Richard Avedon fin da ragazzo non era attratto dalle idee o dallo sport ma dalle storie delle persone che vivono a New York. Avere un talento o riuscire in qualcosa, nella vita aiuta sempre ma nascere nella grande mela con del talento probabilmente aiuta ancora di più.
I think all art is about control – the encounter between control and the uncontrollable.
La luce nel suo obbiettivo ha qualcosa di diverso.
Alexey Brodovitch, infatti, che è stato art director per la rivista di moda Harper Bazaar, se né accorse subito. In un battito di ciglia le sue foto arrivano dai fili tirati tra una parete e l’altra della sua stanza a tutte le edicole della nazione.
Il controllo che la sua personalità ha dietro l’obbiettivo prima di scattare è qualcosa d’innaturale. Quasi come se la sua macchina fotografica entrasse nella psiche del soggetto per avere una reazione incontrollata. Se non ci credete provate a guardare nel profondo gli scatti fatti a David Bowie.
Le sue fotografie non parlano solo di colori o assenza di colori o di pose banali o particolari. I suoi progetti parlano di arte vera e propria che spesso ha messo da parte nella sua carriera il business. La rivista Life gli anticipò 25mila dollari per la produzione di una serie fotografica con soggetto principale New York. Lui produsse centinaia di fotografie ma non fu mai soddisfatto di nessuna di queste, così rimandò indietro i soldi.
Nella sua carriera ha visto e toccato l’anima di:
Whitney Houston, Nastassja Kinski, Ronald Fischer, Asha Puthli, Sly Stone, Andy Warhol, The Beatles, Dwight David Eisenhower, Kareem Abdul-Jabbar (Lew Alcindor), Christina Bellin, Jacqueline de Ribes, Brigitte Bardot, Omaggio a Munkacsi, Marilyn Monroe, Dovima, David Bowie, Marylin Monroe, Audrey Hepburn e molti altri.
Richard Avedon ha rivoluzionato l’immagine della moda.
Il ritratto di Richard Avedon, a un ritratto Marilyn Monroe del 1957 è considerato uno dei più belli di sempre. L’episodio fu raccontato così stesso da lui: «Per quattro ore ballò e cantò. Poi arrivò inevitabilmente arrivò il crollo. E quando la notte e il vino furono finiti si mise a sedere sullo sgabello come una bambina, consapevole che tutto era finito. La vidi sedersi piano, priva di espressioni sul suo viso, così camminai verso di lei. Non avrei mai scattato una fotografia senza il suo permesso, ma quando vide la macchina fotografica, non oppose alcuna resistenza».

Il volto basso, fu una delle sue firme più caratteristiche nella fotografia.
Fare l’elenco di ciò che ha pubblicato non è da noi infatti mi soffermerei su di un libro dal titolo Observations pubblicato insieme a Truman Capote, dove la penna di quest’ultimo trova le parole nei lineamenti di ogni personaggio ritratto da Richard Avedon.
La letteratura che incontra l’immagine… vi sfido a trovare una copia di questo capolavoro. Per quanto riguarda la musica, i suoi scatti hanno sancito il tempo sonoro delle nostre vite e la vita di un intera generazione.
Ricordate la foto con il fulmine sul viso di David Bowie per la copertina del disco: Aladdin Sane? Ecco, meglio non aggiungere altro, facciamo parlare solo le immagini poi la colonna sonora la facciamo scegliere a David.























Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato