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Blue Chips, il film da vedere solo se ami il basket religiosamente

Blue Chips è un film diventato cult a livello sportivo sia se uno ami il basket o meno. È uscito nel 1994 ed è diretto da William Friedkin e scritto da Ron Shelton. Nick Nolte invece interpreta un allenatore della NCAA che sta per disputare l’ennesima stagione cercando di uscire da un barato di cattive prestazioni.

Probabilmente è uno dei film più belli mai girati sulla pallacanestro anche se la trama è incentrata su un concetto negativo. La pellicola mostra la voglia di vincere di un coach e di una squadra di basket che oltrepassa il rispetto delle regole, andando contro i principi dello sport.

Questo è il film definitivo sugli scandali che dominano il College Basketball da secoli. Lo scandalo non riguarda solo il basket ma anche gli altri sport americani perché si tratta proprio del reclutamento dei giovani atleti dal liceo per introdurli nell’università.

Molte inchieste e molti libri sono stati scritti su quest’argomento infatti c’è bisogno di più di un post per parlarne. Oggi limitiamoci però solo ad elogiare questa bellissima pellicola che doppiata in italiano è sempre difficile da trovare.

Primi anni ’80. Dissolvenza in nero. Uno speranzoso sceneggiatore di Hollywood sta leggendo il giornale e si ritrova affascinato dagli scandali del reclutamento che stanno dilagando nell’atletica leggera del college, quindi fa quello che fanno gli aspiranti scrivani in momenti stimolanti come questi: scrive una sceneggiatura al riguardo.

Nella sua storia, Blue Chips, un allenatore di basket del college, Pete Bell, presso l’immaginaria Western University, sta cercando di conciliare il suo desiderio di condurre un programma pulito con la sua fame di vincere.

Bell alla fine tradisce la sua morale, corrompe i giocatori affinché vengano nella sua scuola e poi combatte con i suoi demoni. Nella vita reale Ron Shelton, lui stesso un ex giocatore del college, ha rifinito quella sceneggiatura e poi… aspettato… E ha aspettato.

Shelton, nell’aspettare poi avrebbe scritto anche alcuni dei più grandi film sportivi di sempre, in particolare Bull Durham, uscito nel 1988, e White Men Can’t Jump, nel ’92, tenete l’icona aperta su questi due film. Di anni ne passarono ma alla fine tutto arrivò ad un dunque. Prima di lui le persone erano interessate solo ai film sportivi eroici e non fatti di scandali. Michele Rappaport altro personaggio di cui vi parleremo in seguito è stato il produttore e una pedina importante nella scelta degli attori. Per interpretare il coach Bell fecero dei provini Al Pacino, Andy Garcia, Kurt Russell. Il nome Nick Nolte saltò fuori all’improvviso ma lui accettò solo se nel film ci fosse l’ex coach dell’università dell’Indiana, il generale con il maglione: Bobby Knight.

Red Auerbach convinse il coach ad apparire nel film e Nick lo insegui per due intere stagioni. Doveva rubare tutti i suoi atteggiamenti e modi di fare per riportarli nella sua recitazione.

La prima scena del film, negli spogliatoi, dove l’allenatore Bell continua ad uscire e rientrare, lanciando di tutto e urlando ai giocatori… era lo spirito puro Bobby Knight. I giocatori scelti nella storia per recitare nel film hanno altrettanto una bella storia. Uno dei protagonisti ha come nome Neon Boudeaux, un omone del Bayou, paludi del Mississippi. Provarono a scritturare Shaquille O’Neal, ma all’inizio non ci riuscirono mai, solo che dopo Friedkin lo intercettò al Four Seasons di Los Angeles iniziò un dialogo.

La scena fu più o meno questa: Shaq esce dall’ascensore dell’albergo, Friedkin lo intercetta e Shaq lo saluta complimentandosi per aver diretto il film l’Esorcista. Finestra di dialogo aperta e Shaq che gli confessa che sempre l’Esorcista è il film preferito della madre e allora Friedkin coglie la palla al balzo e gli dice: sto girando un film sul basket, vuoi farne parte?


Blue Chips

Shaq non sente nemmeno il suo agente o i familiari, firma in maniera diretta. L’altro attore/atleta da ingaggiare dove interpretare Butch McRae, una guardia di Chicago la cui madre chiede all’allenatore Bell una nuova casa e un nuovo lavoro. Sulla scrivania di Kevin Benton assistente coordinatore nel basket arrivò una rivista con un articolo su Penny Hardaway, all’epoca playmaker dei Memphis Tigers University. Non sapevano nemmeno chi fosse; la maggior parte delle persone all’epoca non conosceva tutti i ragazzi delle università piccole. Lo contattò e il provino andò discretamente, all’epoca Penny non era nemmeno nel mirino delle squadre della NBA.

Infine: Ricky Roe, un ragazzo di campagna di French Lick, Indiana, il cui padre chiede all’allenatore Bell un nuovo trattore. Matt Nover all’epoca centro dell’Università dell’Indiana fu consigliato da Bobby Knight, perfetto come look e modi di fare, unica pecca col personaggio… non è mai cresciuto in campagna.

Le riprese di Blue Chips sono ricche di aneddoti e di storie. Solo alcuni però si possono raccontare altri forse è meglio non conoscerli mai. Una sera Cylk Cozart, attore con il nome Slick The Fixer nel film uscì una notte nell’Indiana con Shaq e altri del cast. Quest’ultimo non entrò nel locale scelto per far serata a causa nei mancati 21 anni. All’ingresso un po’ rabbioso rispose: Io, me lo ricorderò quando verremo giocare qui. Quando giocò la sua prima partita contro i Pacers, segnò 35 punti e prese 20 rimbalzi.

Le riprese di Blue Chips hanno portato O’Neal a raccomandare agli Orlando Magic di selezionare Hardaway.
Alla fine Orlando l’ha fatto per davvero nel Draft NBA del 1993.

Blue Chips

Hanno scambiato la scelta n.1 in assoluto Chris Webber con i Golden State Warriors per Hardaway e tre future prime scelte. Con entrambi nel loro roster, i Magic hanno registrato il miglior record nella Eastern Conference nella stagione regolare 1994-95. Inoltre ottenuto anche la loro prima apparizione nelle finali NBA nella storia della franchigia.

Un altro aneddoto molto particolare fu la gelosia di tutti quelli del cast nei confronti della guardia della Duke University, Bobby Hurley. Gelosi perché ogni sera della settimana era con un’altra ragazza che era più bella della sera prima. Le azioni che si vedono durante le partite sono reali e girate davanti a 6000 persone.

Sono talmente reali che un giorno Shaq chiamò un time-out per mettere in riga tutti. Tutti i giocatori giocavano per vincere o per mettersi in mostra e quindi sia lui che Penny non riuscivano ad avere un’azione decente per il film. Diciamo che le parole di Shaq durante quei minuti non furono molto pettinate: Il prossimo figlio di puttana che spara a canestro, lo prendendo a pugni in faccia.

Sul set c’erano dei veri allenatori come Pete Newell, un Hall of Famer scomparso nel 2008. Nella finale del film contro Indiana, tutti hanno giocato per davvero, il livello di tensione in campo era alle stelle. Le partite furono due e Indiana le vinse entrambi. Bobby Knight boicotto per due volte la scena finale, il passaggio per la schiacciata al volo di Shaq. Perché? Perché la sua squadra era in vantaggio.

Blue Chips comunque resta uno dei film più belli mai girati sul basket.
Buona Visione and I LOVE THIS GAME!


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