mambo

Mambo è il surf brand più arty di sempre

Siamo nel 1984 quando a Redfern, periferia di Sidney, nasce, tra diverse pinte, cubetti di formaggio e biscotti Jatz, Mambo.

Mambo (PREMI QUI) è il surf brand più hardcore e arty di sempre e che sempre dovrà vedersela con la censura (PREMI QUI).

Non a caso è il brand preferito di John Lydon. Il nostro Johnny Rotten, infatti, nel 1988, quando si recò in tour con i PIL (Public Image Limited) trascorse un intero pomeriggio trangugiando pinte con Dare Jennings, Reg Mombassa, Richard Allan, Jodi Phillis  e tutto lo staff della Mambo, firmando qualsiasi cosa, comprese le tette di Barbie la receptionist. 

Sempre a proposito di PIL, la sola t-shirt con il farting dog (in effetti il nome ufficiale dell’item avrebbe dovuto essere call of the wind) di Mambo, quella che raffigura un cane stilizzato che emette una nota musicale dal posteriore, ha avuto vendite tali da superare il PIL di un paese intero.

Le attinenze tra surf e punk si riconfermano nel 1989 quando Mambo sponsorizza il tour Australiano dei Ramones inserendo per la prima volta nel merch dei Fast four dei board short.

Queste attinenze non sono affatto strane visto che Jennings, nel 1978, possedeva, oltre alla serigrafia Phantom Textile Printers, anche la label Phantom Records. Questa aveva nel proprio catalogo: Hoodoo Gurus, Sunny Boys, Cockroaches, Flaming Hands e altri, tra cui un singolo dei Dead Boys di Stiv Bators. 

«Beh, figo ma nelle norma e nel trend in ambito surf», qualcuno potrebbe obbiettare. Sarebbe sbagliato perché, fino ad ora, abbiamo accennato solo agli inizi di Mambo.

Più si va avanti e più, di pari passo con l’acquisizione di nuovi artisti, Mambo diventa un brand spettacolare, colorato, dirompente. Conquista le masse e gli intellettuali, si muove tra surf e r’n’r. Mambo attacca e dissacra a tutto spiano e si spinge molto oltre. Per darvi un termine di paragone potete pensare a Il Male o a Charlie Hebdo.

Irride tutto e tutti, a mezzo di t-shirt che colonizzano mezzo mondo: il Papa, l’allora presidente francese Chirac, primi Ministri e i Governatori australiani.

La intoccabile Queen Elizabeth. Gesù Cristo. Si schiera a difesa degli aborigeni, contro la repressione della polizia; contro gli esperimenti nucleari, a favore dell’uso consapevole delle droghe tra i giovani e via così… tra beach party e surf contest.

L’irriverenza e le prese di posizioni di Mambo sono un aspetto che non salta subito all’occhio. Prima vengono notate le grafiche/illustrazioni delle t-shirt ,che sono davvero favolose. Un attimo dopo arriva il messaggio, che veicolano in modo simpatico e divertente. Non è mai apertamente respingente, ma puntualmente incappa nella censura, sopratutto negli USA .

Finora abbiamo parlato per lo più di t-shirt perché la t-shirt diventa il manifesto, il media, con cui veicolare il messaggio.

Mambo produce una completa linea di abbigliamento e, ovviamente, un quiver range di surfboard bellissimi. Autentici capolavori shapeati dai migliori artigiani e illustrati dal team di illustratori di Mambo.

É difficile collocare Mambo in una specifica categoria. Sicuramente è un surf brand e produce surfboard e possiamo infilarli anche nel multiverso dello streetwear. Va da sé che faccia parte del mondo del fashion.

Possiamo collocare il brand a pieno merito nell’arte visto che le illustrazioni di Reg Mombassa entrano nelle migliori gallerie d’arte del mondo. 


REG MOMBASSA X TED – THE FUNCTION OF ART IN LIFE


Non solo. Mambo entra anche a pieno titolo nell’ambito design, quando GM Holden Mambo viene invitata alla progettazione di un panel van per il Sidney Motorshow. Convince talmente tanto che il mezzo viene esposto anche al Motorshow di Detroit. Il panel van viene chiamato Mambo Holden Sandman.

Sandman ci porta al tenebroso personaggio creato da Alan Moore per DC Comics. Infatti, i nostri irriverenti aussie vengono contattati da DC Comics per una collabo. Quindi li vediamo entrare a piè pari nel comics-mondo ed in effetti non ci stupisce.

Mambo è stata una realtà eclettica e unica. Senza paragoni nel proprio ambito. Probabilmente si può, per certi versi, accostarla a Gotcha (PREMI QUI), ma questi guardavano al surf-mondo e anzi il real-mondo lo volevano tenere a distanza.

Mambo è l’espressione del surf-mondo aussie di quegli anni. La fine dell’era hippie e l’inizio di quella punk, con tutte le commistioni che ha con il surf. 

Un altro paragone verrebbe da farlo con Obey, ma sarebbe fuori luogo perché, al di là dei diversi stili grafici, in casa Mambo non sarebbe mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello di fare una campagna elettorale per un presidente degli USA. Mambo si schierava ma non appoggiava. 

Dare Jennings insieme a Carbin Tuckwell fonda Deus Ex Machina e lascia Mambo, che chiude nel 2015. Deus Ex Machina non ha continuità con Mambo. Mette in correlazione moto e bici in un contesto di food & beverage abbastanza avulso da surf-mondo. 

Quest’anno Mambo è risorta dalle sue ceneri con i migliori propositi:

In a time where PC culture runs rampant Mambo Surf De Luxe laughs in the face of it’s cordial environment and revels in it’s eccentric content and aesthetics. 2022 is the return of 100% Mambo. This is Surf De Luxe.

God save the Mambo!