Milan Campione

Milan Campione e Inter di Coppe: è tornata Milano?

Milan Campione d’Italia. Come scrivevo qualche settimana fa, sempre qui su RIS8, chi sarebbe uscito in vetta dopo la settimana di Bologna-Inter avrebbe vinto lo Scudetto. Così è stato.

Il successo di Carlo Ancelotti in Spagna; la settimana a tinte rossonere che ha visto i successi del Milan contro la Fiorentina, della Cremonese di Braida e del Real di Ancelotti sul City, aveva aperto un varco importante nella storia.

Sì, perché il DNA conta. Ha ragione Paolo Maldini. Chi ha un certo DNA può attraversare un momento di crisi anche lungo, ma torna prima degli altri a vincere.

Questo DNA, infatti, è riemerso grazie a Paolo Maldini e Zlatan Ibrahimovic. Per quanto non li abbia mai amati e non ne abbia mai fatto mistero, li ho sempre stimati.

Il primo ha un DNA vincente. É un leader nato. Il secondo è uno strafottente, componente che, se ben incanalata, è fondamentale per vincere. É inutile negare che l’unica piazza che abbia saputo domare Zlatan sia proprio quella rossonera, sempre sotto la guida di Paolo Maldini. Uno la mente, l’altro il braccio. A completare il team che ha riportato alla luce il DNA del Milan Campione è Frederic Massara. Un passato al Milan non lo ha e neppure il DNA vincente, è vero, ma è un po’ il Pippo Inzaghi dei Direttori Sportivi. Uno che ha studiato e studia continuamente. Lui ne sa. É figlioccio di Sabatini, che il calcio lo conosce e bla bla bla, lo abbiamo sentito milioni di volte in questi giorni.

Stefano Pioli e Simon Kjaer hanno completato la squadra. Figure chiave. Equilibratori.

Il primo si è posto come padre… anzi, forse più come uno zio: libero di dire cose che nessun altro può dire. Il secondo è stato il fratello buono, quello con cui confidarsi. Sono due persone che hanno saputo crescere durante la propria carriera, fare tesoro delle esperienze e maturare una consapevolezza che non si compra: o la si ha nel DNA o la si costruisce. Loro l’hanno costruita e la storia li ha premiati rendendo il Milan Campione.

Hanno saputo compattare un gruppo di bad boys, di ragazzi problematici, come li ha definiti Paolo Maldini. Grandi qualità ma, troppo spesso, poca testa. Zlatan li rintuzzava, gli altri due li hanno plasmati.

Servono grandi uomini, più che campioni, per vincere gli Scudetti. Servono i campioni, che sono spesso grandi uomini, per vincere in Europa.

Il Milan Campione è stata la squadra migliore, la più continua. Ha saputo tenere la barra dritta durante le burrasche. Ha saputo vincere le battaglie decisive e tenere i nervi saldi nei momenti più duri e ha vinto.

Non è stata la squadra più forte. I numeri dicono altro. I numeri dicono che l’Inter ha subito un gol in più ma ne ha fatti 15 in più. Diciamo che sarebbero numeri da scudetto anche quelli dell’Inter.

Infatti, il Milan Campione avanza di due punti e uno scontro diretto. Ha saputo vincere la battaglia decisiva. L’Inter l’ha persa a Bologna. Non ha saputo mantenere i nervi saldi, pur avendo spesso vinto la partita secca. Ha sollevato due trofei battendo la Juventus e schiantando lo stesso Milan Campione, che poi non ha più perso un colpo.

L’Inter di Coppe è stata la più forte, il Milan Campione è stata la migliore.

Vuol, dir tutto e vuol dir niente. Esatto, come tutto nel calcio. Conta il campo, il resto sono analisi da VAR o da BAR. Io la vedo così: l’Inter è la più forte perché ha calciatori più strutturati, spesso leader della propria nazionale – seppur non siano grandi nazionali; il Milan è la migliore perché ha fatto meglio delle altre in tutte le componenti utili a vincere uno Scudetto. L’Inter ha probabilmente mostrato più forza sul campo, ma è mancata nella testa e nei nervi.

Un Campionato, però, è una maratona, non conta quanto tu veloce possa correre in una frazione, conta il tempo complessivo.

Sui 100 metri ha fatto meglio l’Inter, come in Europa. Il Milan Campione arriverà in Champions League dalla porta principale. Non credo che questo comporti grandi vantaggi nei sorteggi, ma certo la consapevolezza sarà un’altra. L’Inter ci arriverà dopo aver vinto ad Anfield, unica squadra nel 2022 fino ad ora, anch’essa con un’altra consapevolezza.

Soprattutto con qualche certezza in più, perché è giusto anche ricordare chi aveva perso in estate l’Inter e in che condizioni psicologiche versava tutto l’ambiente all’epoca Campione d’Italia.

Per questo mi chiedo se non sia la volta buona che Milano possa tornare a dominare il calcio italiano e poi, più realisticamente tra qualche anno, quello europeo.

La risposta non la conosco. So solo che questo campionato non mi è piaciuto molto dal punto di vista della qualità.

Le due inutili partite che hanno concluso la lotta scudetto non hanno avuto nulla a che vedere con il finale thrilling della Premier League, ad esempio. Alcuni calciatori che vediamo all’estero non possono permetterseli in Italia. Oggi in Serie A militano calciatori con grosse lacune nei fondamentali, anche nelle squadre di vertice.

La Juventus dei 9 scudetti consecutivi ha raggiunto due finali di Champions League quando aveva dei campioni veri in campo, in tutti i reparti, soprattutto nel centro della battaglia, ma non è bastato. Il Milan Campione di quest’anno e l’Inter Campione dell’anno passato, non fanno altro che rinverdire l’alternanza degli ultimi vent’anni: dal 2001/2002 a oggi hanno vinto lo Scudetto solo Milan, Inter e Juventus. Alla faccia di chi sostiene che la Serie A sta tornando competitiva. Dipende per chi…

In Italia abbiamo bisogno di campioni che non vengano qui a prendere la pensione, ma che vengano a insegnare. A portare la mentalità vincente. Giroud, ecco. Così abbiamo citato anche lui, autore dei gol più importanti di tutta la stagione. Bisogna che i giovani imparino a vincere un po’. Come si sarà notato: vincere un Europeo non basta. Io, fossi in loro, andrei a giocare all’estero.

Imparare a vincere con stile. Lo striscione esposto dai calciatori del Milan sul pullman scoperto è veramente una caduta di stile.

Per il bene dell’Italia, invece, c’è da sperare che il Milan Campione e la continuità dell’Inter siano i veicoli della ripartenza del calcio italiano. L’anno prossimo sarà fondamentale confermarsi in Italia e migliorarsi in Europa, per entrambe. Il campo ci dirà se Milano è tornata a dominare.