Questo è il secondo appuntamento di Arte in una domanda, rubrica di Linda Ferrari per RIS8Lifestyle. Oggi ha incontrato Shawn Huckins, artista contemporaneo del New England, che racconta il mondo sovrapponendo il presente al passato.
Ho conosciuto i lavori di Shawn Huckins grazie a Marina, amica che vive a San Francisco. All’epoca era proprietaria della Cain Schulte Gallery e ospitava alcune delle sue opere. La prima cosa che colpisce dei lavori di Huckins è la dicotomia tra la tradizione ed il rinnovamento; tra il lento scorrere dei secoli e i pochi secondi impiegati per digitare un messaggino possibilmente abbreviato.
Sui lavori di Shawn Huckins (PREMI QUI) leggiamo il lento trascorso, contrapposto al nostro veloce presente dove il modo di comunicare ed il progresso tecnologico ci hanno isolati e resi ossessionati dalle informazioni istantanee.
Ritratti di grandi personalità, politici di spicco e nobili del passato, riprodotti meticolosamente con grande maestria dal pittore del New England; transitano in secondo piano per fare da sfondo ai messaggi che compaiono sulla superficie del dipinto.
Tra le varie serie di Shawn Huckins, le mie preferite sono The American Revolution e The American__Tier.
Nella prima si parla di due rivoluzioni, una politica del 18° secolo ed una tecnologica del 21° secolo e può riassumersi con la seguente frase:
Se George (Washington) potesse commentare oggi, farebbe clic sul pulsante Mi piace o pubblicherebbe wtf? per poi andare a controllare il tweet di Lady Gaga?
Nella seconda serie Shawn Huckins esplora la pittura e la fotografia del 19° secolo nel contesto dei lessici del 21° e si pone la domanda:
Con le recenti aggiunte di parole gergali della cultura pop, come twerk e selfie, all’Oxford Dictionary, era questa la visione che i nostri primi antenati ed esploratori di frontiera avevano in mente mentre continuavamo la conquista?
Molto interessante è anche la serie The Erasures, dove la riproduzione della collezione di dipinti che sono conservati alla Casa Bianca vengono cancellati con uno sfogo capriccioso o, in modo più metodico, dalla gomma di Photoshop sollevando la domanda:
Quanto può durare oggi un’istituzione? E quindi quanto possono essere duraturi concetti sopravvissuti per secoli?
Arriviamo poi a Fool’s Errand, dove mi soffermo su (Mrs. Sylvester Gardiner) e vengo rapita dal magnetismo di questo dipinto.
Da questo dipinto Shawn Huckins è arrivato all’ultima serie, estremamente interessante, Dirty Laundry. Un lavoro e un linguaggio tutto nuovo, ti va di raccontarmelo Shawn?
Shawn Hutckins: «Dirty Laundry è una serie di dipinti che impiega tessuti contemporanei dipinti su tradizionali ritratti americani per fare emergere domande su cosa, quanto e quanto bene condividiamo e nascondiamo. Usiamo la stoffa per nascondere, ma anche per esprimere, in modo selettivo, in base a come ci vediamo e come vogliamo che gli altri ci vedano.
Naturalmente, non esprimiamo tutte le sfaccettature della nostra identità, celiamo alcune cose che teniamo vicino per abitudine, natura o paura del ridicolo. Abbiamo tutti i panni sporchi, letteralmente e metaforicamente.
Come per la maggior parte delle persone, la pandemia globale mi ha fatto ripensare agli obiettivi della vita e a ciò che apprezzo veramente. Ero a un punto della mia carriera in cui avevo bisogno di essere rinvigorito dipingendo qualcosa di nuovo. Durante i primi lockdown, non potevamo uscire di casa e la maggior parte delle attività commerciali erano chiuse.
Per passare il tempo, ho iniziato a dipingere le fantasie del mio guardaroba, composto da motivi audaci e scozzesi, e ho creato piccoli quadri astratti con quei pattern.
Questo esercizio era l’esatto opposto di quello che stavo dipingendo in quel momento e l’ho trovato divertente e stimolante. Volevo combinare questi dipinti sperimentali con i miei ritratti, quindi ho iniziato a realizzare i tessuti contemporanei sopra i dipinti storici. Ed era ancora più appropriato che mettessi in discussione la mia identità di artista, nascondendo l’identità dei ritratti.
Comincio selezionando un ritratto che voglio replicare, tenendo in considerazione il livello di dettaglio e la formalità della figura, metto quindi in posa il mio manichino da studio nella posizione esatta della figura e vado a costruire i miei strati di tessuto su di esso.
A volte, ottengo i tessuti impilati nel modo giusto, ma la maggior parte delle volte il mio è un lungo processo volto ad acquisire le stoffe con la giusta forma e in un ordine di colori che funzioni bene con il ritratto originale. Voglio essere sicuro che tutti i tessuti siano in perfetta armonia.
Vado poi a creare la fonte di illuminazione in modo che corrisponda a quella della figura nel dipinto e scatto dozzine di fotografie. Il processo passa quindi al computer dove seleziono l’immagine che meglio si adatta al ritratto creando delle immagini fantasma, in modo da poter vedere sia la figura che i tessuti disposti sopra di essa.
Poi correggo la scala e distorco i tessuti, in modo che possano essere posizionati sulla figura perfettamente. Infine, l’immagine prescelta viene riprodotta su tela, dove prende vita con i metodi tradizionali della pittura. Sulla base del quadro viene data una pittura calda che aiuta a stabilire chiari e scuri e crea un bagliore luminoso, seguito da strati successivi di vernice e smalti finalizzati».
Grazie Shawn, è sempre un’esperienza emozionante ed unica viaggiare attraverso i tuoi ritratti.