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A Baku non è suonata la sveglia

Il Gp dell’Azerbaijan, notoriamente caotico, fa sussultare solo per una demenziale leggerezza a fine gara.  Solo sparuti siparietti di spettacolo, qualche bel sorpasso, ma le premesse della vigilia, in quel di Baku, non reggono che tre giri. Di numero. 

Tutte le speranze Ferrari, a Baku svaniscono non appena viene attivato il DRS. Il sorpasso a Leclerc? Ironico distacco.

Nel finale anche il terzo gradino del podio rischiava di andare in fumo. Alonso non brilla in qualifica ma in gara un pò grazie al mestiere, un pò grazie alla gara sottotono di Sainz lo mettono a distanza di tiro da Leclerc. Alla fine non c’è più tempo, ma l’impressione che gli sarebbe bastato anche solo un giro rimane. Come rimane la sufficienza del sorpasso di Verstappen.  

Red-Bull ha gestito la gara come fosse una passeggiata. Per una volta che si sono visti rovinare la strategia da una bandiera gialla, l’unica conseguenza è stata la vittoria di Perez. Il messicano non ha sbagliato nulla, è sempre molto performante nelle cittadine e, a differenza del compagno, non ha mai nemmeno accarezzato le barriere. L’incidente di DeVries gli risparmia di passare il compagno. Vittoria meritata, comunque. 

RedBull sembra non aver nemmeno bisogno della Schmidt quest’anno. Sicuramente il reparto strategia si limita a una calcolatrice sulla scrivania per decidere il distacco e fare pit-stop tranquilli. Il ministro della difesa è, per tutti ormai, l’unica opzione per un finale alternativo.

Solo segnali positivi per il gruppo degli inseguitori però l’abisso rimane. Il trio che si gioca il podio rimanente tra sei piloti arriva a Baku speranzoso.

Aston Martin è fiduciosa e vorrebbe conferme. Il finale di Alonso ne è la prova, forse gli basterebbe un giro per passare anche la Ferrari di Leclerc ma siamo già all’ultimo giro. Il tutto mentre suggerisce settaggi dei freni al padawan che sta soffrendo nell’altra monoposto. Mercedes è lì, ma vorrebbe qualcosa di più. Russell sintetizza bene il mood del team teutonico con la sua aggressione a Vestappen sabato, mentre Hamilton, domenica, si ferma solo alle spalle di Sainz per mancanza di pista e prudenza sulle gomme. Se volessimo trovare delle cose negative, le possiamo vedere solo nelle tre seconde guide di questi team. Stroll, Sainz e Russell non hanno brillato, nessuno dei tre a causa della macchina. Lo stesso discorso, purtroppo, vale per molti altri, a partire da DeVries che ha causato la Safety Car iniziale. Due piloti sulla ghigliottina di Helmut Marko e, per ora almeno, l’olandese è quello più a rischio. Yuki si fa vedere a punti e venerdì in qualifica è arrivato in Q2. Considerato che corrono con gli avanzi del budget principale non è poco. Peccato per Albon che fino a sabato sembrava essere in forma, ma anche la Williams ne ha di lavoro da fare. Haas, Alfa Romeo, Alpine, niente da dichiarare. Buio pesto per la plebaglia.

In due vedono la luce in fondo al tunnel. Questo mese di pausa, lunghissimo per i tifosi, brevissimo per i team che faticano, è stato produttivo per McLaren e Ferrari.

Il team di Andrea Stella è tornato nelle posizioni che contano e non per mancanze altrui. Norris è stato protagonista di uno dei pochi bei sorpassi che abbiamo visto domenica, e Piastri si conferma un buon acquisto. Ha mancato i punti, certo, ma è un’altra macchina quella che si è trovato in mano a Baku. Giusto la buona prova di Tsunoda gli ha impedito di arrivare dietro il compagno inglese. 

Ferrari, si sarebbe dovuta sudare un quinto posto con le Alpine. Invece, per una volta, la propaganda dice il vero ed effettivamente le Rosse hanno fatto un balzo in avanti. Sicuramente tra i due team, è quello di Maranello che ha dato lo scossone e si è messo in luce dopo questa pausa.

Il DRS in particolare e, più in generale, la performance RedBull è ancora lontana per tutte e tre, che rimangono sempre a distanza di sicurezza, per le austriache.  Il giro veloce di Leclerc, come quello di Hamilton, sono arrivati quando le RedBull erano in piena gestione. Però, bisogna essere positivi, la macchina è sembrata veramente tutt’altra cosa rispetto a un mese fa e non l’avrei detto. La macchina non ha sbranato le gomme senza finire fuori punti e, sul giro secco, Leclerc fa il replay dell’anno scorso. Bisogna vedere se da qui si può costruire.

Nel mentre, mutande che volano nel box di Sky. Contenuto ottimismo, questo sconosciuto.

Articolo di Francesco Cazzaniga