Un legame indissolubile, una passione nata tanto tempo fa e che continua ancora oggi. Ebbene sì, la più grande sostenitrice di Clarks Originals non è altro che la Giamaica. Dalle origini dello streetwear al movimento Rude Boy, passando per l’appropriazione da parte della community, per finire con il riconoscimento del marchio stesso. Questo legame racconta una grande storia.
Le Clarks resistono alla prova del tempo in Giamaica. Tutte le altre scarpe vengono e si inchinano ai piedi di Clarks. DJ Trinity ha detto, negli anni ’70, che non avresti potuto avere una ragazza se non avessi indossato le Clarks. La star della dancehall Vybz Kartel ha dedicato alle scarpe non meno di tre canzoni di successo. Le Clarks potrebbero essere associate agli scolari del Regno Unito, ma sono state le scarpe preferite dagli uomini giamaicani per quasi 70 anni.
Bunny Lee
Ci sono molta più storia, geografia e spavalderia, inserite nel semplice design di una Clarks Desert Boot di quanto sembri. Il suo caratteristico profilo cucito, infatti, traccia una vera e propria linea temporale della coolness contemporanea.
La storia di Clarks Original scorre dal veldt sudafricano attraverso i souk del Cairo; tocca Kashmir, Londra e Chicago prima di trovare la propria casa adottiva tra le strade del centro di Kingston.
Nathan Clark, pronipote del fondatore dell’azienda James Clark, basò il proprio design sulle calzature dei soldati britannici di stanza a Lahore, in marcia per combattere i giapponesi in Birmania. Era il 1941 circa. Erano stivali da safari, traspiranti ma robusti, requisiti nel bazar Khan el-Khalili del Cairo per l’ottava armata britannica, durante la campagna nordafricana della Seconda Guerra Mondiale. Quel design anglo-egiziano era una versione particolarmente elegante di un ibrido olandese-sudafricano chiamato vellie, abbreviazione di veldskoen, letteralmente scarpa da campo; comune nella regione almeno dal 1700.
Nonostante il lungo pedigree, tuttavia, Clarks nacque come un prodotto che non avrebbe mai venduto. La risposta iniziale nel Regno Unito sembrava confermare quella previsione.
Le Desert Boots non decollarono, infatti, fino a quando non trovarono un mercato negli Stati Uniti, tramite la Fiera delle scarpe di Chicago, nel 1949. L’aria della coolness americana, forse combinata al minimalismo del suo design, quindi, è ciò che ha reso Clarks la calzatura per i MOD, che hanno riscritto lo stile del boom britannico del dopoguerra. Steve McQueen accese ulteriormente il mito delle Clarks indossandole dentro e fuori dallo schermo.
A quel tempo, la raffinata eleganza britannica e la ruvidità del commando, per non parlare della sua praticità in un ambiente urbano e tropicale, aveva reso Clarks irresistibile per i Rude Boy della fiorente giungla di cemento di Kingston.
Le Indie occidentali, infatti, erano un mercato secondario così importante per Clarks che, a un certo punto, divennero sinonimo di un certo stile di vita da pistolero del vecchio West. Un lifestyle iniziato negli anni ’50, con l’arrivo dei primi sound system in Giamaica. Questi diffondevano, nei ghetti, la nuova musica, trasportandola oltre confine.
Alla fine degli anni ’60, il famigerato agente di polizia giamaicano, il sovrintendente Joe Williams, fece irruzione durante le Dancehall di Sir Coxsone Dodd in Spanish Town Road e divise la folla in Clarks e non Clarks. Così da separare i Rude Boy da tutte le persone simpatiche e rispettabili.
Come per molti affari illeciti, la censura ufficiale accrebbe la passione dei collezionisti di Clarks in Giamaica. Così, quando Clarks introdusse le Wallabee, vennero vendute istantaneamente. Finirono direttamente sulle copertine degli album dei cantanti e dei DJ più influenti del reggae; Rasta con i dreadlocks e gangster lirici con tagli a rasoio.
Il fenomeno Clarks in Giamaica riguarda molto più delle calzature. Racconta la storia del rapporto tra l’isola e il Regno Unito in oltre 100 anni.
Questa piccola isola caraibica è nota per essere stata la culla del movimento Rasta e si è fatta conoscere per le prestazioni nell’atletica leggera. Il paese, in realtà, ha diffuso la propria cultura soprattutto attraverso la musica. Dal rocksteady allo ska, dal reggae alla dub. I musicisti giamaicani hanno inventato e reinventato la musica per emozionare il mondo.
La musica, le strade, le Clarks e la cultura della Giamaica hanno influenzato molti stili che, ancora oggi, colorano i nostri paesaggi urbani. Un’influenza che molti tendono a dimenticare. In effetti, lo streetwear non ha aspettato che i B-boys di New York passeggiassero per le strade. La sua cultura e i suoi codici sono, infatti, opera di questo melting pot arrivato dall’India occidentale.
Ancora non toccati e non influenzati dagli Stati Uniti, i giamaicani erano ben lungi dal sospettare che avrebbero segnato la moda urbana con i Rude Boy, grazie a uno stile unico e a una cultura inscalfibile.
L’outfit del Rude Boy è composto da 4 elementi principali.
- Per cominciare, ogni bravo ragazzo maleducato che si rispetta indossa un Tam. Bob Marley ha contribuito alla sua reputazione internazionale. Il Tam, rastafar, rastacap o toppa, è un berretto tondo che serve a contenere i dreadlocks. Apparso negli anni ’30, è prima indossato religiosamente dai Rasta, è diventato, in seguito, un indicatore per la comunità Rude Boy.
- Il Ganzie. Indossato dall’esercito norvegese nel 1930, poi democratizzato dagli americani con il gilet sanitario. Questo giubbotto a rete, soprannominato Ganzie, è diventato un pezzo essenziale dello stile Rude Boy. Soprattutto in bande come i famosi Spanglers Posse.
- Jeans o pantaloni a sigaretta, erano i più diffusi, ma la cultura Rude Boy non ha pantaloni emblematici. Sta tutto nel modo di indossarli. Tirato su da un solo lato o decorato; stretto o largo; spesso con una cintura di cotone aperta. Unico obbligo cui un Rudy non può derogare è il simbolo universale della ribellione. In tutti i ghetti, infatti, per ricordare il rifiuto di Babilonia, il Rude Boy indossa una bandana ripiegata in una tasca e un giornale in una tasca posteriore per nascondere un coltello. É il coltello Rachet.
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L’elemento da ricordare in questo pack del buon Rude Boy, sono le scarpe. Non scarpe qualsiasi. Nel ghetto, c’è solo un marchio: Clarks Originals.
Desert Boots o Wallabees, non importa la forma o il colore. Una volta ai piedi, un Rude Boy può affrontare qualsiasi cosa. A Kingston, i ragazzi Rude vagano per la città e usano Clarks come segno di riconoscimento. Sinonimo di coolness, o attributo di cattiveria, il brand è indossato da chi vuole mostrare da dove viene, ma con eleganza.
Sin dal primo momento in cui hanno messo piede sul suolo giamaicano, le scarpe inglesi hanno preso un posto speciale nella cultura giamaicana. I Rude Boy sono riusciti a elevarle al rango di totem. Da allora, il marchio britannico è stato un pilastro dell’isola. Una popolarità e un successo che si sono tradotti nel product placement più spontaneo ed efficace nel marketing.
Non si contano più le copertine con omaggi alla gloria di Clarks. Ognuna di loro esprimeva una preferenza per un modello o per l’altro.
Negli anni ’80, la tendenza si spostò dagli accessori per le copertine degli album ai testi delle canzoni e ai titoli. Fu un punto culminante del feticismo di Clarks che coincise con l’evoluzione del reggae e della dancehall e segnò alcuni dei classici di tutti i tempi del genere, come Trash And Ready di Super Cat e Wa-Do-Dem di Eek-A-Mouse.

L’epoca è amorevolmente documentata in una nuova compilation della Greensleeves Records intitolata semplicemente Clarks in Jamaica e progettata come colonna sonora dell’omonimo libro dello storico Al Fingers.
Al Fingers ha trascorso parecchio tempo a studiare la storia di come è successo. Un’edizione aggiornata del suo libro Clarks in Jamaica (PREMI QUI) è stata pubblicata poco più di un anno fa.
É esauriente, con dettagli sui diversi modelli che potrebbero piacere anche agli appassionati più informati. L’edizione 2021 è ancora più un’immersione profonda rispetto a quella del 2012.
C’erano solo due rivenditori di Clarks e avevano vetrine fantastiche. Per molti giamaicani, King Street era la principale via dello shopping. I negozi vendevano scarpe da donna e da bambino, prima che le Desert Boots da uomo arrivassero nel 1949. La popolarità era una lenta combustione ma nel 1970 centinaia di paia venivano vendute in Giamaica, ogni settimana, e le vendite annuali di Clarks nel paese avevano raggiunto i 100.000 dollari.
Al Fingers
L’impatto della generazione Windrush può essere visto anche attraverso Clarks. Circa 200.000 persone, infatti, emigrarono dalla Giamaica nel Regno Unito tra il 1955 e il 1968.
Questa comunità, e anche i giamaicani negli Stati Uniti, riprendevano le scarpe durante le visite o le mandavano a familiari e amici. Una storia, nel libro di Fingers, descrive un fabbricante di bare che avrebbe importato bare in Giamaica piene di Clarks. Dopo che Michael Manley fu eletto primo ministro della Giamaica, nel 1972, e vietò l’importazione di calzature straniere, successe questo e altro.
Si rimane stupiti per quante scarpe sono entrate in Giamaica dai giamaicani che le hanno acquistate negli outlet nel Regno Unito. I dischi arrivavano dalla Giamaica, li vendevano e compravano Clarks, canottiere e calzini argyle. L’intera faccenda di Clarks è molto legata all’industria musicale, è tutto collegato.
Al Fingers
Il suono del reggae si è evoluto nel tempo, le Clarks sono un elemento coerente dello stile.
Una sezione nel libro di Fingers mostra copertine di dischi di artisti, tra cui Barrington Levy e Augustus Pablo, che indossano Clarks. Un’altra sezione contiene un elenco di canzoni con testi che presentano le scarpe, dal 1976 al 2020.

Negli anni ’70 e ’80, indossare le Clarks significava rischiare di essere presi di mira dalla polizia giamaicana, perché erano associate ai Rude Boy. Oggi, sono indossate dai politici.
Nella sua campagna elettorale del 2020, Andrew Holness, il primo ministro del paese, indossava vistosamente le Clarks, tenendole in aria durante le apparizioni pubbliche. Lo stesso principe Harry, in visita nell’isola, non si è sottratto alla regola, indossando Clarks di colore blu.

Per ringraziare la fedeltà dei suoi consumatori giamaicani, il marchio ha accumulato diverse partnership per sostenere la popolazione e sostenere i bambini svantaggiati dell’isola.
Il brand ha avviato una partnership comunitaria con la Marverley Primary and Junior High School. Lavora anche a stretto contatto con la vincitrice del Grammy Award Koffee. Al fianco dell’organizzazione senza scopo di lucro Families Rule / MTLT.

Durante il mese di marzo 2021 il brand ha deciso di rendere omaggio ancora una volta ai suoi più fedeli consumatori caraibici. Il prestigioso marchio inglese, infatti, ha lanciato in loro onore un’edizione limitata dei modelli più iconici, ovvero il Wallabee, il Desert Trek e il Desert boots.
Il marchio continua il suo viaggio in Giamaica, in particolare tramite il calciatore del Manchester City Raheem Sterling che ha un’edizione limitata a suo nome e ha anche accordi con artisti come Koffe, Lila Iké e Chronixx.
Per l’occasione questi modelli sono stati ribattezzati: Jamaica Bee, Jamaican Trek e Desert Jamaica. Hanno dettagli nei colori della bandiera giamaicana. Il Pack giamaicano è stato un meritato ringraziamento alla comunità di Rude Boy che indossa Clarks da quasi 70 anni più orgogliosamente di chiunque altro.