f1 2023

La stagione F1 2023 è alle porte con le sue novità

Tutti i team hanno annunciato le date in cui verranno presentate le nuove monoposto per questo campionato di F1 2023. Si è cominciato già il 31 gennaio con Haas. Sarà la volta di RedBull il 3 febbraio e, via via, tutte le altre fino a San Valentino per la nuova Ferrari 675. Concluderanno il giro, i due giorni successivi, Mercedes e Alpine.

Novità F1 2023? Tutto il 2022 martellati dal Porpoising e subito ci risiamo. 

A quanto pare 22 gare e le teste coronate dell’ingegneria non sono bastate a superare il problema. La Federazione aveva già deciso in estate per un cambio in corsa del regolamento. Giusto o meno, potevo accettare un cerotto. Non l’ho fatto, ma svegliarsi in questo 2023 e leggere che le vetture saranno di nuovo alzate di 15 mm mi sembra come chiedere ‘a mio cuggino‘. Se consideriamo il grande ritorno dell’effetto suolo, sbandierato un anno fa, non è un buon inizio.

Le altre modifiche riguardano specchietti retrovisori più larghi, più libertà per raffreddare il carburante e il roll-hoop rinforzato per evitare un altro Zhou a Silverstone. Alcune, come la riduzione del peso delle vetture, sono frutto di una mancata ratifica che alcune squadre non hanno firmato, quindi si è tornati al vecchio valore. Letteralmente due chilogrammi di differenza. Altre, come ad esempio le penalità in griglia, dopo le complicazioni che hanno portato a Imola l’anno scorso, sono state definite. Come logica voleva, chi ha subito penalizzazioni partirà dietro chiunque si sia classificato. Semplice, prima non lo avevano scritto.

Ci sono poi due test on the road che vedremo nel campionato F1 2023. Per i sei sprint del sabato, da questa stagione, l’attivazione del DRS, dopo la partenza o il riavvio dalla safety car, inizierà dopo un giro, anziché due. Le gomme: ci saranno fino a due weekend di gara in cui, durante le prove, un solo tipo di gomma sarà utilizzato da tutti i team. Hard per il Q1, Medium in Q2 e soft in Q3. 

L’idea è testarle nel campionato F1 2023 e valutarne l’introduzione per il 2024. 

Sul DRS ho sentimenti contrastanti, probabilmente perché sono ostile allo strumento sin da principio. Sicuramente le ripartenze saranno più combattute e la vicinanza tra le auto favorirà la bagarre. Io la leggo come un’accettazione delle safety car come parte integrante, e non straordinaria, di un Gran Premio, al punto da volerle sfruttare per ulteriore spettacolo. Qualcuno potrebbe lodare l’idea per costruire positivamente su un difetto. 

A proposito delle gomme, invece, non vedo il tremendo guadagno in consumi e logistica per costringere le performance delle vetture in un momento decisivo come le qualifiche. Però, Pirelli è contenta, magari l’ha chiesto espressamente e se non fosse per l’organizzazione del calendario non vedrei un problema di sostenibilità nel Circus. 

Se poi non fosse questo il caso allora passiamo ai cambi di casacca e cominciamo questo elenco salviniano dai campioni in carica.

Sono quelli che hanno comprensibilmente cambiato meno, l’unica novità è che il loro terzo pilota sarà Ricciardo, un has-been che, a un posto sicuro in Haas, ha preferito gli eventi pubblicitari che i piloti vogliono bigiare. L’australiano è riuscito a farsi pagare pur di andarsene da McLaren, che gli ha preferito il giovane Piastri. Che sono sicuro non dia peggiori prospettive rispetto al poco e niente che è stato Ricciardo dal suo primo addio alla RedBull… e costa molto meno. 

Risultato è che il terzo pilota più pagato nel Circus non ha una macchina ed è approdato a un top team senza che questi tirasse fuori un euro. Helmut Marko è riuscito così a trovarsi un nome che piace alla pubblicità, da usare come spada di Damocle per il povero Perez che, a meno di nuovi drammi in radio, non ha nulla di cui preoccuparsi.

Mercedes perde solo un pezzo ma chi parte è il celebre James Vowles, #2 del team da molti anni. Non è solo il CO di Wolff, ma il capo della strategia dietro gli anni di dominio di Lewis Hamilton fino al 2019. Mentre sembra confermarsi l’indiscrezione che la prossima vettura abbia mantenuto il design della W13, lo stesso Wolff, intervistato, ne ha parlato con pessimismo, quindi è ottimista. Anzi era così contento che ha preso Schumacher come terzo pilota. 

La voce dietro tutti quei: «Valtteri, it’s James», sarà infatti il nuovo team principal della Williams, una squadra che, dopo il pessimo 2022, ha molto da lavorare. 

Sono riusciti a tenersi Albon e liberarsi di Latifi, ma hanno poi perso le due migliori alternative sulla piazza per sostituirlo. Si son dovuti accontentare di Logan Sargeant e, probabilmente, sarà lui a ereditare gli audio di Bottas. Come anticipato nella telenovela di quest’estate, Oscar Piastri, miglior promessa dei nuovi arrivati, ha scelto subito McLaren, soprattutto grazie alla vaccata manageriale della stessa Alpine. Dopo è stato il turno di Nick De Vries, che, però, gli ha preferito Alpha Tauri, di fianco a Tsunoda. Il giapponese, quest’anno, deve darsi una mossa perché sembra chiaro che Helmut Marko voglia scommettere sul campione di formula-E e, a meno che Honda non ritorni sui suoi passi con tutta la baracca, Yuki potrebbe finire a consegnare tofu a breve, se non dovesse migliorare sul serio.

Il suo BFF Gasly l’ha abbandonato, preferendo rischiare l’accoppiamento con il sempre piacevole Esteban Ocon in Alpine. Scuderia tutta francese adesso, che credo possa finalmente fare il salto di qualità nel 2023, salvo diatribe da pollaio. Ocon e Gasly parlano ogni giorno così bene di come staranno in squadra insieme che credo si sputeranno già alla terza gara. Le capacità dei piloti ci sono e se avessero risolto i problemi di affidabilità della macchina, Renault potrebbe aspirare a qualcosa di più di un campionato a due con McLaren. 

Quello che non mancherà nella F1 2023 sono gli scontri fra testosteroni nello stesso team. Se Gasly e Ocon saranno davvero testa a testa per troppo tempo ho paura non finirà benissimo. Del resto non credo Alonso se ne sia andato solo per soldi e forse fare la balia in Aston Martin è un’alternativa più invitante delle gag settimanali di Ocon. 

Il team di daddy Stroll si è assicurato un buon ricambio con l’addio di Vettel ma la macchina aveva una sola nota positiva nel suo alettone posteriore, ora bandito. C’è tanto lavoro da fare… 

In McLaren si sono svenati per liberare il posto a Piastri e anche le motorizzate Ferrari hanno fatto cambiamenti importanti per questa stagione F1 2023.

Sicuramente ci sono delle aspettative, ma non è una novità ora che Alfa Romeo ha accolto l’ex TP Andreas Seidl e Andrea Stella è stato promosso al suo posto. Chiaramente non una pedina da poco, perlomeno in AF non son cambiati i piloti. 

In Haas, invece, Gunther Steiner ha rispolverato Nico Hulkenberg. Va bene che Mick ha fatto tanti danni, in pecunia e rispetto al compagno di squadra, un altro usato sicuro… ma il divario in punti parla da sé. Non mi stupisco se i numeri di Hulk, a dispetto di tutti i podi mancati, incarnino perfettamente i desideri del suo nuovo Gruppenfuhrer. Vuol dire che di speranze ne davi proprio poche.

La patata bollente l’ho lasciata per ultima. L’anno scorso sono partiti in preda a un cazzodurismo cronico e ben presto è arrivato il bagno di umiltà. Ferrari aveva esordito a gennaio scorso con sparate atomiche sulle prestazioni, in particolare del motore. Tradito dall’affidabilità, nemmeno quello è riuscito a brillare. 

Stavolta sotto una nuova guida, in silenzio stampa dal suo arrivo a Maranello, è successo lo stesso. Sono già filtrate indiscrezioni sulla macchina, 30 cavalli in più (quelli che hanno perso per strada l’anno scorso), parlano di una macchina un secondo e passa più veloce di quella vecchia, quindi praticamente alla pari della RedBull dell’anno scorso. Mancava solo la voce fuori campo dell’Istituto Luce. Non paghi, a Maranello hanno già collezionato il primo sfottò dell’anno senza averne neanche fatto la prima gara. 

Avendo però cominciato a lavorare sulla macchina F1 2023 già dopo la delusione del Gp di Francia, Binotto ha lasciato al suo successore un pacchetto già avviato da mesi. 

Nel mentre ha pagato le conseguenze di una scommessa dell’azienda che prima lo ha scelto per una posizione di non ritorno, poi lo ha abbandonato davanti ai media e infine, sempre a debita distanza, lo hanno licenziato. 

Dopo il solito can can hanno chiamato Vasseur da Alfa Romeo. Già intimo di Leclerc al suo arrivo in F1, è la persona che ha fatto crescere il monegasco e l’ha guidato in Alfa Romeo nel suo esordio in F1. Lo stesso ha fatto per interi team nelle categorie minori, Fred Vasseur non è un mister nessuno, anche se magari non figura tra i nomi celebri del Circus. 

Qualche giorno fa ha interrotto il silenzio stampa di Maranello. Intervistato da Sky Sport ha rassicurato gli avversari che non c’è un pilota numero uno in Ferrari. 

Mentre si ossessionava a giocare con le iniziali del francese, Vanzini ha ottenuto però da Vasseur due risposte importanti:

  1. Alla partenza non ci sarà un numero uno ma anche che non esiterà ad agire nel caso sia necessario. Perlomeno un segno positivo rispetto al perenne ‘stica di Binotto. 
  2. Ha risposto chiaramente alla questione strategia. Vasseur sembra avere l’idea che il problema sia strutturale e non da risolvere semplicemente licenziando.

Riconoscere pubblicamente il problema è un altro segnale positivo, assolutamente. Questo comparto del team è forse il più ridicolizzato di sempre. Non ricordo tali Uberfail che non fossero un singolo episodio. L’errore ci sta, persino RedBull e Mercedes nei momenti di massimo splendore hanno fatto qualche boiata. Tutti hanno avuto un weekend nero. Non un settimanale imbarazzo che è stata la Ferrari 2022. Management in negazione della realtà, proprietà in silenzio totale, piloti che hanno paura a incazzarsi davanti a un microfono. Per non parlare dei cambi gomme, la miseria di Monaco, il casino a Silverstone. Inutile rivangare tanto c’è YouTube. 

L’ultima volta che c’è stato un francese alla guida delle rosse non è andata proprio male, ma permettetemi di non avere tutta questa fiducia: «Se non entra là dentro e ribalta mezzo garage». Forse anche una sola testa sulla catapulta avrebbe mandato un messaggio più rassicurante. Se poi la verità è che nessuno li avrebbe voluti sostituire allora addio, altro che problema strategico. 

Adesso mi calmo. Aspettiamo le presentazioni delle nuove monoposto sperando in qualche look figo per questo 2023, che l’anno scorso son rimasto un po’ deluso…

Articolo di Francesco Cazzaniga