerente: creare un prodotto di successo che tutti vogliono e tutti ne parlano. 

Questo tipo di affermazione non si può certo dire per molti dei più anziani statisti dello streetwear. È riuscito persino a convincere KAWS ad abbracciare di nuovo completamente il suo lato di abbigliamento OriginalFake. La parola giusta è selvaggia come la sua impronta sul merchandising di Cactus Jack.

Tutto questo non è nient’altro che una lezione di storia dello streetwear indossabile. La risposta alla domanda del titolo però non esiste ma esiste la continua richiesta di collaborazioni di Fujiwara. ll valore della sua arte è trasparente e incontestabile da chiunque. Il suo è un viaggio nato dalla curiosità e dall’amore per la scoperta che si è trasformato in un’enciclopedia di successi da cui prendere ispirazione.