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Neil Krug, l’LSD e la sua psychedelia fotografica

Neil Krug ha una macchina fotografica che brucia la pellicola a modo d’arte senza avere un’impostazione specifica. Il suo occhio vede colorazioni e frame che nessuno ha mai visto prima. Le sue immagini sono come se fossero bruciate dal sole e dal tempo ispirate da quelle sensazioni simili ai b-movie anni 70. Non si incontra spesso un fotografo che ti trasporterà in un altro luogo e tempo attraverso il proprio lavoro. Uno strano equilibrio tra paesaggi desertici e corpi nudi, il tutto avvolto in un’eterna atmosfera dai toni vintage.

Americano come pochi, Neil Krug, ha la capacità di trasmettere con le sue fotografie un’età persa nel tempo, un’innocenza e un immaginario difficile da replicare.

La sua concezione d’immagine riporta all’utilizzo dell’LSD, per chi non lo sapesse è una fra le più potenti sostanze psichedeliche. Il posto dove lui è cresciuto in America viene pronunciano letteralmente così: Kenzess. Per noi è Kansas da non confondere con la città omonima. Purtroppo non so dirvi il perché ma qui so’ per certo che è nato il coro «Glory, Glory Hallelujah» di più non c’è.

Neil Krug è cresciuto in questi paesaggi rurali dove con i suoi amici nascondevano delle porzioni di LSD tra le rocce in modo da conservarle per poi prenderle nel momento giusto.

Mi sono sempre chiesto che: «per fare della buona arte bisogna assumere della buona droga??». Forse sì o anche no, però le sue visioni spesso legate all’abuso di questo tipo di droga lo ha portato a scattare cover ed altro per: My Chemical Romance, Ratatat, Justice, Bonobo, Devendra Banhart, Ladytron, The Horrors, Scissor Sisters, Tame Impala, Jim James, Gonjasufi, Crystal Fighters, Hot Natured, First Aid Kit, Onra, ASAP Rocky, Canyons, Sea Wolf, Unknown Mortal Orchestra, The Bots, Juan Atkins, Sinner DC, The Pierces, Dri, White Flight e molti altri.

Mi ha sempre scandalizzato il come abbia curato tutta l’immagine del disco Migration di Bonobo. Ha girato il video Break Apart nel deserto di Mojave in California. Tra quelle rocce a mezzogiorno le temperature arrivano anche sui 120 gradi. Loro infatti hanno girato e scattato tutto tra le quattro e le sei del mattino.

La cover tra l’altro è stata ispirata da un suo vecchio lavoro per i The Horrors.
Il video è qualcosa di mai realizzato prima nella musica.

La cosa fondamentale che è riuscito a fare Neil Krug in questo video, non so se sotto effetto di LSD o meno, è far muovere gli ambienti. Nel video sembra che la telecamera stia ferma e le rocce, la terra, il cielo si muovono attorno a quest’ultima. Quando ho capito che c’era lui dietro questo video l’unica cosa che mi sono detto è:

When the light turns green, you go.
When the light turns red, you stop.
But what do you do when the light turns
blue with orange and lavender spots?”
Shel Silverstein, A Light in the Attic

Uno dei suoi progetti più recenti è The GoldTwinz, pubblicato da NeoText
Lì, ha creato un sunshine noir seguendo la drammatica storia dei gemelli innamorati sfortunati Marc e Yvette mentre navigano negli inferi delle webcam, dei canti nei nightclub e del dark web. È una storia di intrighi, lussuria proibita e ninne nanne in sex-cam con protagonista Kaiman Kazazian, musa ispiratrice di Neil Krug.

Accompagnato da un testo dello scrittore americano Jardine Libaire , The GoldTwinz invoca il cinema gotico meridionale, il folklore, la cultura pop, la musica e l’ideologia che perseguita Sunshine State, trascinando lo spettatore in un racconto compulsivo ispirato collettivamente da Les Enfant Terribles di Jean Cocteau , il suono di Dusty Springfield, la sensibilità romantica di Bonnie e Clyde , i film di Harmony Korine e John Cassavetes e le imperscrutabili e inospitali Everglades.

Insomma come si dice dall’altra parte dell’oceano: Don’t TRY thisS at HOME!

Neil Krug